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2.S.02 - Telescopio di Galileo - replica (1610) Jim e Roda Morris - 2005 |
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2.L.06 - Cellarius, Andrea (ca. 1596-1665) - Harmonia Macrocosmica - 1661 |
Il 19 marzo 1610 Galileo Galilei (1564 - 1642) inviò a Cosimo II de' Medici, nuovo Granduca di Toscana, una copia non ancora rilegata del Sidereus Nuncius insieme al telescopio che gli aveva permesso di eseguire le straordinarie scoperte astronomiche descritte nell'opuscolo. Lo strumento è fabbricato con una tecnica singolare che vede la realizzazione del tubo con una ossatura in listelli di legno incollati tra loro. Il tubo è rivestito di pelle rossa alla quale sono sovrapposte fasce più strette di pelle marrone. Ricche decorazioni a foglia d'oro impresse a caldo su tutto il tubo rendono lo strumento estremamente prezioso. Come in tutti i cannocchiali prodotti da Galileo, l'obiettivo è costituito da una lente convessa mentre l'oculare da una lente concava per circa 20 ingrandimenti.
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L'Harmonia Macrocosmica costituisce il coronamento di un ambizioso progetto editoriale, destinato alla accurata descrizione di tutta la superficie terrestre e dei cieli, intrapreso nell'arco di 25 anni dallo stampatore olandese Johannes Janssonius (1588-1664). L'atlante celeste, opera di Andreas Cellarius dedicata al re d'Inghilterra Carlo II, costituisce la sintesi visiva di tutte le conoscenze astronomiche, così come erano venute succedendosi dall'antichità fino alla metà del XVII secolo. Molte tavole dell'atlante, accuratamente acquarellate, presentano trionfi di figure allegoriche, personaggi storici e strumenti scientifici che circondano la sfera celeste nelle sue varie interpretazioni. |
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3.S.01 - Cannocchiale di Eustachio Divini (1610-1685) secolo XVII |
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3.S.05 - Globo Celeste di Vincenzo Maria Coronelli - (1650-1718) - Venezia 1696 |
Si compone di diverse sezioni lignee a sezione ottogonale delimitati da anelli anch'essi a sezione ottagonale. L'uso del cannocchiale estese il campo della ricerca ad un numero sempre più crescente di fenomeni e corpi celesti abbattendo definitivamente la concezione aristotelica-tolemaica del Cosmo. Dopo Galileo e Keplero che nel 1611 annunciò la teoria geometrica delle lenti nell'opera Dioptrice, Francesco Fontana, Evangelista Torricelli, Eustachio Divini, Giuseppe Campani, migliorarono la realizzazione dei cannocchiali: i tubi ottici divennero sempre più lunghi e si riuscì a raddrizzare l'immagine aggiungendo due lenti all'oculare. Eustachio Divini è stato uno dei più importanti costruttori di telescopi del seicento. Polemizzò con Christiaan Huygens a proposito dell'anello di Saturno sostenendo che i suoi telescopi, acquistati in tutta Europa, erano superiori a quelli realizzati dall'astronomo olandese.
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Il globo celeste è sostenuto da una statua in legno raffigurante un moro con le braccia sollevate. Il tutto poggia su una base sagomata. Il Coronelli si occupò di cartografia fin da giovane e disignò centinaia di carte geografiche, pubblicate anche in atlanti: le due opere maggiori sono: l'Atlante veneto, pubblicato a Venezia nel 1691, e l'Isolario, pubblicato nel 1696-1698. Fu cartografo della Repubblica di Venezia dove fondò la prima società geografica (l'Accademia Cosmografica degli Argonauti). I suoi globi, sia celesti che terrestri, evidenziarono un disegno preciso, elaborato, ricco d'informazioni ed esteticamente gradevole. |
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3.L.01 Riccioli, Giovanni Battista (1598-1671) - Almagestum Novum - 1665 |
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3.L.04 - Kircher, Athanasius (1602-1680) - Mundus Subterraneus - 1678 |
Irriducibile oppositore della cosmologia copernicana Giovanni Battista Riccioli inserisce nell'Almagestum Novum due grandi carte lunari realizzate da Francesco Maria Grimaldi (1618-1663). La prima contornata da quattro immagini della Luna di dimensioni minori, illustra la topografia lunare con la nuova nomenclatura proposta dal Riccioli; la seconda mostra, alla maniera di Hevelius, le librazioni. La toponomastica introdotta dal Riccioli, destinata in seguito a soppiantare quelle dei predecessori, comprende i nomi di 248 formazioni lunari. Sulla sinistra dell'immagine è stato riportato un dettaglio a pixel reali della mappa come appare sul file originale.
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Il Mundus Subterraneus è, tra le numerosissime opere di Kircher, quella più specificatamente dedicata alla geologia, disciplina che il tedesco, considerato l'ultimo rappresentante dell'erudizione universale, coltivò con grande interesse. Egli si dedicò, in particolare, allo studio dei vulcani e dei terremoti,giungendo ad ipotizzare la presenza, al centro della Terra, di una sorgente di calore costituita da sale, zolfo, bitume e altre sostanze infiammabili ed esplosive. In questa suggestiva tavola è raffigurata la superficie solare costellata di macchie e, non diversamente dalla Terra, incessantemente interessata da fenomeni di combustione. |
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