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32P/Comas Solà - (0032P): scoperta il 6 novembre del 1926 da Josep Comas Solà, risulta essere una cometa periodica a breve periodo orbitale attualmente (2024) di 9,71 anni, appartenente quindi alla famiglia delle comete gioviane. Eseguendo fotograficamente una serie di immagini ad asteroidi per conto dell'Osservatorio Fabra (Barcellona - Spagna) lo scopritore spagnolo per mezzo di un telescopio da 6" di diametro individuò per primo questa cometa quando si trovava nei pressi della stella a Cet (Menkar). Al momento della scoperta la cometa era di 12^ magnitudine e si trovava a 1,15 UA dalla Terra. Grigorij Nikolaevič Neujmin (astronomo russo direttore dell'Osservatorio Astronomico di Simeiz) in seguito trovò traccia di questa cometa su un'altra foto esposta soltanto due ore precedenti la lastra di Comas Solà. Questa cometa è stata sempre riscoperta ad ogni suo ritorno fin dalla sua scoperta a causa della grande distanza del suo perielio (1.8 UA). Per questa cometa è interessante constatare come in un precedente passaggio orbitale diversi astronomi suggerirono che si potesse trattare del ritorno di una cometa periodica, allora andata perduta, dal nome di cometa Spitaler (nota anche come 113P/Spitaler). Nel 1935 furono ottenute ulteriori posizioni della cometa e P. Ramensky investigò sull'orbita andando a ritroso nel tempo fino al 1911. In questa analisi storica notò che la cometa 32P passò molto vicino al pianeta Giove nel maggio 1912 e che, prima di questo avvicinamento, la cometa presentava una distanza al perielio pari a 2,15 UA e un periodo orbitale di 9,43 anni. L'identità con la cometa Spitaler fu quindi definitivamente smentita. Infine una curiosità: il noto gruppo tedesco - pionieri della musica rock-elettronica - dei Tangerine Dream scrisse il secondo brano dal titolo "Fly and Collision of Coma(s) Sola" del loro album "Alpha Centauri" (1971) facendo esplicito riferimento a questa cometa, la quale nell'anno della pubblicazione del loro secondo album aveva avuto un approccio, passando alla ribalta delle cronache mondane del tempo, particolarmente ravvicinato con il pianeta Giove. |
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144P/Kushida - (0144P): cometa periodica scoperta l'8 gennaio 1994 da Yoshio Kushida dell'Osservatorio di Yatsugatake in Giappone per mezzo di una serie di riprese analogiche eseguite con la pellicola fotografica Kodak Technical Pan 6415 e con un piccolo astrografo da 10cm di diametro f/4.0 stimandola di 13,5^ magnitudine. Nelle fotografie della scoperta la cometa mostrava una forte condensazione centrale circondata da una chioma di 1-2 minuti d'arco di diametro. Questa è stata la prima cometa scoperta nel 1994 ed è stata confermata nel giro di un mese. L'ultimo passaggio al perielio è stato lo scorso 25 gennaio 2024 raggiungendo in quell'occasione la 10^ magnitudine. Sulla base dei dati raccolti nel periodo 9 - 11 gennaio 1994, Syuichi Nakano ha calcolato la data del perielio stabilendo in 5,33 dicembre 1993, una distanza del perielio pari a 1,36 UA. La bassa inclinazione rispetto all'eclittica suggerì a Nakano che la cometa potesse essere caratterizzata da periodo orbitale relativamente breve. Infatti il 14 gennaio 1994 Daniel W. E. Green confermò i calcoli di di Nakano e pubblicò i dati dell''orbita della 144P sulla circolare IAU 5922. Sulla base di 29 posizioni ottenute durante il periodo dal 9 al 13 gennaio, Green determinò la data del perielio in 12,99 dicembre 1993, una distanza del perielio di 1,37 UA e un periodo orbitale di 7,20 anni. Infine utilizzando oltre 325 posizioni ottenute tra il 7 gennaio e il 9 luglio 1994 Patrick Rocher ha perfezionato ulterioremnte i calcoli determinando così una distanza del perielio a 1,367 UA, la data del perielio a 12,862 dicembre 1993 e il periodo orbitale in 7,366 anni. Al momento dal BBO è stata eseguita soltanto una ripresa in data 9 maggio 2024 quando ormai la 144P è in fase di allontanamento dalla Terra. Si spera di poterla ancora documentare. |
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13P/Olbers - (0013P): è una cometa periodica con periodo orbitale di 69 anni. Anch'essa come la 12P/Pons-Brooks (fotografata nelle settimane scorse) appartiene alla classe di comete del tipo Halley. Scoperta da Heinrich Wilhelm Matthias Olbers (Brema - Germania) il 6 marzo del 1815 quand'era di magnitudine 7.5^ venne descritta dallo stesso scopritore come un oggetto piccolo e debole con nucleo diffuso, quando si trovava a transitare nella costellazione del Camelopardalis. Alla fine del mese di aprile raggiunse la 5^ mag. divenendo visibile ad occhio nudo. In quella circostanza la cometa Olbers sviluppò una coda che raggiunse 1° circa di lunghezza. Dopo il perielio che avvenne il 26 aprile, la cometa iniziò a diminuire costantemente di luminosità, fino al 25 agosto che fu l'ultimo giorno ad essere osservata quand'era di 9^ magnitudine. L'orbita venne calcolata per la prima volta da Carl Friedrich Gauss il 31 marzo 1815 scoprendone la natura periodica caratterizzata da un'orbita parabolica, ma soltanto nel 1948 che venne determinata l'orbita definitiva. Il 25 agosto del 1887 William R. Brooks riscoprì nuovamente la cometa Olbers al suo secondo passaggio al perielio. Nell'ultimo passaggio invece venne riscoperta da Antonin Mrkos il 4 gennaio del 1956 quand'era di 16^ magnitudine mentre fu vista per l'ultima volta il 25 settembre quando ormai aveva raggiunto la 10^ magnitudine. Nel 1967 E. I. Kazimirchak-Polonskaya esaminò nuovamente l'orbita della cometa Olbers durante tutto il periodo delle analisi fino ad allora raccolte (1660-2060) e trovò soltanto un incontro ravvicinato con Giove. Questo approccio che avvenne nel gennaio del 1889 (1.5 UA) contribuì a ridurre il periodo orbitale di quasi 3 anni. Il prossimo passaggio perielio avverrà il 30 giugno 2024. .Per quanto riguarda la documentazione fotografica di quest'ultimo passaggio al momento è stata raccolta soltanto un'immagine sia per le avverse condizioni meteo che hanno caratterizzato tutto il mese di aprile e sia per la bassa altezza sull'orizzonte della cometa.per questo periodo. Si spera di riuscire a documentare ancora la cometa Olbers nelle prossime settimane! |
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C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS) - (CK23A030): cometa appartenente alla Nube di Oort scoperta indipendentemente dall''Osservatorio Astronomi-co di "Purple Mountain Observatory XuYi Station" di Nanchino (China) con il telescopio Schmidt da 1,04 mt f/1,8 il 9 gennaio 2023 quand'era di magnitudine 18.7^ e dall'Asteroid Terrestrial-Impact Last Alert System (ATLAS) un programma di ricerca astropnomica del SudAfrica il 22 febbraio 2023 quand'era di 18,0^ magnitudine. A ritroso dalla scoperta la cometa fu rilevata dal programma PanSTARRS 2 alle Hawaii il 9 aprile 2022 quand'era di 23^ mag. La cometa ha un'orbita retrograda e passerà al perielio il 27 settembre 2024 ad una distanza di 0,39 UA (58 milioni di chilometri), mentre la minima distanza con la Terra avverrà il 12 ottobre. Secondo Seiichi Yoshida ci sono alte probabilità che giunga sino alla magnitudine 0^. La cometa infatti dovrebbe raggiungere la soglia di visibilità ad occhio nudo nel periodo compreso tra l'inizio settembre e la fine di ottobre 2024. Si prevede che la massima luminosità apparente, di -0,1^ sia tra il 2 ed l'8 ottobre 2024 quando la cometa sarà visibile di mattina con una declinazione leggermente australe. Da metà ottobre 2024 sarà con declinazione settentrionale e meglio visibile di sera. In questo periodo però la cometa sarà molto vicina al Sole rendendo complesse sia le osservazioni che le riprese fotografiche. In ogni caso sarà un'altra cometa da seguire nei prossimi mesi. Dalla fine di marzo il BigBangObservatory ha subito una serie d'interventi di manutenzione pertanto l'attivitrà fotografica è stata sospesa. Soltanto dopo la prima decade di ottobre 2024 è stato possibile riprendere la cometa con escursioni esterne in un periodo avverso per le condizioni meteorologiche. Infatti buona parte sia del mese di settembre e ottobre le condizioni meteo sono state d'impedimento per la documentazione della cometa. Dal 13 ottobre la cometa ha presentato ben visibile un'anti-coda,percettibile nella foto del 15 ottobre. Altre immagini sono state effettuate da Roma con strumentazione modesta e in precarie condizioni di cielo. |
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62P/Tsuchinshan - (0062P): cometa periodica scoperta fotograficamente il 1° gennaio 1965 presso l'Osservatorio Astronomico "Purple Mountain Observatory" di Nanchino (China), quando si trovava nella costellazione dei Gemelli apparve allora di 15^ mag (Kronc). L'annuncio della scoperta fu ritardato per diverse settimane e notizie sulla prima osservazione fuori dalla Cina sappiamo che avvenne il 9 febbraio 1965 quando Phil Veron dell'Osservatorio di Mt. Palomar fotografò indipendentemente la cometa. La 62P ritornò successivamente al perielio il 7 maggio 1978, il 2 gennaio 1985 e il 30 agosto 1991. Raggiunse l'ultima volta il perielio il 19.aprile 1998 e raggiunse una luminosità massima di magnitudine 12,5. Quest'ultimo passaggio al perielio è avvenuto il 25 dicembre 2023 raggiungendo la magnitudine apparente di 8,2^ mentre si trovava alla distanza di 0,53 UA (79 milioni di Km) con una elongazione dal Sole di 110°, La cometa 62P/Tsuchinshan orbita intorno al Sole con un periodo di 6,18 anni, quindi dovremmo rivederla nel 2030; quando passerà al perielio nel mese di novembre. Nel passaggio del 2004 la cometa raggiunse l'11^ magnitudine apparente, mentre nel passaggio del 2011 non fu osservata per via della sfavorevole posizione nello spazio, in quanto si trovava dalla parte opposta del Sole. Nell'ultimo giro intorno al Sole avvenuto il 16 novembre del 2017 la 62P ha raggiunto la 10^ magnitudine. Tra i fatti curiosi di questa cometa c'è da ricordare che nel passaggio del 2049 passerà a soli 0,016 UA (2 milioni e quattrocentomila Km dal pianeta Marte. La fotografia qui riportata la ritrae presso un vasto campo ricco di deboli galassia trovandosi, al momento delle riprese, nella parte settentrionale della costellazione della Virgo. Seguono altre immagini che documentano l'allontanamento della cometa dalla Terra. |
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12P/Pons-Brooks - (0012P): cometa a lungo periodo della classe Halley con periodo orbitale di 71 anni. E' una delle comete periodiche a più alta luminosità tra quelle conosciute, magnitudine assoluta 5. Scoperta presso l'Osservatorio di Marsiglia il 12 luglio 1812 da Jean-Louis Pons, venne confermata da Vincent Wisniewski il 1° agosto e da Alexis Bouvard il 2 agosto dello stesso anno. Johann Franz Encke determinò l'orbita stabilendo il periodo di 70,68 anni. Nel corso del 2° passaggio al perielio (2 settembre 1883), la cometa venne scoperta, accidentalmente, da William Robert Brooks. Nel 3° passaggio al perielio del 1954 la cometa venne ritrovata il 20 giugno 1953 quando si trovava a 4,5 UA dal Sole. Quando passò al perielio il 22 maggio 1954 si trovò a 1,7 UA dalla Terra. Per il passaggio al perielio previsto per il prossimo 21 aprile 2024, sappiamo che venne ritrovata il 10 giugno del 2020 dal Lowell Discovery Telescope quand'era di 23^ magnitudine a 11,9 UA (1,78 miliardi di Km) dal Sole, oltre l'orbita di Saturno. Nel corso di questo avvicinamento la cometa ha già subito diversi outburst (caratteristica della cometa) assumendo una chioma a forma di ferro di cavallo. A metà febbraio la cometa fu stimata di 7,5^ con una coda di gas lunga 2°, caratterizzata da getti e filamenti. Il prossimo 2 giugno la 12P/Pons-Brooks raggiungerà la minima distanza dalla Terra e in quella occasione si prevede che raggiunga la 4,5^, ma per noi non sarà più visibile; per osservarla occorrerà recarsi nell'emisfero australe. Controllando le antiche cronache cinesi si è risalito a precedenti passaggi della 12P/Pons Brooks. Infatti sono stati trovati documenti che attestano osservazioni avvenute sia nel 1385 e sia nel 1457. La 12P/Pons-Brooks potrebbe essere la cometa responsabile del debole sciame meteorico denominato: κ-Draconidi attivo fin dal 29 novembre fino al 13 dicembre. La prima immagine che si propone in questo contesto è del 19 febbraio 2024 ed è una ripresa wide-field. Per l'irradiazione lunare presente, fase dell'80% circa, le esposizioni sono state contenute per non sovresporre il fondo-cielo. Fino al 2 marzo il tempo meteorologico non ha concesso altre riprese, ma finalmente la sera stessa si è riusciti fra veli di nuvole e nebbia ad aprire il BBO e ad eseguire un'altra serie di immagini. La cometa si è presentata con una coda di gas lunga 3° composta da una serie di filamenti. Dal 12 al 16 marzo 5 sere continuative proficue in cui è evidente il costante cambiamento della coda di gas.
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C/2022 E3 (ZTF) - (CK20S030): cometa a lungo periodo (?) - al momento in cui scrivo non è del tutto certo che si tratti di una cometa ad orbita chiusa, in quanto gli elementi orbitali fino ad oggi raccolti non sono del tutto sufficienti a determinarne il tipo di periodicità - scoperta il 02 marzo 2022 nel corso della Zwicky Transient Facility (ZTF) un'indagine astronomica osservativa a grande campo apparente nella quale è stata utilizzata una fotocamera ad alta efficienza collegata al telescopio Oschin situato presso l'Osservatorio di Monte Palomar in California. La cometa C/2022 E3 (ZTF) è passata al perielio il 12 gennaio 2023 ad una distanza di 1,112 UA (circa 166 milioni di chilometri) dal Sole, mentre ha raggiunto la minima distanza dalla Terra il 1 Febbraio 2023 passando a 0,28 UA (42 milioni di chilometri) raggiungendo una magnitudine di 5,2^. quindi visibile ad occhio nudo sotto cieli scuri.. Dopo un lungo periodo che mi ha visto assente nel documentare fotograficamente le comete, ho eseguito una serie di scatti alla cometa quand'era circumpolare, pertanto dopo aver atteso il tramonto della Luna in fase avanzata, nel corso della mattina del 30 gennaio 2023 dal BigBangObservatory,completamente automatizzato, mediante un teleobiettivo Nikon di 200mm di focale aperto a f/2,0. In prossimità del piano focale una camera CMos a colori: la QHY600 C. (03.02.2023) |
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C/2020 S3 (Erasmus) - (CK20S030): cometa non periodica scoperta il 17 settembre 2020, quando si trovava a transitare nella costellazione invernale del Monoceros e si presentava di 18.4^ magnitudine. La scoperta è stata attribuita a Nicolas Erasmus del South African Astronomical Observatory - Cape Town ulizzando il sistema di telescopi automatizzato denominato " Asteroid Terrestrial-Impact Last Alert System" (ATLAS) progettato per la ricerca di asteroidi vicini alla Terra. Il programma si basa su due stazioni osservative poste a 150Km, circa situate sulla cima del Haleakala (Isola di Maui) e l'altra sul Mauna Loa (Isole Hawaii) configurate con telescopi Wrght Schmidt da 50cm di diametro. Inizialmente si è ritenuto che fosse un potenziale asteroide vicino alla Terra, anche perché dai primissimi calcoli automatizzati sembrava che l'orbita si avvicinasse all'orbita terrestre. Pertanto soltanto tramite l'intervento da parte di un tecnico dell'Osservatorio è stato possibile scoprire la vera natura dell'oggetto celeste. E' stato così che Erasmus, mentre faceva il controllo notturno, ha notato che l'oggetto nelle immagini della scoperta aveva una leggera chioma e si presentaqva diffuso e che dopo averla controllata con gli altri colleghi è stato possibile effettuare il comunicato della scoperta. La cometa raggiungerà il perielio il 12 dicembre 2020. Ha brillato fino alla 7^ magnitudine quand'era nell'emisfero meridionale, quando è stata possibile fotografarla anche dal nostro emisfero si è presentata molto bassa ad est poco prima del crepuscolo. Dopo aver ricevuto notizia della scoperta di questa cometa ho puntato iall'alba del 22 novembre 2020 il teleobiettivo Nikon da 500mm di focale e si è ottenuta la foto in questione. |
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11P/Tempel-Swift-LINEAR - (0011P): cometa periodica scoperta da Ernst Wilhelm Liebrecht Tempel (Marsiglia, Francia) il 27 novembre 1869 quando si trovava a transitare nella costellazione boreale del Pegasus, descrivendola di aspetto diffuso con una chioma circolare di 5'. In quell'anno la cometa fu osservata soltanto per poco più di un mese con un numero di osservazioni appena sufficienti per riconoscere che era caratterizzata da un orbita ellittica, ma dall'incerto periodo temporale. Nel 1875 ci fu un tentativo per ritrovarla, ma non si ebbe successo. Lewis Swift del Warner Observatory, New York, la riscoprì l'11 ottobre 1880 come un'altra diffusa nuova cometa nella costellazione del Pegasus, senza rendersi conto che fosse la cometa di Tempel del 1869. Soltanto a metà novembre dello stesso anno dopo opportuni calcoli risultò che la cometa di Swift altro non era che il ritorno della cometa di Tempel. Nel periodo 1880-1908 furono osservate due apparizioni delle sei previste. Nel 1908 la Tempel-Swift transitò a breve distanza da Giove che ne alterò l'orbita peggiorando ulteriormente le condizioni osservative e quindi da quell'anno in poi fu data per persa. Bisognò aspettare quasi 100 anni, quando il 7 dicembre 2001 gli astronomi del MIT Lincoln Laboratory nel New Mexico identificarono un oggetto di 19,9^ magnitudine sulle immagini ottenute nel corso del programma Lincoln Near Earth Asteroid Research (LINEAR). per mezzo di un riflettore da 1,0 e un CCD. Dopo accurati calcoli da parte di B. G. Marsden (Central Bureau for Astronomical Telegrams) fu rivelato che si trattava di una cometa a breve periodo, con periodo pari a 6,37 anni. Per primi C. Hergenrother (Lunar and Planetary Laboratory) e K. Muraoka (Kochi, Giappone) suggerirono indipendentemente a Marsden che la cometa LINEAR doveva essere il ritorno della cometa Tempel-Swift. Il collegamento a quel punto fu quasi immediatamente confermato da Marsden stesso e S. Nakano. Pertanto da allora la cometa è stata osservata nei passaggi del 2001; 2008; 2014 e quest'ultimo del 2020. In questo contesto infatti è stata documentata la notte del 14 novembre quand'era di 13.7^ magnitudine. |
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29P/Schwassmann-Wachmann 1 - (0029P): cometa periodica scoperta da Arnold Schwassmann e Arno Arthur Wachmann dell'Osservatorio di Amburgo in Germania il 15 novembre 1925. Questa cometa fu scoperta durante un outburst nel corso di una rassegna fotografica quand'era di 13^ magnitudine. La caratteristica di questa cometa infatti sono appunto gli outburst. Non è affatto raro che le comete subiscano la fase di outburst, ma con la 29P si è giunti alla conclusione di constatarne una frequenza periodica equivalente a circa 7,5 volte l'anno (Kronk, Gary W. (2001–2005). "29P/Schwassmann-Wachmann 1". Archived from the original on October 22, 2008). Solitamente appare come un oggetto di 16ª magnitudine, ma in seguito ad episodici outburst può raggiungere rapidamente la 12ª magnitudine. Ciò si ripete all'incirca una volta l'anno, e perdura per una o due settimane, dopo le quali la cometa si affievolisce e torna ad apparire come un oggetto di 16ª magnitudine. Sono state osservate variazioni della luminosità della cometa comprese tra la 19ª e la 9ª magnitudine (dei suoi outburst più luminosi) - un incremento in luminosità che corrispondente ad un fattore di diecimila volte. L'orbita della cometa è influenzata dall'azione gravitazionale di Giove. Ho iniziato a riprendere la cometa nel corso del passaggio del 2004, dopo la segnalazione apparsa su una lista internazionale (ml.comet.Yahoo) da parte di un astrofilo spagnolo il quale per primo aveva indicato che il 2008/01/12 la cometa era salita alla magnitudine 11,8^, e poi anche nel corso del passaggio al perielio del 2019. Continuo a seguirla anche nel 2020, l'immagine di copertina risale infatti al 10 novembre 2020. Il 7 maggio 2024 eseguo un altro scatto alla cometa visibile in prima serata. |
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156P/Russell-LINEAR - (0156P): cometa periodica scoperta nella notte del 3 settembre 1986 dall'astronomo australiano Kenneth S. Russell (scopritore e co-scopritore di ben 13 comete) del Siding Spring Observatory, Australia, quando esaminando una lastra fotografica, scattata dal collega F. G. Watson per mezzo del telescopio Schmidt da 3,6 metri, si accorse di una "scia anomala diffusa" di magnitudine 17^. Il 25 settembre, sempre con lo stesso telescopio al fine di determinarne l'orbita, venne realizzata una seconda lastra da Malcom Hartley (astronomo inglese che lavora presso il telescopio UK Schmidt del Siding Spring Observatory, Australia). Ma sia lo stesso Russell e sia successivamente e indipendentemente Robert H. McNaught, non riuscirono ad individuare la cometa in oggetto. Occorre attendere il 1993 per avere altre notizie sulla cometa 156P, quando Carolyn Jean Spellmann Shoemaker, astronoma statunitense, senza rendersene conto, individuò come pianetino, denominato in seguito 1993 WU, la cometa 156P/Russell-LINEAR, su alcune lastre fotografiche ottenute con il piccolo telescopio Schmidt da 46cm di Mt. Palomar. Fu la stessa astronoma a calcolare per questo nuovo oggetto, alcune posizioni per il 19 e per il 20 novembre 1993. In quell'occasione purtroppo non furono fatti approfondimenti. La cometa per la terza volta fu poi ritrovata nel 2000 per mezzo della survey LINEAR dove venne impressa su ben 5 immagini elettroniche ottenute il 31 agosto. In questa circostanza venne ancora una volta ribattezzata con la disegnazione: 2000 QD181. Come se non bastasse la stessa survey LINEAR ottenne, sempre nel 2000, altre tre nuove esposizioni relative al 5 settembre. Altre tre immagini furono poi ottenute il 6 novembre 2000 e, per finire, ulteriori fotografie furono eseguite il 5 e il 7 dicembre sempre da LINEAR dove tutte insieme queste osservazioni contribuirono a formulare una nuova denominazione (la terza!):per lo stesso oggetto: 2000 XV43, Timothy B. Spahr, un astronomo americano, fu colui che finalmente riuscì a metter ordine alla caotica storia di questa cometa pubblicando il 20 gennaio 2001 sulla circolare MPEC 2001-B13 che sia l'oggetto: 2000 XV43; sia 2000 QD181 e sia 1993 WU, erano gli stessi identici oggetti che a loro volta e, con successivi approfondimenti protratti nel tempo, portarono a concludere nell'aprile del 2003 che la cometa scoperta inizialmente nel 1986 da Kenneth S. Russell era lo stesso identico soggetto. |
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C/2020 F3 (NeoWISE) - (CK20F030): il 27 marzo 2020 il satellite NeoWISE (tramite il programma di ricerca di asteroidi e comete coordinato con la missione WISE (Wide-Field Infrared Survey Explorer), con l'ausilio del telescopio di bordo - un riflettore da 40cm di diametro - ha scoperto un'ennesima promettente cometa, la C/2020 F3 (NeoWISE). Al momento del rilevamento la cometa si presentava di magnitudine +15^ con un'orbita inclinata di 128°. Un improvviso aumento di 4 magnitudini a metà Aprile 2020 fece ‘allertare’ l'intera comunità, salvo subito seguentemente smorzare gli entusiasmi, poichè la luminosità è rimasta ‘stabile’ per buona parte del mese successivo. A partire però dalla metà di Maggio la NeoWISE (visibile allora soltanto dall’emisfero australe) ha iniziato ad aumentare progressivamente la luminosità in sintonia con l’avvicinamento al Sole, sino a metà giugno portandosi sulla soglia di visibilità ad occhio nudo, ormai prossima al perielio (3 luglio), a solo 0,3 UA (45 milioni di Km dal Sole). Dal 22 giugno e per una decina di giorni successivi, la NeoWISE è entrata nel campo visivo del coronografo C3 della sonda SOHO, la quale ha mostrato un nuovo ed improvviso aumento di luminosità passando da un'iniziale mag. 4,0^ alla mag 2,2^ dello scorso 28 giugno. Passata indenne il perielio, la NeoWISE ha iniziato ad essere visibile dal nostro emisfero di mattina, appena sotto la costellazione dell'Ursa Major. con 4° di coda e una magnitudine +0,8^. Il 6 e il 7 luglio ho osservato per la prima volta da Roma la cometa con un binocolo 10x50 e un 15x80 stimandola di +1,3^ +1,4^ mag, con DC= 9 e 4° di coda, Il 10 luglio mattina sono riuscito a documentare la cometa NeoWISE collegandomi da remoto con la telecamera esterna del BigBang Observatory (Dahua) realizzando alcuni scatti. Da questo stesso giorno la cometa NeoWISE oltre ad essere visibile di sera ha iniziato a produrre una coda di plasma sfrangiata in direzione controsolare lunga almeno 15°. Nei giorni successivi ha continuato a mostrarsi in modo spettacolare tanto da aggiudicarsi l'appellativo di Grande Cometa, raggiungendo la 18ma posizione nella classifica fra le comete più luminose ad iniziare dal 1935!. Il 23 luglio ha infine raggiunto la minima distanza dalla Terra (0,63 UA). Ricca e varia la produzione di fotografie eseguita dal BigBang Observatory; la raccolta infatti è iniziata soltanto il 10 luglio, piuttosto tardi, per via di un inconveniente della cupola, La campagna documentativa si è conclusa il 18 settembre 2020. |
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C/2020 F8 (SWAN) - (CK20F080): scoperta il 25 Marzo 2020 su un'immagine realizzata dalla fotocamera SWAN (Solar Wind Anisotropies) a bordo del satellite SOHO (Solar Heliospheric Observer) quando si trovava a 0,8 U.A. (120 milioni di Km) dalla Terra in direzione della costellazioone della Gru. Osservata prevalentemente nell'emisfero Australe, è stata prevista una breve finestra di visibilità anche per gli osservatori dell'emisfero Boreale, apparendo molto bassa sull'orizzonte NNE prima al mattino, poi di sera: orizzonte NNW. Caratterizzata da un orbita iperbolica (eccentricità uguale a 1.0009561) fortemente inclinata, al momento di scrivere queste righe non ci è dato ancora sapere il periodo orbitale. Si spera per la fine del mese di maggio di riuscire a fotografarla. Dalla seconda metà del mese di aprile sino ai primi di maggio 2020, la cometa Swan ha prodotto una contorta coda di gas ampiamente documentata da G.Rhemann (Austria) da una postazione remota della Namibia. Intorno alla seconda metà di maggio invece la cometa si è vaporizzata nel momento in cui stava iniziando ad apparire nell'emisfero settentrionale. Dalle prime osservazioni infatti è apparsa drasticamente ridotta in luminosità, spettacolarità e grandezza apparente, lasciando dietro di se una pallida nuvola senza più alcuna condensazione centrale. La prima immagine che si è riusciti ad eseguire dal BigBang Observatory, risale all'alba del 21 maggio. In seguito si è poi tentato di fare altre diverse sessioni nel cielo serale, quantunque sempre con meno successo per via di alcuni ostacoli artificiali che hanno impedito di effettuare gli scatti. |
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C/2019 Y4 (ATLAS) - (CK19Y040): scoperta dal programma automatico ATLAS (Asteroid Terrestrial impact Last Alert System), annesso al telescopio da 50cm situato nelle isole Hawaii, il 28 dicembre 2019 quand'era di 19.6^ magnitudine. In quel momento si trovava nella costellazione dell'Ursa Major a circa 3 U.A.. L Denneau è stato colui che per primo, analizzando le immagini ccd ha identificato l'aspetto cometario. Il 23 maggio 2020 ha raggiunto la minima distanza dalla Terra, mentre il 31 maggio è giunta al perielio (0,25 U.A.). Durante il corso delle osservazioni diversi studiosi hanno trovato diverse analogie con gli elementi orbitali tra questa cometa e la Grande Cometa del 1844 (C/1844 Y1). Qualcuno infatti ha suggerito che la cometa C/2019 Y4 (Atlas) potesse essere un frammento residuo della cometa progenitore. In circa due soli mesi la cometa Atlas è stata stimata all'inizio di magnitudine 17^ mentre alla fine di marzo 2020 ha raggiunto la 7^ magnitudine aumentando così la sua luminosità di ben 4000 volte! Questo fatto probabilmente gli è stato fatale perchè intorno al 6 aprile la cometa si è frammentata in una decina di pezzi: una ripresa davvero rimarchevole è stata quella pubblicata dall'Hubble Space Telescope NASA, dove erano evidenti i singoli frammenti. Ho iniziato a fotografare la cometa a partire dal 7 maggio 2020 quand'era già evidente lo stato nebulare del nucleo. |
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C/2017 T2 (PANSTARRS) - (CK17T020): cometa non periodica scoperta il 2 ottobre 2017 dal primo telescopio Pan-STARRS (Panoramic Survey Telescope & Rapid Response System) dell'Osservatorio Haleakala alle Hawaii. E' questo un sistema esplorativo automatico costituito da diversi telescopi, ad ampio campo apparente (3°) ciascuno dei quali configurato con schema ottico Ritchey-Crétien con diametro da 1,8 metri. Il numero uno è stato l'artefice della scoperta di questa cometa. Al momento del primo avvistamento la cometa si presentava di 19.9^ magnitudine, quando si trovava nella costellazione dell'Eridanus. La data del perielio è stata il 4,9514 Maggio 2020. Da inizio anno 2020 fino ad oltre il mese di luglio 2020 la cometa C/2017 T2 è stata sempre circumpolare per le nostre latitudini mostrandosi quindi in posizioni favorevoli nel cielo boreale di prima sera. Ho iniziato a seguire fotograficamente la cometa fin dal 26 gennaio 2020 quando si trovava presso l'ammasso doppio h & X del Perseo tramite il The BigBang Observatory, ormai completamente gestibile da remoto, sia con il Nikon 500mm e sia con il Pentax SDUF II. La magnitudine della cometa in quel giorno era intorno alla 8,0^ mag. con una evidente anche se piccola coda. Altri successivi scatti sono stati eseguiti in data:19; 22; 24; e 28 febbraio 2020 senza mostrare alcun nuovo cambiamento. Per tutto il periodo di marzo e aprile la pandemia da Covid-19, ha impedito l'utilizzo dell'Osservatorio. Il 22 maggio la cometa T2 è passata a poco più di 1° a Nord di M81-M82. Ai posteri la C/2027 T2 (PanStarrs) rimarrà la prima cometa ad essere stata interamente documentata per mezzo del BigBang Observatory da remoto. |
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38P/ Stephan-Oterma - (0038P) cometa periodica scoperta nel gennaio 1867 da Jérôme Eugène Coggia al Marseilles Observatory, France, fu anticipato però da Edouard Stephan in quanto il primo osservatore non ebbe le condizioni ideali per confermare la scoperta. Dopo diversi e inutili tentativi, la cometa fu riscoperta soltanto nel 1942 da Liisi Oterna stabilendo la periodicità in 38 anni. Il perielio di questa cometa è situato in prossimità dell'orbita del pianeta Marte (1,57 UA), mentre l'afelio è vicino all'orbita di Urano (20,92 UA). La 38P percorre un'orbità ad elevata eccentricità 18° rispetto al piano dell'eclittica. .L'ultimo passaggio al perielio è stato il 10 novembre 2018 localizzato dal sistema automatico Pan-STARSS il 24 giugno 2017. Per questa cometa sul finire del 2018 , in occasione dell'ultimo passaggio, sono state effettuate due riprese fotografiche. La prima in data 16 dicembre 2018 per mezzo del teleobiettivo Nikon 500mm di focale. L'altra ripresa successiva è del 29 dicembre del 2018 anch'essa con il Nikon 500mm, ma con la Nikon d810a. In entrambe le riprese la cometa 38P è sempre apparsa piccola, con una breve coda e poco luminosa anche al massimo, superando per poco la 9^ magnitudine a novembre del 2018. |
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46p/Wirtanen - (0046P): altra cometa periodica di corto periodo, scoperta per mezzo della fotografia nel 1948, in particolare per mezzo di una lastra esposta il 15 gennaio 1948, dall'astronomio americano Carl Alvar Wirtanen del Lick Observatory, California il quale, nel corso della sua carriera, scoprì diverse comete a lungo periodo. L'attuale periodo orbitale della Wirtanen è di 5,44 anni. La cometa percorre un'orbita resa caotica da ripetuti incontri con Giove. Due incontri avvenuti con il gigante gassoso nel 1972 e nel 1984 ne hanno ridotto notevolmente la distanza perielica. Sono importanti le variazioni dell''argomento del perielio, la regressione della linea dei nodi e delle distanze afelica e perielica. Nel corso dell'ultimo passaggio (2018-2019) le condizioni geometriche della sua orbita con quella della Terra hanno reso possibile godere di un'ottima visibilità della cometa, rendendola persino visibile ad occhio nudo nel nostro emisfero. Infatti proprio in prossimità del suo passaggio perielico, avvenuto il 16 dicembre quando si trovava a soli 10,2 milioni di chilometri dalla Terra, raggiunse la 3,0^ magnitudine. La caratteristica essenziale di quest'ultima apparizione della cometa Wirtanen è stata quella di mostrarsi prevalentemente senza coda, una grande chioma blu-verdastra, con un nucleo piuttosto condensato. Diverse sono state le riprese fotografiche eseguite in questa circostanza. Ho avuto modo di documentata fotograficamente questa cometa periodica nel corso dei passaggi al perielio del 2008 e del 2018 |
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64P/Swift-Gehrels (0064P): ho ripreso fotograficamente per la prima volta questa cometa periodica il 18 agosto 2018 da Roma. Documentata con il telescopio FFC F=760mm è risulta piccola e con una coda di pochi primi d'arco. Scoperta il 17 novembre 1889 dall'astronomo americano Lewis A. Swift al Warner Observatory, Rochester, New York, fu descritta dallo stesso Swift come piuttosto debole. In quel periodo fu osservata per pochi mesi, fino all'inizio del 1890 per poi non essere più individuata nei passaggi successivi al perielio. L'8 febbraio 1973 fu riscoperta casualmente dall'astronomo statunitense Tom Gehrels dell'Osservatorio di Mt. Palomar, California che la stimò di magnitudine 19^, molto debole. Per 83 anni se ne persero le tracce e sino ad allora venne considerata una cometa perduta. Il suo periodo orbitale attualmente è di 9,23 anni. Da allora è stata nuovamente osservata nei passaggi del 1981; 1991; 2000; 2009 e quest'ultimo del 2018. Il prossimo passaggio avverrà il 31 marzo 2028. Gli elementi orbitali riportati nella pagina introduttiva (seguente), sono quelli calcolati ed aggiornati di Syuichi Nakano basati su 1259 osservazioni comprese fra il 1991 e il 2018, comprendenti le perturbazioni planetarie dei pianeti da Mercurio a Nettuno e dei tre pianeti minori: Cerere, Pallade e Vesta. L'errore residuo medio è stimato in +/- 0,51" d'arco. La cometa periodica Swift-Gehrels è stata ripresa fotograficamente soltanto nell'approssimarsi al passaggio al perielio del 2018. |
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C/2017 M4 Atlas (CK17M040): cometa non periodica scoperta il 21 giougno 2017 quand'era di magnitudine apparente +18,3^ dall'Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System (ATLAS) Team, in particolare da R. J. Wainscoat il quale ne ha identificato la natura in immagini datate 16 giugno 2017, quando si proiettava nella costellazione del Perseus. Si è trattato di una piccola e debole cometa che è stata possibile fotografare nel corso dell'estate 2018. L'orbita della cometa è iperbolica (CBET 4408). Il 6 marzo 2019 la cometa C/2017 M4 è passata a 2,09 UA da Giove (Nakano) Mentre il passaggio al perielio è stato il 17 gennaio 2019. E' stata documentata fotograficamente nelle seguenti date: 21, 23 luglio. Il primo, l'11, il 17 e il 26 agosto 2018 da Roma impiegando sempre la Flat Field Camera della Lichtenknecker Optics (1,85"/pixel). Per quanto riguarda la luminosità tra maggio e luglio 2018 la cometa si è attestata tra una magnitudine di +14,0^ +15,0^ mostrando una chioma chiaramente compressa (DC 6) con un diametro stimato di 0,7'. |
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21P/Giacobini-Zinner - (0021P): ho osserevato e fotografato per la prima volta questa cometa periodica a settembre del 1985, pochi mesi prima di iniziare la campagna fotografica per la cometa 1P/Halley aderendo al programma dell'Internationl Halley Watch (IHW). Scoperta il 20 dicembre del 1900 da Michel Giacobini fu poi riscoperta nel secondo passaggio da Ernest Zinner il 23 ottobre 1913. Nel corso delle sue frequenti apparizioni è successo che raggiunse anche l'8,0^ magnitudine, ma nel corso del particolare passaggio del 1946 a seguito di un consistente outburst raggiunse addirittura la 5,0^ magnitudine. L'orbita della cometa presenta una peculiarità che la contraddistingue dalle altre comete di tipo gioviano. Il suo afelio è posto in prossimità dell'orbita del pianeta Giove, mentre il suo tipico periodo orbitale è circa la metà di quello di Giove stesso. Questo fatto porta la cometa ad incontri ravvicinati con il gigante gassoso, all'incerca ogni due orbite. Nel corso di questi ravvicinamenti Giove con la sua forza di gravità perturba l'orbita della 21P/Giacobini-Zinner viariando spesso la distanza perielica. L'utlimo passaggio da me documentato della cometa è stato quello del 2018 per mezzo delle riprese ccd.In questo frangente le riprese vanno dalla fine di giugno, fino a metà settembre producendo nella fattispecie una cospicua documentazione dalla postazione di Roma. Il prossimo passaggio è atteso per il 2025. |
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41P/Tuttle-Giacobini-Kresak - (0041P): cometa periodica (periodo 5,43 anni) scoperta da Horace Parnell Tuttle il 31 maggio 1858. Riscoperta indipendentemente nel 1907 da Michael Giacobini, fu nuovamente riscoperta per la terza volta nel 1951 da Lubor Kresàk. Appartenente alla famiglia di comete gioviane, possiede un afelio paragonabile a quello del pianeta gigante gassoso (circa 5,4 UA). La caratteristica più importante da ricordare di questa cometa è la facilità di esibire durante il suo avvicinamento al Sole, outburst, giungendo come altre comete con simili caratte-ristiche, a incrementare la sua luminosità di ben 9 magnitudini.La fama di questa cometa infatti è principalmente legata al comportamento che ebbe l'8 gennaio 1973, quando dalla 21^ magnitudine, nell'arco di 4 mesi circa, giunse alla 14^ magnitudine. Alla fine del mese di maggio raggiunse e oltrepassò la 4^ magnitudine! Per quell'occasione sviluppò anche una breve coda di 0,2° mostrando in definitiva un incremento reale della sua luminosità pari a 10.000 volte. Per tutto il mese successivo cominciò ad affievolirsi sempre più ritornando alla 14^ magnitudine. Ma il 7 luglio ci fu una nuova impennata di luminosità guandagnando ancora la 4,5^ magnitudine. Nel passaggio del 2006 è stato al massimo un oggetto di 10^ magnitudine. Nel passaggio del 2011 non fu avvistata perchè l'approssimarsi al perielio si è verificato quando la cometa si trovava sul lato opposto del Sole. Mentre nel passaggio del 2017 la cometa 41P/Tuttle-Giacobini-Kresàk fu avvistata il 10 novembre 2016 dal Pan-STARR telescope, quand'era di 21^ mag. Per quell'anno risalì la sua luminosità progressivamente senza mostrare segni d'instabilità dovuti ad improvvisi outburst. Il 1 aprile 2017 è passata a 0,142 UA dalla Terra, circa 21 milioni di km). La luminosità infatti seguì interamente la parabola di avvicinamento al Sole mostrandosi dalla 21^ magnitudine, fino alla 6^ magnitudine di metà aprile 2017. Le immagini ottenute sono state realizzate nei mesi di feb; mar; e apr |
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C/2016 U1 (NEOWISE) - ( CK16U010 ): cometa con orbita iperbolica, quindi non periodica, scoperta il 21 0ttobre 2016 da Joseph R. Masiero e James M. Bauer con il programma NEOWISE; parte di un progetto organizzato per l'individuazione di asteroidi collegato con la missione WISE (Wide-field Infrared Survey Explorer) finanziato dal Planetary Science Division della NASA. NEOWISE archivia misure di posizione di asteroidi e comete. Al momento della scoperta la magnitudine rilevata della cometa era di circa 19^ (CBET 4335). Questa cometa è stata una sorpresa, infatti se da previsioni era stata dichiarata che avrebbe raggiunto la 12,5^ mag, in realtà a dicembre dello stesso anno si è attivata portandosi a magnitudini nettamente più elevate, e che la previsioni precedenti fossero certamente sottostimate raggiunmgendo al massimo la 6^ magnitudine. Il diametro della chioma raggiunse 1,5-2" (circa 65.000 km) nei primi gioni di visibilità, mentre verso la fine della sua visibilità la chioma si estese sino a valori di 6,5" (200.000km). La minima distanza dal Sole è stata di 0,3191 UA passando al perielio in data14 gennaio 2017. |
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2P/Enke - (0002P): come per la cometa di Halley porta il nome del suo calcolatore e non dello scopritore, e come per essa è stata in passato fra le comete più studiate. Scoperta da P. Mechain il 17 gennaio del 1786, fu riscoperta nel 1808 quando Johann Franz Enke si mise a calcolarne l'orbita che risultò poi essere ellittica. Sappiamo oggi che Enke effettuò calcoli basati principalmente sulle apparizioni del 1786, del 1795, del 1808 e del 1818. Nel 1819 pubblicò le sue conclusioni nel giornale genovese Correspondance Astronomique, e predisse il suo ritorno nel 1822. E' la seconda cometa della quale sia stata determinata la periodicità. Alcuni ricercatori ritengono che questa cometa si sia originata da una più grande spaccatasi anticamente e che avrebbe provocato la distruzione del territorio situato tra Gaza e Troia; questa ipotesi sarebbe supportata dalla presenza di un presunto cratere meteoritico in Iraq, attualmente riempito dal lago di Umm al Binni. Una caratteristica dell'orbita di questa cometa è che l'afelio non raggiunge l'orbita di Giove, pertanto nel tempo non subirà le perturbazioni del pianeta gassoso. La cometa Enke risulta praticamente visibile per tutto l'anno ed ogni tre ritorni, 10 anni, ripete lo stesso identico passaggio in cielo. Pare che il nucleo ruoti in circa 15,1 ore. La Enke appartiene alla famiglia delle comete gioviane e la misura del suo nucleo è equivalente a 4,8 Km. La cometa 2P/Enke è stata qui seguita nel periodo compreso tra inizio gennaio sino a metà febbraio 2017. |
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C/2015 V2 (Johnson) - ( CK15V020 ): cometa con orbita iperbolica scoperta il 3 novembre del 2015 da Jess A. Johnson del Catalina Sky Survey) di apparente magnitudine 17,1^ che già presentava una chioma di 10"-15" d'arco (CBET 4161). La scoperta di Jhonson è avvenuta utilizzando un telescopio Schmidt-Cassegrain da 68cm (27") di diametro, notizia poi in seguito diramata e pubblicata per mezzo della circolare MPEC: 2015-V44.
Al momento della scoperta la cometa si proiettava nella costellazione boreale della Lince. Dalle prime misurazioni è stata calcolata un'orbita avente il semi-asse maggiore di 59.200 UA (0,94 anni luce) con una eccentricità di 1,00171, quindi una volta superato il perielio (12 giugno 2017) la cometa ha abbandonato per sempre le regioni interne del Sistema Solare. L'andamento della cometa nei mesi invernali 2016-17 è stato leggermente più positivo rispetto alle previsioni. Sulla base di 360 osservazioni, condotte da 41 osservatori attivi, era previsto che nella fase massima la luminosità della cometa potesse raggiungere e superare la 8^ magnitudine nella prima settimana di giugno, rispettando quindi la formula: m = 6.8m + 5⋅log ∆ + 6.7⋅log. Ho iniziato a seguire fotograficamente la cometa Johnson a partire dal 7 gennaio, fino al 26 maggio 2017. In tutto questo periodo la cometa ha mostrato con il passare dei giorni una coda di polvere sempre più lunga e ben visibile. Dal 29 di aprile è apparsa anche una seconda coda più debole, all'inizio quasi a 90° dalla principale, poi si è spostata aumentanto i gradi di distanza, stretta e lunga. Alla fine di maggio la cometa Johnson ha raggiunto il valore massimo del diametro della chioma con un valore stimato di 17' (620.000km). |
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45P/Honda-Mrkos-Pajdusakova - (0045P): cometa periodica a breve periodo orbitale (5,33 anni) appartenente alla famiglia delle comete gioviane (ordine di comete caratterizzate da periodi orbitali inferiori a 20 anni). Con un nucleo stimato in circa 0,9 chilometri, fu scoperta da Minuru Honda il 3 dicembre 1948, durante una normale routine di ricerca presso l'osservatorio di Kurashiki, in Giappone. Egli stesso poi ne cofermò la scoperta il 5 dicembre descrivendo la cometa come: diffusa e con magnitudine 9^. Ad oggi (06/2020) invece non è dato sapere come gli altri co-scopritori - Antonìn Mrkos e Ľudmila Pajdušáková - in quale modo e con quali mezzi abbiano scoperto indipendentemente la cometa, o perlomeno non ho trovato informazioni a riguardo. L'orbita fu in seguito riconosciuta ellittica avente un periodo di poco superiore ai 5 anni (5,2). Calcolando a ritroso si scoprì poi che inizialmente nel 1933 il periodo orbitale pre-scoperta fosse invece di 5,5 anni e pertanto si determinò che ci fu un approccio ravvicinato al pianeta Giove nell'agosto del 1935 (a 0,08 UA) che ridusse il periodo orbitale della cometa agli attuali 5,3 anni. L'ellitticità dell'orbita fu calcolata per la prima volta da A. Schmitt, usando le posizione prelevate nelle notti dell'8; 11 e 14 dicembre da cui emerse un periodo di 7,10 anni. Schmitt osservò poi che gli elementi orbitali presentavano una certa somiglianza con quelli della famosa cometa perduta di Biela (Kronk - Cometography). La cometa 45P nel corso della sua vita ha totalizzato sino ad oggi 11 avvicinamenti ravvicinati alla Terra e 2 avvicinamenti ravvicinati con il pianeta Giove. Per questa cometa conservo un primato legato al passaggio del 2011. Leggendo infatti le circolari ufficiali MPC è riportato che le primissime immagini della cometa 45P dopo il passaggio al perielio, risalgono al mattino del 24 settembre 2011, per altro realizzate da osservatori in remoto collocati nelle migliori postazioni terrestri. Fortuna ha voluto che dalla mia postazione urbana di Roma sono riuscito ad essere tra i primi, se non il primo in assoluto, ad osservare e fotografare la cometa 45/P sin dal mattino del 21 settembre (MPC 76307 & MPEC 2011-S55/S57) Ho documentato questa cometa nel corso dei passaggi al perielio del 2011 e del 2017 |
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C/2014 W2 (PANSTARRS) - ( CK14W020 ): cometa con orbita iperbolica passata al perielio il 10 marzo 2016 (MPEC 2017-T14), è stata scoperta dal sistema esplorativo Pan-STARRS PS1 telescope ( Panoramic Survey Telescope & Rapid Response System) dell'Osservatorio alle Hawaii Haleakalā del diametro di 1,8 metri in configurazione Ritchey-Chretién, un progetto sostenuto finanziariamente da una collaborazione tra diverse strutture, tra cui: l'istituto per l'astronomia delle Hawaii, il MIT, i laboratori Lincoln, l' MHPCC, ed il SAIC ( Science Application International Corporation). Scoperta per mezzo della routine di ricerca nella notte del 17 novembre 2014 quand'era di 18,8^ magnitudine (CBET nr.4019), si proiettava nella costellazione del Taurus poco ad est delle Iadi. Dalla circolare MPEC 2014-W55 si legge di un'individuazione di pre-scoperta effettuata dal Catalina Sky-Survey, identificate da T. Spahr il 26.3 ottobre 2014 quando la cometa era di 18.0^ magnitudine e di un'altra del 16.3 novembre 2014. Ha raggiunto la massima luminosità nella prima quindicina del mese di luglio 2016 attestandosi intorno all'11^ magnitudine. Proprio di quel periodo risale l'unico documento ottenuto con la FFC 760mm f/4,0 in cui appare anche una debole e corta coda leggermente aperta.
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C/2013 US10 (Catalina) - (CK13U10S): cometa non periodica scoperta il 31 ottobre 2013 dal Catalina Sky Survey come un oggetto di 18,6^ magnitudine impiegando un telescopio in configurazione ottica Schmidt-Cassegrain da 68cm di diametro. Da Wikipedia si apprende che durante il primo calcolo dell'orbita, pubblicato il 2 novembre 2013, furono selezionate erroneamente alcune immagini di pre-scoperta di un'altro oggetto che condussero a stimare la durata del periodo orbitale di soli 6 anni. L'errore fu corretto il 6 novembre, quando furono considerate osservazioni di pre-scoperta risalenti al 14 agosto, al 1º, 9, 12 e 23 settembre. Nel settembre del 2015 la cometa ha raggiunto la sesta magnitudine (5,5^) raggiungendo l'apice di luminosità, diventando un oggetto visibile ad occhio nudo. Il 15 novembre 2015 ha raggiunto il perielio transitando ad una distanza dal Sole di 0,82 UA, mentre il massimo avvicinamente alla Terra è stato raggiunto il 17 gennaio 2016 a 0,72 UA (108 milioni di Km) dal nostro pianeta. Nella pagina relativa alla documentazione di questa cometa è presente soltanto una fotografia realizzata con il Takahashi BRC250 nella notte del 17 gennaio 2017.
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C/2015 F4 (Jacques) - (CK15F040): cometa non periodica scoperta la notte del 27 marzo 2015 (CBET nr.4085) da Cristóvão Jacques astronomo dilettante (ingegnere) dell'Osservatorio SONEAR (abbreviazione di Southern Observatory for Near Earth Asteroids Research) un osservatorio privato vicino Oliveira, una città a 120 chilometri da Belo Horizonte - Brasile, quand'era di 16,2^ magnitudine con l'ausilio di un telescopio automatico da 28cm f/2,2. Si è trattato della terza cometa ad essere scoperta dal team brasiliano (composto anche da E. Pimental e J. Barros) dopo le comete C/2014 E2 (Jacques) e la prima: C/2014 A4 (SONEAR). La cometa ha raggiunto il perielio il 10 agosto 2015 a circa 134 milioni di Km dal Sole mostrandosi non più luminosa della 10^ magnitudine e con una breve coda di pochi primi d'arco di lunghezza. Nel sito sono presentate due immagini riprese contemporaneamente una con il Takahashi BRC250 + ccd e un'altra a colori ottenuta con il Pentax SDUF II e la Nikon D3 dal cielo limpido d'alta quota di Forca Canapine (PG).
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110P/Hartley 3 - (0110P): altra cometa periodica appartenente alla famiglia di comete gioviane. Scoperta da Malcolm Hartley, astronomo inglese dell'Osservatorio di Siding Spring in Australia, il quale al suo attivo conta ben 13 comete, su lastre esposte nelle notti del 19 e 22 febbraio 1988. Al momento della scoperta la cometa si presentava di magnitudine 16,5^ con una coda di 10' d'arco (Gary W. Kronk's Cometography). In seguito all'annuncio del 23 febbraio Carolyn & Eugene Shoemaker trovarono la cometa anche in un'altra lastra esposta il 19, poche ore prima dell'immagine del Siding-Spring. La lastra della pre-scoperta era stata ottenuta con il telescopio Schmidt da 46cm dell'Osservatorio di Monte Paolomar. Con le immagini ottenute sino a quel momento Daniel W. Green del Central Bureau for Astronomical Telegrams, calcolò la prima orbita che fu pubblicata per la prima volta il 1 marzo. Fu chiaro che si trattò di un'orbita ellittica che indicava la data del perielio al 1 agosto 1987, con la distanza del perielio di 2,44 UA e un periodo orbitale di 6,76 anni. In seguito all'acquisizione di ulteriori osservazioni, Brian G. Marsden (Central Bureau for Astronomical Telegrams) calcolò un'orbita rivista che indicava una data del perielio del 14 luglio 1987 e di una distanza del perielio di 2,45 UA e un periodo orbitale di 6,85 anni. Sono qui documentati i passaggi al perielio del 2008 e del 2015 |
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C/2014 Q2 (Lovejoy) - (CK14Q020): cometa a lungo periodo scoperta il 17 agosto 2014 dall'astrofilo australiano Terry James Lovejoy, quando si mostrò per la prima volta con una luminosità di 14,8^ magnitudine nella costellazione della Puppis. Si trattò della quinta cometa scoperta da Lovejoy. Lo strumento impiegato fu un telescopio a schema ottico tipo Schmidt-Cassegrain Celestron da 8" (MPEC 2014-Q10), installato nel suo osservatorio privato a Brisbane, Australia. La sua tecnica di caccia alle comete consisteva nel riprendere una serie di tre grandi immagini per campo stellare, distanziate per un certo lasso di tempo e dopo averle calibrate, per mezzo un un software adatto, analizzava tutti i campi inquadrati alla ricerca degli oggetti in movimento. Il software per quanto preciso indagava grossolanamente le inquadrature, pertanto occorreva in seguito una certa rifinitura manuale condotta in un secondo tempo ad occhio. Agli inizi di dicembre 2014 la cometa ha raggiunto la 7,4^ magnitudine, mentre a metà mese fu possibile vederla ad occhio nudo e già mostrava una coda di gas estesa. A gennaio 2015 ha raggiunto la 4a magnitudine; il 7 gennaio è transitata a 0,469 UA (70 milioni di Km) dal nostro pianeta mentre il 30 gennaio ha percorso il perielio a 1,29 UA dal Sole. Personalmente è stata documentata a partire dal 21 dicembre 2014, fino al 19 marzo 2015 principalmente con la FFC della Lichtenknecker Optics.In tutto questo periodo di tempo la cometa Lovejoy ha prodotto una coda di gas in costante ed intrigante evoluzione. |
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C/2014 E2 (Jacques) - (CK14E020 ): La primissima designazione della cometa a lungo periodo Jacques fu S002692 (...). E' stata la seconda scoperta cometaria che ha coinvolto il team brasiliano SONEAR (Southern Observatory for Near Earth Research), fondato Cristóvão Jacques con la collaborazione di João Ribeiro de Barros e di Eduardo Pimentel, con l'ausilio del telescopio da 46 cm di apertura (18 pollici). L'oggetto è stato è stato identificato in una serie d'immagini ottenute nella notte tra il 12-13 marzo 2014, quand'era di 15^ magnitudine (r). Sebbene il team dell'Osservatorio SONEAR sia composto da tre astrofili, Cristóvão Jacques ha avuto il privilegio di identificare la cometa per primo e quindi di atribuire il proprio nome alla cometa. All'alba del 14 marzo 2014 la cometa si trovava nella parte nord-occidentale della costellazione del Centauro, a circa 4° sud-est dalla stella beta Hydrae. La notte tra il 22 e il 23 marzo, gli osservatori Marco Goiato e Alexandre Amorim hanno rilevato visivamente la cometa, stimando la sua luminosità totale della chioma tra le magnitudini 10,5^ e 10,8^. La cometa ha raggiunto la magnitudine +5,0^ tra l'ultima settimana di giugno e la prima settimana di luglio, ma gli elementi orbitali indicavano che il perielio si era verificato quasi in congiunzione superiore con il Sole, rendendo pertanto difficile l'osservazione al momento della massima luminosità. In questo contesto la cometa Jacques è stata documentata per tre distinte date.
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209P/LINEAR - (0209P): cometa periodica appartenente alla famiglia di cometa gioviane. Scoperta dal progetto LINEAR (Lincoln Near-Earth Asteroid Research - New Mexico, USA) la notte del 3 febbraio 2004 (MPC: 2004-C16), utilizzando il riflettore da 1,0 metri (39") - IAUC 8314 - su cinque immagini acquisite in sequenza. In un primo momento fu ritenuta un asteroide data la mancanza di chioma, solo aspetto stellare, infatti fu nominato 2004 CB. La scoperta fu confermata da S. Sposetti (Gnosca - Svizzera) per mezzo del suo riflettore da 40cm. Successivamente Rober H. McNaught, grazie ad una sequenza d'immagini ottenute il 30 marzo 2004, osservò una piccola coda di 1,1' in PA 274°: pertanto il 12 dicembre 2008 fu assegnato il numero permanente di 209P. Nel 2009 furono rinvenute alcune immagini di pre-scoperta risalenti a dicembre 2003. Nel 2014 da Arecibo furono ottenute alcune imagini radar che evidenziarono la forma del nucleo della cometa simile ad un'arachide con un diametro di circa 2,4 Km. La cometa ha bassa attività se messa in relazione con le sue dimensioni, pertanto si ritiene che evolverà in cometa estinta. In questo contesto la cometa 209P/LINEAR è stata documentata con il Takahashi BRC250 in data 24 maggio 2014. |
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C/2012 K1 (PANSTARRS) - (CK12K010): cometa non periodica retrograda (e= 1.00021) appartenente alla nube di Oort, individuata per la prima volta il 17 maggio 2012 con il telescopio Pan-STARRS da 1,8 metri di diametro in configurazione Ritchey-Chrétien, situato sulla cima dell' Haleakalā, presso l'omonimo Osservatorio sull'isola Maui, alle Hawaii. Al momento della scoperta la cometa si presentava di +19,7^ magnitudine con una distanza dal Sole di 8,7 UA e con un'inclinazione dell'orbita pari a 142.43°. Nel 2014 la cometa è stata visibile nell'emisfero boreale, quando alla fine di aprile ha raggiunto la + 8,8^ magnitudine, quand'era alla minima distanza alla Terra. Tra maggio e giugno 20014 la cometa ha raggiunto la magnitudine +7,9^ in coincidenza con il periodo in cui è stata qui documentata fotograficamente per mezzo del telescopio Takahashi BRC250. In questo arco di tempo la cometa ha mostrato due code relativamente lunghe < 20'. La cometa nel suo percorso ha raggiunto infine il perielio il 27 agosto 2014 a 1,05 UA (157 milioni di Km) dal Sole, rendendosi poi osservabile soltanto dall'emisfero australe. A parte l'esclusiva finestra aperta dal coronografo C3 del Solar Heliospheric Observatory (SOHO) in cui è stato possibile seguire la cometa dal 2 al 16 agosto. In questa cometa attraverso alcune analisi spettrografiche sono state rilevate emissioni di H2O, HCN, CH4, C2H6, CH3OH e CO (The Astronomical Journal: "The Composition of Comet C/2012 K1 (PanSTARRS) and the Distribution of Primary Volatile Abundances Among Comets" N.X. Roth et al.) |
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C/2013 R1 (Lovejoy) - (CK12R010): cometa di lungo periodo scoperta il 7 settembre 2013 dall'astrofilo australiano Terry James Lovejoy, mediante l'utilizzo di un telescopio Schmidt-Cassegrain. La cometa C/2013 R1 ha oltrepassato l'equatore celeste il 14 ottobre 2013, rendendosi così visibile ell'emisfero boreale. Il 1º novembre la cometa è divenuta visibile a occhio nudo quando si trovava vicino all'ammasso del Presepe (M44), a circa metà strada fra il pianeta Giove e l'alpha Leo, Regolo. Osservata attraverso il binocolo 15x80mm, la C/2013 R1 è apparsa come un ammasso globulare appena verdastro. Il 19 novembre sempre 2013 la cometa la cometa Lovejoy ha raggiunto la minima distanza dalla Terra, corrispondente a circa 0,3967 UA (59.350.000 km) con una magnitudine apparente di 4,5^. Il 27 novembre la cometa si trovava nella costellazione dei Cani da Caccia, mentre dal 28 novembre al 4 dicembre era in Bootes. Dal 4 dicembre al 12 dicembre la cometa passò attraverso la costellazione della Corona Boreale. Dal 12 dicembre fino al 14 gennaio la cometa è passata attraverso la costellazione Ercole. Il perielio è stato raggiunto il 22 dicembre alla distanza di 0,81 UA dal Sole. Al perielio la cometa aveva un'elongazione di 51 gradi. La documentazione per questa cometa è relativa soltanto ad una data quella del 30 novembre 2013, ottenuta con il Takahashi BRC250 |
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C/2011 R1 (McNaught) - (CK11R010): è stata la cinquantunesima cometa scoperta da Robert H McNaught ("The 51st Comet McNaught Sky & Telescope marzo 2010"), astronomo scozzese/australiano in carica presso il Research School of Astronomy & Astrophysics dell'Università Nazionale Australiana, il quale ha ripresola C/2011 R1 per la prima volta il 9 settembre 2009 dall'Osservatorio di Siding Spring nel Nuovo Galles del Sud, Australia dandone immediata notizia all'intera comunità. Al 27 luglio 2013 McNaught conta ben 82 comete al suo attivo, di cui 29 sono periodiche! Come conferma successiva si è aggiunta l'osservazione fotografica dell'Optical Ground Station (OGS) telescope dell'ESA a Tenerife. Altre immagini di pre-scoperta furono individuate fino al 20 luglio 2009. Al momento della scoperta la cometa McNaught si presentava come un oggetto di 17,3^ magnitudine (Seiichi Yoshida, C/2009 R1 McNaught, su aerith.net.). L'incremento di luminosità nei periodi successivi si sono mostrati lenti e costanti, tanto che a metà marzo veniva stimata di 15^ magnitudine. Poi ad inizio maggio a preso ad aumentare repentinamente fino ai primi di giugno quando si rese visibile ad occhio nudo, giungendo infine al massimo di luminosità a fine giugno inizio luglio di +2,0^, ma purtroppo con una elogazione dal Sole ravvicinata. Nella fase di attraversamento del Sistema solare interno, la cometa è stata caratterizzata da una chioma di un brillante colore verde, seguita da una lunga coda ionica. Il 6 giugno, la lunghezza della coda è stata stimata in 5 gradi. |
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P/2005 L1 (McNaught) - (PK05L010 ): cometa periodica scoperta il 2 giugno 2005 da Robert H. McNaught, astronomo scozzese/australiano in carica presso il Research School of Astronomy & Astrophysics dell'Università Nazionale Australiana dell'Osservatorio di Siding Spring nel Nuovo Galles del Sud, Australia. E' una delle 29 comete periodiche scoperte dall'astrofilo australiano. Al momento della scoperta la cometa McNaught si presentava come un oggetto di 16,7^ magnitudine (Seiichi Yoshida, P/2005 L1 McNaught, su aerith.net.), raggiungendo per quel passaggio al perielio la massima luminosita in luglio 2005 (Seiichi Yoshida, P/2005 L1 McNaught, su aerith.net.). Nel passaggio al perielio del 2013 non è stata più rintracciata: sul sito sempre di Seiichi Yoshida c'è infatti un unica immagine prodotta dal sottoscritto per mezzo del Takahashi BRC250, nella posizione in cui per la data riportata, sarebbe dovuta trovarsi la cometa P/2005 L1 (McNaught) l'08 giugno 2013, ovviamente senza trovarne traccia.
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C/2011 L4 (PANSTARRS) - ( CK11L040 ): cometa non periodica scoperta il 6 giugno 2011 che divenne visibile ad occhio nudo quando era vicino al perielio nel marzo 2013. ["Comet Pan-STARRS: Still on Track". Sky & Telescope]. Fu scoperta usando il telescopio Pan-STARRS situato vicino alla cima di Haleakalā, sull'isola di Maui alle Hawaii nel corso del programma di ricerca di asteroidi e comete, il progetto osservativo dell'istituto di astronomia dell'università delle Hawaii. S. Larson ha successivamente individuato immagini di pre-scoperta della cometa risalenti al 24 maggio dello stesso anno ed acquisite presso l'osservatorio localizzato sul Monte Lemmon in Arizona. Sono state infine trovate ulteriori serie di immagini risalenti al 21 ed al 30 maggio: le prime ottenute dal telescopio Pan-STARRS 1 stesso, le altre con il telescopio Mayhill, in New Mexico, gestito in remoto dalla rete di telescopi iTelescope.net. Le caratteristiche principali dell'orbita di questa cometa sono l'elevata inclinazione del piano orbitale (84°) rispetto alle orbite dei pianeti, l'eccentricità iperbolica, la piccola distanza perielica, solo 0,30 UA dal Sole e la piccola MOID col pianeta Mercurio. La cometa C/2011 L4 probabilmente ha impiegato milioni di anni per entrare nelle zone interne del Sistema Solare dalla nube di Oort. Dopo aver lasciato la regione planetaria del Sistema Solare, il periodo orbitale post-perielio (epoca 2050) è stimato in circa 106000 anni. La produzione di polvere e gas ha suggerito [ScienceAtNASA (14 March 2013). "ScienceCasts: Sunset Comet". Retrieved 17 March 2013] che il nucleo della cometa abbia un diametro di circa 1 chilometro. Al momento della scoperta la cometa si trovava alla distanza di 7,9 UA dal Sole e presentava una magnitudine +19,4^ [Yoshida, Seiichi. "C/2011 L4 ( PanSTARRS )". www.aerith.net ]. Il 7 febbraio 2013 ha superato la soglia di visibilità ad occhio nudo, mentre il 5 marzo è transitata alla minima distanza dalla Terra (1,09UA). Il 10 marzo ha raggiunto il perielio. A metà marzo la cometa immersa nei bagliori del crepuscolo serale era percettibilmente visibile ad occhio nudo,anche se con difficoltà. Risalgono a questo periodo le prime fotografie a colori eseguite con la FFC presenti alla corrispettiva pagina del sito.
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C/2012 K5 (LINEAR) - (CK12K050): con la circolare CBET nr. 3127, pubblicata il 28 maggio 2012, è stata annunciata la scoperta della nuova cometa (magnitudine alla scoperta +18,5) avvenuta il giorno 25 maggio 2012 da parte del programma Lincoln Laboratory Near-Earth Asteroid Research project (LINEAR), su immagini CCD scattate con il riflettore da 1.0m f/2.15 il 25 maggio. Al momento della scoperta la cometa si proiettava nella costellazione della Vulpecula. Cometa non periodica con orbita iperbolica avente un'inclinazione di 93° e perielio in data 28 novembre 2012.
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C/2012 S1 (ISON) - (CK12S010): cometa radente scoperta il 21 settembre 2012 dal bielorusso Vital Mikalaevič Newski e dal russo Artëm Olegovič Novičonok. La scoperta è stata effettuata utilizzando un telescopio riflettore da 40cm dell'International Scientific Optical Network vicino a Kislovodsk in Russia. Analizzando gli elementi orbitali all'epoca ci si pose con l'aspettativa si trattasse della prima cometa ben visibile ad occhio nudo dall'emisfero boreale sin dal 1997 (anno della Hale-Bopp). Spettacolo comunque disilluso durante l'autunno perchè la cometa ISON infatti si disintegrò al perielio il 28 novembre 2013, lasciando solo un tenue residuo di polveri e frammenti. La cometa è transitata al perielio il 28 novembre 2013 ad una distanza di 0,012 au dalla superficie solare. La sua orbita era iperbolica e molto inclinata rispetto al piano dell'eclittica, elementi che fanno ritenere altamente probabile che la cometa provenisse dalla nube di Oort. Il 26 dicembre 2013 è passata a circa 0,4 au, circa 60 milioni di km, dalla Terra, Nelle ore attorno al passaggio al perielio la cometa, secondo alcune stime, avrebbe potuto raggiungere una magnitudine negativa di -13,1^ portandosi al livello, e forse anche superando, quella della cometa Ikeya-Seki che nel 1965 raggiunse la magnitudine di −10. Secondo le previsioni avrebbe potuto rimanere di magnitudine negativa fra il 24 novembre e il 3 dicembre, invece la cometa diminuì gradualmente le aspettative di visibilità già qualche mese prima dell'avvicinamento al perielio, a causa di alcuni improvvisi ed inaspettati outburst. Qualche giorno dopo il passaggio al perielio, secondo i dati raccolti da SOHO, la cometa ISON si frantumò in buona parte, subendo una perdita di luminosità tale da rendere impossibile la visione amatoriale. |
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260/P McNaught - (0260P): cometa periodica con periodo di 6,890 anni ad orbita ellittica scoperta il 20 maggio 2005 da Robert H. McNaugh, astronomo scozzese/australiano in carica presso il Research School of Astronomy & Astrophysics dell'Università Nazionale Australiana dell'Osservatorio di Siding Spring nel Nuovo Galles del Sud, Australia. E' una delle 29 comete periodiche scoperte dall'astrofilo australiano. quando si presentava di magnitudine 17,3^. In tutti i successivi passaggi al perielio la cometa è stata sempre osservata (12 settembre 2012; 9 settembre 2019 e il prossimo previsto per il 5 agosto del 2026). Il primo a riosservare la cometa 260P nel passaggio al preielio del 2012 fu Martin Masek (Argentina) quando la cometa era di 17,5^ magnitudine. Quest'ultimo passaggio è stato il migliore per quanto riguarda la luminosità raggiunta dalla cometa. L'apporto personale relativo alla documentazione di questa cometa risale infatti a quest'ultimo passaggio al perielio, con il quale si è contribuito con una sola immagine realizzata da Roma con la Flat Field Camera. |
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168/P Hergenrother - (0168P): nominata anche come cometa Hergenrother 1, è una cometa periodica appartenente alla famiglia delle comete gioviane scoperta dall'astronomo statunitense Carl W. Hergenrother associato al Catalina Sky Survey scopritore di altre tre comete periodiche. La scoperta è avvenuta per mezzo di immagini CCD ottenute da T. B. Spahr con il telescopio Schmidt da 41cm nel corso del Catalina Sky Survey del 21 novembre 1998. Un'immagine aggiuntiva ottenuta sempre il 21 novembre mostrava la cometa che si spostava verso nord-est. Stimò la magnitudine di 17.3^ e disse che la cometa era moderatamente condensata con una coda larga che si estendeva 30"-60" arcsec verso PA 80 °. Altre immagini furono poi ottenute il 22 novembre. Il primo calcolo dell'orbita che risultò parabolica, fu prodotto da Brian G. Marsden (Central Bureau for Astronomical Telegrams) e pubblicato sulla circolare IAU 7057 (1998 November 23). Sulla base delle posizioni acquisite nel periodo dal 21 al 23 novembre 1998, venne determinata una prima data del perielio risultata il 26. novembre 1998 ad una distanza di 1,56 UA. La bassa inclinazione spinse Marsden a suggerire che la cometa fosse "probabilmente di breve periodo". Il 18 dicembre l'Ufficio Centrale ha pubblicato l'MPEC 1998-Y15. che indicava ulteriori osservazioni che confermavano il suggerimento di Marsden secondo cui la cometa si stava muovendo in un'orbita di breve periodo. Sulla base di 37 posizioni ottenute nel periodo dal 16 novembre al 17 dicembre, Marsden rifinì la data del perielio al 6 dicembre 1998 con una distanza del perielio di 1,42 UA e un periodo orbitale di 6,78 anni. Nell'ottobre 2012 la cometa ha raggiunto una luminosità di centinaia di volte superiore a quella prevista dalle effemeridi a causa della frammentazione del suo nucleo: l'iniziale scissione in due frammenti è stata scoperta da un team di astrofili italiani con a capo Giovanni Sostero della UAI. In questo contesto la cometa è stata documentata in occasione proprio del passaggio del 2012 con sei distinte date per mezzo della Flat Field Camera dal cielo Roma. |
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C/2008 FK75 (Lemmon - Siding Spring) - (CK08F75K): cometa non periodica scoperta per la prima volta il 31 marzo 2008 nel corso del Mt. Lemmon Survey come un oggetto apparentemente asteroidale. Successivamente, è stato riscoperto in modo indipendente dall'indagine Siding Spring (di nuovo apparentemente asteroide) il 1 ° luglio 2008. Due giorni dopo, J. Young riferì che le immagini mostravano un coma diffuso [IAUC 8958, 7 luglio 2008]; poi altri osservatori hanno confermato l'apparizione cometaria. L'arco di osservazione di C / 2008 FK 75 ha coperto 5,6 anni in una gamma di distanze eliocentriche: 8,24 au - 4,511 au (perielio) - 9,51 au. La cometa ha avuto il suo approccio più vicino alla Terra il 16 giugno 2010 (4.057 au, 2,5 mesi prima del perielio).
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C/2009 P1 (Garrardd) - (CK09P010): cometa non periodica scoperta il 13 agosto 2009 da Gordon John Garradd, astronomo australiano dell'Osservatorio di Siding Springs - Australia, nonchè scopritore di ben 17 comete e diversi asteroidi. Al momento dell'individuazione la cometa si trovava a 8.7 UA dal Sole ed era di magnitudine 17,5^. Questa nuova cometa si è presentata con un'orbita quasi parabolica inclinata di 106°. Ha raggiuto il suo perielio il 23 dicembre 2011, a una distanza dal Sole di circa 1,5505 UA. Le osservazioni dalla Terra sono state favorevoli fin dall'inizio di marzo 2012, dove la sua distanza dalla Terra è scesa fino a circa 1,27 UA. Osservazioni terrestri (Villanueva et al. 2012) e osservazioni spaziali, ad esempio satellite Swift e la sonda spaziale Deep Impact (Bodevits et al. 2012) hanno indicato un elevato tasso di produzione di polvere, anche se lontana dal Sole, suggerendo che la sua attività potrebbe non essere stata solo innescata dalla sublimazione del ghiaccio in acqua.
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C/2010 X1 (Elenin) - (CK10X010): è stata una cometa non periodica frantumatasi in prossimità del suo passaggio al perielio avvenuto il 10 settembre 2011 ad una distanza di 0,4824 UA dal Sole (72 milioni 170 mila km). Il 16 ottobre 2011, gas e altri frammenti della cometa transitarono a circa 0,23 UA (35.000.000 km) dalla Terra alla velocità relativa di 85.000 km [PL Close-Approach Data: C/2010 X1 (Elenin), su ssd.jpl.nasa.gov]. Scoperta dall'astronomo russo Leonid Vladimiroviç Elenin il 10 dicembre 2010 impiegando l'osservatorio robotico automatizzato dell'International Scientific Optical Network dislocato nei pressi di Mayhill nello stato del New Mexico - USA. Nell'aprile del 2011 la cometa raggiunse una magnitudine apparente di +15,0^ presentando una chioma costituita da una tenue atmosfera di gas e polveri del diametro di 80mila km. Il 21 maggio la chioma raggiunse i 100mila km di diametro, mentre in agosto superò i 200 mila km. A metà agosto raggiunse anche la massima luminosità uguale a +8,3^. Il 19 agosto la cometa Elenin fu investita da una espulsione di massa coronale da parte del Sole che ne causò la disintegrazione, stessa sorte che capitò anche alla cometa C/1999 S4 (LINEAR) nell'agosto del 2000. Nella seconda metà di ottobre 2011 ciò che rimase della cometa divenne di 14^ magnitudine circa. Ed è proprio di questo periodo l'unica documentazione raccolta in questo sito ottenuta per mezzo del Takahashi BRC250 in cui è evidente lo stato diffuso della cometa Elenin..
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255P/ Levy - (0255P): cometa periodica con periodo orbitale di 5,25 anni (JPL Small Body Database Browser P/2006 T1 (Levy) - Jet Propulsion Laboratory) appartenente alla famiglia di comete gioviane scoperta il 2 ottobre 2006 da David H. Levy, astronomo canadese - famoso soprattutto per essere stato il co-scopritore della cometa Shoemaker-Levy 9 che nel 1994 cadde sul pianeta Giove - come oggetto di magnitudine + 10,5^. Poiché le ricerche d'immagini di pre-scoperta hanno dato esito negativo nonostante le effemeridi indicassero che la cometa sarebbe potuta essere ripresa facilmente anche nelle settimane precedenti il 2 ottobre, si ritiene che la scoperta sia stata resa possibile dal verificarsi di una fase di outburst della chioma. La cometa è stata riscoperta il 17 dicembre 2011. (MPEC: 2011-Y07). La minima distanza tra l'orbita della cometa e l'orbita della Terra è di 0,024 UA. In occasione del passaggio al perielio del 2012 14 gennaio, si era tentata una intercettazione con il Takahashi BRC250 in data 22 ottobre 2011, senza successo. |
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213P/ Van Ness - (0213P): cometa periodica appartenente alla famiglia delle comete gioviane frantumata nel corso del secondo passaggio al perielio del 2011 in almeno 3 parti (secondo Hanayama et al. la frantumazione iniziale del nucleo primordiale dovrebbe essere avvenuta proprio durante il ritorno al perielio del 2011), denominate: B; C e D. La scoperta del nucleo primordiale invece risale al 10 settembre 2005, quando fu visto per la prima volta da M. E. Van Ness del Lowell Observatory - LONEOS, probabilmente dopo aver subito un outburst. In quella circostanza ebbe una prima denominazione prendendo il nome di: 213P/2005 R2 Van Ness. Al momento della scoperta si presentava di magnitudine +17,0^. Per questa cometa sono poi state rintracciate altre 7 immagini precedenti la scoperta ("A search of reactivated comets" - Quan-Zhi Ye del Department of Physics and Astronomy, The University of Western Ontario, London, Ontario N6A 3K7, Canada") trovate in una delle survey del NEAT ((Near-Earth Asteroid Tracking) del 2002-2003 quando la cometa si trovava a circa 4,0 UA dal Sole. Con un periodo orbitale di 6,34 anni è stata riscoperta nuovamente da G. Hag (Scranton, KS, U.S.A.) il 31 gennaio 2009 quand'era di 20,7^ magnitudine. In quel caso si trattava del frammento B. Frammento qui documentato (unica immagine del 7 agosto) proprio nel corso del secondo passaggio del 2011. (213P/2009 B3). Questa cometa è stata poi nuovamente osservata nel passaggio al perielio del 2017, ma non dallo scrivente, quando raggiunse a fine giugno 2017 una magnitudine massima poco maggiore della 14,0^. Il prossimo passaggio è previsto per il 2023. |
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C/2009 R1 (McNaught) - (CK09R010): altra cometa non periodica con orbita iperbolica scoperta sempre da Robert H. McNaught la notte del 9 settembre 2009 impiegando l'Uppsala Southern Schmidt Telescope dell' Osservatorio di Siding Sprinmg in New South Wales, Australia. La scoperta è stata poi immediatamente confermata dall'Optical Ground Station di Tenerife - Spagna.. Successivamente sono state individuate immagini di pre-scoperta risalenti fino al 20 luglio 2009. Poiché la sua eccentricità orbitale è superiore ad 1, la cometa non rientrerà più nelle zone interne del Sistema Solare. Al momento della scoperta si presentava come un'oggetto di 17,3^ magnitudine, mentre nei periodi immediatamente successivi ha mostrato un lento e progressivo aumento di luminosità giungendo a superare a maggio, l'11^ magnitudine nelle costellazioni di Andromeda e Perseo. In Giugno invece, sempre dello stesso anno, è il mese in cui ha superato la 6,0^ magnitudine e dove ha mostrato la sua massima luminosità, diventando pertanto visibile ad occhio nudo nelle costellazioni dell'Auriga e dei Gemelli. La nota rivista mensile Sky & Telescope ha persino pubblicato articoli sulla cometa. "Faint Comet in the June dawn"e "Comet in the June dawn". In questo periodo la cometa McNaught ha sviluppato sia una coda ionica stimata in circa 5° di lunghezza e sia una piccola coda di polveri fin dal 13 giungo. Il colore verde della chioma mostrato dalla cometa è stato causato dall'emissione di cianogeno e carbonio biatomico, mentre le tonalità bluastre nella coda di ioni è stato invece prodotto da ioni di monossido di carbonio e da anidride carbonica caricati positivamente. |
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C/2009 K5 (McNaught) - (CK09K050): questa cometa si è presentata con ben due magnitudini in più rispetto alle migliori aspettative Visibile nel cielo mattutino ha continuato a seguire, anche nelle settimane successive, lo stesso trend positivo per quanto riguarda la luminosità, raggiungento il culmine all'inizio del mese di maggio 2010, con una magnitudine massima di 8,0^ (Yoshida). Scoperta il 27 maggio 2009 da Robert H. McNaught, astronomo professionista di origine scozzese in carica presso il Research School of Astronomy & Astrophisics dell'Università Nazionale Australiana, fino al luglio 2013 è il maggior scopritore mondiale con ben 82 comete, stabilendo il primato. Nel momento della scoperta la cometa McNaught si presentava di 17,7^ magnitudine e si proiettava nella costellazione australe del Pavone. Ha raggiunto il perielio (1,422 UA) il 30 aprile 2010. Lo sviluppo della sua luminosità è stato ben rappresentato dalla formula matematica: m = 5,6 m + 5log + 12,5log r. Il diametro della chioma è aumentato da 2,5" (250.000km) di metà febbraio 2010, a 6' (375.000Km) di aprile, sempre dello stesso anno rimanendo però costante nei gorni successivi. Il falso nucleo è stato mederatamente condensato (DC4) Il 9 giugno la Terra ha attraversato il piano orbitale della cometa. A metà mese di aprile 2010 la cometa ha inizato a mostrare unadebole coda non più lunga di 10' d'arco, visibile anche nelle fotografie qui raccolte.. |
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C/2007 Q3 (Siding-Spring) - (CK07Q030): cometa non periodica proveniente dalla nube di Oort. Fu scoperta da Donna Burton il 25 agosto 2007 al Siding Spring Observatory situato nel Nuovo Galles del sud (Australia). Al massimo splendore la cometa si rese visibile con modesti strumenti, raggiungendo il massimo di luminosità di 9,6^ magnitudine a metà mese novembre 2009. A marzo del 2010 invece, Nick Howes impiegando il telescopio da 2 metri del Faulkes, diede l'annuncio che il nucleo della cometa si era nel frattempo frantumato. La cometa Siding Spring è stata seguita per ben 1327 giorni, raggiungendo la minima soglia di visibilità fino ad aprile del 2011. Prima di entrare nelle regioni più interne del Sistema Solare la cometa C/2007 Q3 doveva avere un periodo orbitale baricentrico stimato in circa 6,4 milioni di anni con distanza afelica equivalente a 69.000 UA (1,09 anni luce). Questa cometa molto probabilmente ha orbitato all'interno della nube di Oort esterna per milioni, se non addirittura, miliardi di anni per mezzo di un'orbita caotica, fino a quando non fu perturbata dalla nostra stella per iniziare a cadere verso le regioni più interne del Sistema Solare. L'apporto personale documentativo per questa cometa è relativo a solo due immagini ottenute ... e il 21 maggio 2010 per mezzo del Takahashi BRC250. |
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P/2010 H2 (Vales) - (PK10H020): cometa periodica scoperta la notte del 15-16 aprile 2010 da Jan Vales, studente di Astronomia dell'Osservatorio Montenero d'Itrai in Slovenia, durante il completamento di un programma di ricerca denominato Pika. L'oggetto al momento della scoperta si presentava relativamente luminoso (+12,5^ magnitudine). Inizialmente gli fu assegnata la designazione NEOCP 04F0011 (infatti nelle mie prime documentazioni l'oggetto in questione è stato archiviato con questa sigla), in quanto si suppose fosse un asteroide.Verifiche successive però, hanno rivelato che intanto l'oggetto era stato già ripreso circa15 ore prima la scoperta e che in quella circostanza mostrava una luminosità ben inferiore a quella della scoperta. Ciò faceva supporre che non si trattava di un normale asterioide. Grazie agli altri dati che nel frattempo sopraggiungevano, ci si rese conto che invece si trattava di una cometa colta nella fase di outburst con una evidente formazione di chioma temporanea, dovuta probabilmente all'esplosione di una sacca di gas, come accaduto nell'ottobre 2007 alla cometa 17P/Holmes, oppure alla collisione con un altro corpo celeste, come avvenuto appena tre mesi prima alla cometa 354P/Linear. L'oggetto infine venne classificato come una cometa periodica, la cui orbita è alquanto simile a quella di asteroidi tipo Hilda |
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C/2010 J1 (Boattini) - (CK10J010): cometa non periodica scoperta il 6 maggio 2010 dal carissimo amico Andrea Boattini, nel corso del programma osservativo Catalina Sky Survey (CSS). Condotto dal Lunar and Planetary Laboratory dell'Università dell'Arizzona, è questo un progetto mirato alla ricerca di comete, asteroidi e oggetti NEO (Near-Earth-Object), la cui orbita può intersecare quella della Terra, quindi potenzialmente pericolosi. La programmazione di ricerca è condotta con tre strumenti: Un telescopio da 60" f/2,0; un telescopio da 27" f/1,9 e l'ultimo un telescopio da 20" Upsula Schmidt. Nel 2005 questa coalizzata rete di telescopi è stata in assoluto la più efficace cacciatrice di NEO, superando per numero di scoperte il programma LINEAR Tornando alla cometa C/2010 J1 (Boattini) è interessante evidenziare che si tratta della quattordicesima cometa scoperta da Andrea! Nonostante sia stato calcolato che il periodo orbitante di questa cometa sia di 223,05 anni, il prossimo passaggio al perielio infatti è previsto per il 2233, il limite convenzionale che separa le comete periodiche da quelle non periodiche eccede, seppur di poco, per la cometa C/2010 J1 (Boattini). Per questa cometa è stata eseguita soltanto una sequenza di riprese, organizzate in data 9 maggio del 2010. Come riconoscimento al merito delle scoperte effettuate da Andrea si è pensato di aggiungere una foto che ci ritrae insieme in occasione di un'incontro con la sezione Comete della UAI |
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81P/Wild 2 - (0081P): cometa periodica scoperta il 6 gennaio 1978 dall'astronomi svizzero Paul Wild impiegando un telescopio di tipo Schmidt da 40cm dalla città di Zimmerwald (Svizzera). Gran parte dell'esistenza di questa cometa, calcolata in circa 4,5 miliardi di anni, si è presupposto percorresse un'orbita sicuramente più distante di quella attuale, certamente relegata nei pressi dei confini esterni del Sistema Solare. Ma nel settembre del 1974, secondo alcuni studi condotti da Marsden, Nakano e Kinoshita, la cometa Wild 2 passò a meno di 0,2 UA dal pianeta gigante Giove, la cui forza di attrazione gravitazionale turbò profondamente l'orbita della Wild che la deviò verso le regioni più interne. Dopo questo episodio il suo periodo orbitale è cambiato da 43 anni a circa 6 anni (Kronk, Gary W. 2001–2005) e, da quella data, il perielio si è spostato da 4,9 UA a circa 1,59 UA. La cometa passerà nuovamente vicino a Giove nel 2058 ed è previsto che in quella circostanza varierà nuovamente la distanza perielica. Nel 1999 la NASA lanciò in direzione di questa cometa la sonda automatica Stardust dopo aver programmato un incontro ravvicinato il 2 gennaio 2004. Da questa missione si determinò il diametro del nucleo (4km) e dalle immagini ricavate si osservò che la superficie della cometa era crivellata da depressioni, pareti a strapiombo e da crateri di diverse dimensioni. Altra caratteristica interessante della missione fu che la sonda raccolse campioni di materiale emesso dalla chioma; una volta giunti a Terra furono individuati numerosi composti organici, due dei quali contenenti azoto utilizzabile biologicamente ed idrocarburi alifatici in catene più lunghe rispetto a quelle normalmente osservate nel mezzo interstellare. Nel 2011 alcuni scienziati dell'Università dell'Arizona hanno scoperto prove della presenza di acqua liquida e minerali di solfuro di ferro e rame. La 81P/Wild raggiunge la massima luminosità circa 1 mese prima del passaggio al perielio, quindi si attenua rapidamente per circa 4 mesi, poi riprende a diminuire di luminosità. Analizzando le curve di luce (Yoshida) dei passaggi precedenti si scopre che nei passaggi del 1990 e del 2003 ebbe un'identica luminosità. Per quello del 1997 invece si presentò ben più luminosa. |
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C/2007 N3 (Lulin) - (CK07N030): La cometa Lulin (designazione ufficiale C/2007 N3 (Lulin), dal cinese tradizionale: 鹿 林 彗星) è una cometa non periodica, scoperta l'11 luglio 2007 quando era di magnitudine 18,9^. Gli scopritori sono stati: Ye Quanzhi e Lin Chi-Sheng dall'Osservatorio di Lulin. La cometa fu fotografata per la prima volta dall'astronomo cinese Lin Chi-Sheng con un telescopio da 41cm di diametro dell'Osservatorio Lulin a Nantou, Taiwan. Tuttavia fu il diciannovenne Ye Quanzhi dell'Università Sun Yat-sen in Cina ad identificarla sulle tre immagini fotografiche eseguite da Lin. La scoperta della cometa Lulin avvenne in occasione del progetto Lulin Sky Survey per identificare piccoli oggetti del Sistema Solare. Brian Marsden dello Smithsonian calcolò che la cometa Lulin doveva raggiungere il suo perielio il 10 gennaio 2009 ad una distanza dal Sole di 182 milioni di chilometri. L'orbita della Lulin è dunque risultata quasi una parabola con una eccentricità di 0.9999998. La cometa ha raggiunto il picco di luminosità quando è arrivata in prossimità del perigeo il 24 febbraio 2009 con una magnitudine di +5,0^ a 0,411 UA dalla Terra (61 milioni di Km). In questo periodo la cometa divenne visibile anche ad occhio nudo da cieli però particolarmente scuri. Secondo alcuni studiosi della NASA il colore verde che la cometa ha mostrato derivava molto probabilmente da una combinazione di gas che componevano lla sua atmosfera, principalmente carbonio diatomico e metanolo, che appare come un bagliore verde quando illuminato dalla luce solare nel vuoto dello spazio. |
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6P/d'Arrest - (0006P): cometa periodica appartenente alla famiglia delle comete legate al pianeta Giove e che orbita tra i pianeti Marte e Giove. Scoperta da Heinrich Ludwig d'Arrest la notte del 28 fu confermata il 30 giugno 1851, sempre dal d'Arrest, dall'Osservatorio di Lipsia in Germania Kronk, Gary W. (2001–2005). "6P/d'Arrest". Archived from the original on June 22, 2006. Retrieved June 7, 2006. (Cometography Home Page). Il 12 agosto 1976 la cometa 6P ebbe un passaggio molto ravvicinato con il nostro pianeta, arrivando a transitare a 0,15124 UA (22,625 milioni di Km). L'ultimo passaggio invece al perielio della cometa d'Arrest è stato il 2 marzo del 2015, ma non è stata un'apparizione favorevole, poichè apparentemente non si è mai discostata più di 30° dalla nostra stella (ottobre 2014 - maggio2015). Nel 1991 Andrea Carusi e Giovanni B. Valsecchi dell'Istituto di Astrofisica Spaziale di Roma e Ľubor Kresák con Margita Kresáková dell'Istituto Astronomico Slovacco, Bratislava, suggerirono indipendentemente che questa cometa avesse la stessa orbita di una cometa osservata da Philippe de La Hire nel 1678 (Carusi, A.; Valsecchi, G. B., Kresák, Ľ.; Kresáková M.e Sitrarski G. - Periodic Comet d'Arrest = Comet la Hire 1678 - IAU Circular 5283, 1 1990). La misura del nucleo della cometa è stato stimato di 3,2 km di diametro. Dal momento della scoperta la cometa è stata sempre osservata se si escludono i passaggi degli anni: 1864; 1884; 1904; 1917; 1930; 1937 e 1957. Il prossimo apparente ritorno è previsto per il 27 settembre del 2021 La documentazione personale per questa cometa risale al momento soltanto al passaggio al perielio del 2008 |
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C/2007 W1 (Boattini) - (CK07W010): cometa non periodica a lungo periodo scoperta dall'amico Andrea Boattini, il 20 novembre del 2007 per mezzo del telescopio Cassegrain da 1,5 metri (60") installato sul Mt. Lemmon, in Arizona. E' stata la prima cometa scoperta da Andrea! L'evento avvenne durante la programmazione del Mt. Lemmon Survey (MLS, codice G96) condotta all'Osservatorio Steward. La cometa raggiunse la massima luminosità (5,2^ magnitudine) a metà giungo 2008, pertanto si rese visibile anche ad occhio nudo, quando però si trovava nell'emisfero australe, mentre nell'emisfero boreale fu possibile osservarla soltanto per mezzo di un normale binocolo.nel successivo mese di luglio. Il 3 aprile 2008 la cometa Boattini passò a 0,66 UA dalla Terra e a 1,7 UA dal Sole. Si stimò in quel periodo una chioma di 10' di diametro, equivalenti a circa 290.000 Km. Il 12 giugno invece passò a circa 0,21005 UA dalla Terra mentre raggiunse il perielio il 24 giugno 2008 a 0,8497 UA. La cometa W1 Boattini è stata osservata e misurata per ben 285 giorrni sufficienti per stabilire con precisione l'orbita. Prima di entrare nelle regioni interne del Sistema Solare la cometa deve aver avuto un'orbita iperbolica, probabilmente vincolata alla parte più esterna Nube di Oort con un'orbita caotica e sensibile alle forze gravitazionali delle stelle esterne ( Horizons output. "Barycentric Osculating Orbital Elements for Comet C/2007 W1 (Boattini)". Retrieved 13 April 2011. (Solution using the Solar System Barycenter & barycentric coordinates. Select Ephemeris Type:Elements and Center:@0) |
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C/2008 J1 (Boattini) - (CK08J010): è la seconda cometa scoperta dall'amico Andrea Boattini, astronomo italiano che al suo attivo (06/2020) ha il consideravole primato assoluto di essere il maggior scopritore italiano con ben 25 comete! La cometa in argomento è stata scoperta il 2 maggio 2008con il telescopio Schmidt da 68cm installato sul Mt. Bigelow, in Arizona durante la programmazione del Catalina Sky Survey. Passata al perielio il 13 luglio 2008 ha raggiunto la massima luminosità pari a 13,7^ magnitudine. |
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65P/Gunn - (0065P): cometa periodica a breve periodo (7,68 anni) appartenente alla famiglia delle comete gioviane. Scoperta il 27 ottobre 1970 dal Prof. James Edwin Gunn dell'Università di Princeton per mezzo di una lastra fotografica ottenuta con il telescopio da 122cm dell'Osservatorio di Mt. Palomar, al momento della scoperta rinvenne che la magnitudine risultò equivalente alla 16,0^; di aspetto diffuso, con condensazione centrale una piccola coda e in lento movimento verso SW. Lo scopritore pertanto chiese una cooperazione con J.W. Young dell'Osservatorio Table Mountain;- California, USA, il cui riflettore da 61cm non riuscì però ad evidenziare la cometa. Pertanto si dovette attendere fino al 22-23 novembre in cui J. N. Bahcall dell'Osservatorio di Mt. Palomar utilizzando lo Schmid da 122cm riuscì finalmente a confermare la cometa (Salvo De Meis - Tiziano Magni "Dieci anni di comete 1997-2007 " - Kronk, Gary W. "Cometography Home Page"). Dopo 10 anni sono state scoperte altre immagini pre-scoperta della cometa Gunn grazie a lastre prese dal Palomar Observatory Sky Survey (POSS). J. Dengel e R. Weinberger (Institut fur Astronomie, Innsbruck, Austria) scovarono altre posizioni della cometa (circolare IAU No 3540 - 17 novembre 1980). Con questi elementi G, B. Marsden riuscì a calcolare l'orbita ottenendo per un primo tempo, un periodo di 6,7 anni. Successivi incontri ravvicinati con il gigante gassoso Giove hanno aumentato ulteriormente la ciclicità dell'orbita portandola ai valori attuali. La sua orbita è compresa nella fascia asteroidale tra le orbite dei pianeti Marte e Giove. Una curiosità riportata sulla pagina di Wikipedia corrispettiva a questa cometa riguarda la nota relativa al passaggio ravvicinato avvenuto il 4 febbraio 1970, della cometa Gunn con il pianetino minore Cerere, la cui minima distanza tra i due corpi celesti per quella data fu di appena 0,015 UA equivalenti a 2.200 milioni di Km.
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C/2008 C1 (Chen Gao) - (CK08C010): cometa non periodica scoperta il 01 febbraio 2008 quand'era di 13,0^ magnitudine da Tao Chen (Suzhou della provincia di Jiangsu, China) e da Xing Gao (Urumqi, provincia di Xinjiang, China) dell'Osservatorio di Xingming sul monte Nanshan. Al momento della scoperta la cometa si proiettava nella costellazione boreale del Cepheus. La cometa ha raggiunto il massimo di luminosità a marzo 2008 non diventando mai più luminosa della 9,0^ magnitudine e senza mostrare mai una coda definita. E' stata eseguita soltanto una sequenza d'immagini centrate sulla serata del 9 febbraio, utilizzando da Roma la FFC 760mm f/4,0.
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C/2006 S5 (Hill) - (CK06S050): cometa a lungo periodo scoperta la notte del 28 settembre 2006 da R. E. Hill del Catalina Sky Survey, proiettandosi nella costellazione dei Pisces, quand'era di magnitudine 18,6^. La cometa ha raggiunto la massima luminosità (mag. +13,0^) intorno alla fine dell'anno 2007-2008 (S.Yoshida). La cometa Hill è stata qui documentata per un periodo che va dal 9 dicembre 2007, al 26 gennaio 2008, utilizzando soltanto la Flat Field Camera della Lichtenknecker Optics F= 760mm f/4,0 |
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50P/Arend - (0050P): cometa periodica scoperta da Sylvain Julien Victor Arend (scopritore e co-scopritore di diversi oggetti celesti tra i quali: la nova Scuti 1952, le comete C/1956 R1 Arend-Roland; 49P/Arend-Rigaux e, oltre alla citata 50P/Arend, di 51 asteroidi). La scoperta avvenne il 8 ottobre 1951 dall'Osservatorio Reale del Belgio situato nel comune di Uccle per mezzo di una lastra fotografica esposta il 4 ottobre con il doppio astrografo Zeiss da 40cm, grazie ad un'indagine di routine condotta sui pianeti minori. Al momento della scoperta la cometa si presentava di 14^ magnitudine e mostrava una chioma di 14" d'arco di diametro. Poco dopo l'annuncio della scoperta è stata trovata un'altra lastra di pre-scoperta esposta all'Osservatorio di Yerkes risalente al 1° ottobre 1951. La cometa fa parte della famiglia delle comete gioviane. Dal momento della scoperta ad oggi (07/2020), la cometa 50P ha orbitato intorno al Sole per ben altre 8 volte, l'ultimo passaggio dei quali è avvenuto nel 2016. Il prossimo avverrà nel 2024. Il decorso storico della cometa Arend, succesivo il passaggio dell'anno della scoperta, rivela un andamento tipico delle comete gioviane. L'apparizione del 1951 rimane comunque la più brillante per questa cometa. I passaggi successivi infatti sono stati tutti meno favorevoli dal punto di vista della luminosità. Nel passaggio del 1959 la cometa non superò mai la 17^ magnitudine a parte un breve periodo in cui si registrò una picco di luminosità, avvenuto poco prima del 25 novembre, dove raggiunse la 15,5^ magnitudine causato da un outburst. In quell'anno il periodo orbitale ammontava a 7,8 anni, mentre nel 1969 a causa di un passaggio ravvicinato a Giove (0,64 UA), l'orbita è leggermente modificata ed il periodo orbitale è aumentato a circa 8,25 anni. Studi a lungo termine effettuati da Brian G. Marsden hanno messo in luce che sin dal 1725 l'obita della cometa è risultata sempre indisturbata dal gigante gassoso. In questo contesto si riportano tre registrazioni del passaggio relativo all'anno 2008 |
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C/2007 T5 (Gibbs) - (CK070T50): cometa non periodica scoperta il 13 ottobre 2007 quand'era di magnitudine apparente 18,2^. L'autore della scoperta è stato Alex R. Gibbs (IAUC 8880: C/2007 T4; C/2007 T5), tecnico facente parte del team del Catalina Sky Survey (CSS), un progetto finanziato dalla NASA e supportato dal Near Earth Object Observation Program (NEOO) sotto il Planetary Defense Coordination Office (PDCO), con sede presso il Lunar & Planetary Lab dell'Unbiversità dell'Arizona a Tucson. Oltre a numerosi asteroidi Gibbs ha scoperto, o co-scoperto, (al 24 gennaio 2018) 30 comete tra periodiche e non periodiche Questa cometa è stata la 9^ ad essere scoperta da Gibbs
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8P/Tuttle - (0008P): cometa periodica (13,6 anni) appartenente alla famiglia di comete chiamate: comete halleidi. Pur avendo un periodo orbitale inferiore ai 20 anni avrebbe potuto essere associata alla famiglia delle comete gioviane, ma una recente definizione accademica che attribuisce il valore della formula di: 2 < TJupiter < 3, la 8P è stata definitivamente associata alla famiglia delle halleidi (List of Jupiter-Family and Halley-Family Comets, su physics.ucf.edu). Fu scoperta da Pierre François André Méchain quando si trovava vicino alla stella o Psc il 9 gennaio 1790. Charles Messier e William Herschel, astronomi contemporanei del Méchain, osservarono questa cometa nelle successive tre settimane seguenti la scoperta. Méchain stesso tentò poi di calcorare l'orbita della cometa, ma a causa del breve periodo in cui si rese visibile, non riuscì a determinare la natura periodica della Tuttle. Per i 4 successivi passaggi al perielio della Tuttle (1803; 1817; 1830 e 1844) nessun altro osservatore la riavvistò. Occorse attendere il passaggio al perielio del 1858, più precisamente quello del 5 gennaio che Horace Parnell Tuttle dell'Harvard College Observatory di Cambridge - Massachusetts, rivide nuovamente la cometa che la descrisse debole e non con qualche difficoltà. Fu però Charles Wesley Tuttle, fratello del precedente (astronomo statunitense scopritore e co-scopritore di numerose comete tra cui la 55P/Tempel-Tuttle, corpo progenitore dello sciame meteorico delle Leonidi e la 109P/Swift-Tuttle, corpo progenitore dello sciame meteorico delle Perseidi) ad utilizzare tre posizioni ottenute tra il 5 e il 13 gennaio a calcolare l'orbita parabolica e a notare la forte somiglianza dell'orbita della cometa del 1790. L'apparizione del 2007-2008, quella qui di seguito riportata, è stata la più ravvicinata in assoluto per questa cometa giungendo il 2 gennaio 2008 a 0,25 UA, dalla Terra. Dalla fine di dicembre si è iniziato a documentare una esile e debole coda di ioni. In questo contesto si approntarono fotografie in tricromia (RGB) e in quadricomia con luminanza (LRGB). |
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17P/Holmes - (0017P): il 24.10.2007 alle 04h 10m U.T. l'astrofilo spagnolo J. A. Henríquez Santana dall'isola di Tenerife (Canarie) è stato il primo ad osservare il violento e improvviso outburst di questa cometa periodica (P= 6,88 anni) con orbita ellittica, anch'essa appartenente alla famiglia delle comete gioviane la quale, al momento dell'evento, si trovava alla ragguardevole distanza dal Sole di 2,45 UA. Con un improvviso aumento di oltre 14 magnitudini rispetto al valore previsto, il 25 ottobre la cometa ha raggiunto la massima luminosità pari a circa +2.5^ risultando ben visibile ad occhio nudo anche dal cielo inquinato di Roma, nella costellazione del Perseo. Di colore giallo-arancio è risultata apparentemente di aspetto stellare (Richard Miles, "A novel mechanism for outbursts of Comet 17P/Holmes and other short-period comets, 20 dicembre 2007). Dal 25 ottobre la 17P è diventata la 3^ stella più brillante della costellazione del Perseo. Dal 31 ottobre la cometa iniziò a mostrare una breve e compatta coda a ventaglio formata da gas che nel giro di pochi giorni si sono poi dissolti. Fino ai primi giorni di dicembre la cometa non ha subito sostanziali mutamenti se non una gigantesca espansione della chioma, giunta il 02.12.2007 a oltre 1° di diametro, assumendo le sembianze di una testa di medusa. L'outburst si estese sino a febbraio 2008. Scoperta il 6 novembre 1892 dall'astrofilo Edwin Holmes, durante una sessione osservativa condotta sulla galassia di Andromeda (Editors. "Comet Holmes Stays Bright Enlarges in the Evening Sky 27.", Sky and Telescope, 27 ottobre 2007) in occasione di un altro outburst che la portò, all'epoca, alla mag. +4.0., La scoperta della cometa 17P/Holmes venne confermata da Edward Walter Maunder dell'Osservatorio Reale di Greenwich e da William Henry Maw. I due successivi passaggi dopo la scoperta (1899 e 1906) furono entrambi osservati, poi se ne persero le tracce. fino al 6 luglio 1964 quando fu riscoperta da Elizabeth Roemer del Naval Observatory. Per questa cometa in Internet è disponibvile una sufficiente bibliografia. In questo contesto l'outburst del 2007 è stato ampiamente fotografato riuscendo a documentarlo sin dal primo giorno. |
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C/2006 VZ13 (LINEAR) - (CK06VZ13): cometa non periodica ritenuta inizialmente un asteroide a causa dell'aspetto stellare rinvenuto al momento dell'individuazione (MPEC 2006-W03: 2006 VZ13). Scoperta il 13 novembre 2006 dal progetto LINEAR (acronimo di Lincoln Near-Earth Asteroid Research, programma di ricerca del Lincoln Laboratory del MIT in collaborazione con l'USAF e la NASA per l'individuazione sistematica dei NEO near-Earth-Object per mezzo dell'ausilio di un telescopio automatico), quando si trovava nella costellazione della Lacerta e si presentava di magnitudine 19,9^. Pochi giorni dopo la scoperta è stata osservata la natura cometaria. L'orbita presentava un'eccentricità di 1,000275, quindi si presuppone sia iperbolica. Ha raggiunto una luminosità massima a metà luglio 2007, molto più luminosa di quanto inizialmente previsto, non raggiungendo però la soglia di visibilità ad occhio nudo (mag. +7,5^), ma con un andamento della luminosità piuttosto regolare. Ha raggiunto il perielio il 10 agosto 2007ad una distanza dal Sole di 1,015 UA. Il 14 luglio la cometa ha raggiunto la minima distanza dalla Terra ad una distanza di 0,575 UA. A metà luglio la cometa ha mostrato una chioma abbastanza estesa e ben condensata con una coda a forma di V con angolo di posizione di 114°, piuttosto debole. Il 22 luglio è passata vicino all'ammasso globulare M3, ma non è stato possibile documentarlo. Soltanto in due date nel mese di luglio è stato possibile raccogliere immagini per mezzo del rifrattore Pentax. |
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C/2007 E2 (Lovejoy) - (CK07E020): cometa non periodica scoperta dall'astrofilo Terry James Lovejoy il 15 marzo 2007 (IAUC nr. 8819) da Thornlands - Queensland - Australia. Al momento della scoperta la cometa si presentava con una forte condensazione centrale e un chioma verde, abbastanza estesa di 4' di diametro, con una leggera estensione a sud-ovest. Si è trattato della seconda cometa individuata per la prima volta da Lovejoy. La scoperta è avvenuta per mezzo di 16 frame ottenuti con una fotocamera Canon 350D e un teleobiettivo da 200mm di focale f /2,8. Su richiesta dello stesso Lovejoy, J. Drummond (Gisborne, Nuova Zelanda), impiegando un riflettore da 41cm, ha poi confermato la cometa visivamente stimandola di magnitudine +9.5^, descrivendola come: moderatamente condensata, con diametro della chioma di 2,6', senza nessuna coda. L'unico passaggio al perielio di questa cometa è avvento il 27 marzo 2007, mentre il suo approccio più vicino alla Terra è stato il 25 aprile 2007 a una distanza di 0,44 UA. La magnitudine apparente massima è stata poco più luminosa della +8,0^ [Yoshida, Seiichi. "C/2007 E2 ( Lovejoy)" Aerith.net.] registrata nella seconda metà di aprile 2007 quando la cometa iniziava a mostrare una piccola e debole cometa, accesasi poi intorno alla metà di maggio. In questo contesto è stata ottenuta una sola immagine realizzata con il Pentax SDUF II il 19 maggio 2007. |
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C/2006 P1 (McNaught) - (CK06P010): un'altra grande cometa non periodica che rimmarrà nella storia come la più luminosa e più bella degli ultimi decenni. Scoperta il 7 agosto 2006 da Robert H. McNaught, astronomo professionista di origine scozzese in carica presso il Research School of Astronomy & Astrophisics dell'Università Nazionale Australiana, fino al luglio 2013 è il maggior scopritore mondiale con ben 82 comete, quand'era di mag 17.3^, presso l'Osservatorio di Siding Spring. Ha sorpreso tutti! Nessuno si aspettava che questa cometa diventasse un oggetto visibile ad occhio nudo in pieno giorno: neanche nelle previsioni più ottimistiche. Infatti si è trattato della cometa più luminosa degli ultimi 40 anni, ancora più della Cometa Hale-Bopp, Lo splendore di questa cometa è aumentato repentinamente dai primi di gennaio, quando l'astro chiomato ha iniziato ad avvicinarsi al Sole. E' stata riconosciuta come la Grande Cometa del 2007. La mia prima osservazione visuale risale al 06 gennaio 2007 (fra i primi in Italia ad avvistarla) con un binocolo 15x80mm alle 16h 35m T.U. dal cielo di Roma. La cometa era rasente l'orizzonte ovest e mostrava una coda di 10'-15'. Tra l'8 e il 12 gennaio la cometa presentava una coda di polveri molto evidente di 3-4 gradi di lunghezza, perfettamente visibile già dopo 15 minuti dal tramonto del Sole. Il 10 gennaio da più di 1800m di quota era visibile di giorno ad occhio nudo anche quando il Sole era sopra l'orizzonte! La magnitudine visuale stimata fu di -6,0^. Dopo il passaggio al perielio, avvenuto il 12 gennaio 2006 diventò dopo il Sole e la Luna l'oggetto più luminoso del cielo. . Dal 19-20 gennaio, si rese visibile soltanto nell'emisfero australe, ed è qui che la cometa McNaught ha prodotto il meglio di se. Mostrandosi con una luminosità di -7^ occupò in cielo almeno 50°, sviluppando una coda magnifica a forma di arco con le caratteristiche bande sincroniche che per alcuni giorni si resero visibili, contemporaneamente, da entrambi gli emisferi, a cavallo dell'orizzonte! Allontanandosi rapidamente dal Sole e dalla Terra, la McNaught è rimasta comunque perfettamente visibile ad occhio nudo ancora fino a metà febbraio, con una coda di oltre 10 gradi. |
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C/2006 M4 (SWAN) - (CK06M040): cometa non periodica con orbita iperbolica scoperta il 20 giugno 2006 su immagini realizzate dalla fotocamera (Solar Wind Anisotropies) dislocata sulla sonda SOHO (Solar and Heliospheric Observatory). L'individuazione della cometa sulle immagini è comunque merito di due astrofili statunitensi: Robert D. Mason e l'australiano Michael Mattiazzo., successivamente fu ritrovata su di un'immagine ottenuta il 30 giungo e infine confermata da Robert H. McNaught il 12 luglio. In ogni caso è fra le numerose comete scoperte dal sistema Swan che annovera anche le seguenti: C/2002 O6, C/2004 H6, C/2004 V13, C/2005 P3, P/2005 T4, C/2009 F6, C/2011 Q4 e C/2012 E2. Sebbene il perielio fosse previsto per il 28 settembre 2006, la cometa ebbe un considerevole incremento di luminosità a partire dal 24 ottobre 2006 che passò dalla 7^ magnitudine alla 4^ magnitudine, diventando così visibile anche ad occhioo nudo [Alan MacRobert (2006-11-20). "Comet SWAN Still Glows After Dusk". Sky & Telescope. Archived from the original on 2013-02-03. Retrieved 2011-01-31] L'orbita della cometa fu calcolata di tipo iperbolico con eccentricità osculante maggiore di 1; in seguito si rinvenne un'eccentricità al di sotto del valore unitario, rimanendo così vincolata alla nube di Ort, per un periodo orbitale pari a 47.000 anni! Per quanto riguarda il contributo personale relativo alla documentazione della Cometa M4 SWAN, complici anche le buone condizioni meteorologiche che hanno caratterizzato il centro Italia per buona parte del periodo di migliore visibilità della cometa, esso risulta piuttosto cospicuo avendo seguito fin dal 25 ottobre 2006 sino al 26 novembre 2006, quasi quotidianamente la cometa. Questo valse ancora un piccolo riconoscimento al sottoscritto per un simpatico primato commentato e trascritto dall'amico Luciano Lai, grande esperto di asteroidi e comete, sulla rubrica apposita: "Il cielo di Gennaio" del periodico "Le Stelle" - Gennaio 2007 - pagg. 66-67. |
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4P/Faye - (0004P): cometa periodica appartenente alla famiglia delle comete gioviane a breve periodo. Scoperta il 25 novembre 1843 da Hervé Faye del Royal Astronomic Observatory di Parigi vicino alla stella Gamma Orionis. La cometa fu osservata per la prima volta da Faye il 23 novembre, ma il maltempo gli impedì di poter confermare la scoperta, appunto non prima del 25 novembre. Le notizie storiche riguardo la scoperta ci riportano che la cometa era discretamente debole, nonostante avesse superato il perielio da circa un mese prima della sua scoperta e che soltanto il passaggio ravvicinato alla Terra l'aveva resa abbastanza luminosa da poter essere scoperta. Otto Wilhelm von Struve riferì che la cometa fu visibile ad occhio nudo dalla fine del mese di novembre (Kronk, Gary W. (2001–2005). "4P/Faye". Retrieved 2005-12-25 - Cometography Home Page), mentre rimase visibile ai telescopi più piccoli fino al 10 gennaio 1844. In questo stesso anno Thomas James Henderson calcolò che la cometa aveva un orbita con breve periodo di 7,43 anni. Urbain Le Verrier a maggio potè calcolare le posizioni per l'apparizione del 1851 predicendo il perielio per la data di aprile 1851. La cometa fu riscoperta molto vicino alla posizione prevista il 28 marzo 1850 da James Challis. La 4P/Faye non fu osservata soltanto nelle apparizioni del 1903 e del 1918 a causa di circastanze osservative sfaverovoli, mentre non ha più mai mancato tutti gli altri 'appuntamenti. Nell'apparizione qui riportata del 2006 ha raggiunto la 9^ magnitudine ed è stato possibile ripèrenderla soltanto il 13 novembre. E' stato infine stimato il diametro della cometa in circa 3,5Km.
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P/2006 HR 30 (Siding-Spring) - (PK06H30R): cometa definita come "...a potential extinct comet" con orbita ellittica periodica (21,86 anni) fu scoperta il 20 aprile 2006 su immagini fotografiche realizzate dagli astronomi australiani Robert H. McNaught e Gordon J. Garradd, quando si presentò nella costellazione dell'Acquario come un oggetto, dall'apparenza stellare, di magnitudine 18,7^. Essendo in un primo momento ritenuta un asteroide. successivamente la scoperta furono trovate altre immagini di prescoperta risalenti al 6 luglio 2005 (MPEC 2006-H40 : 2006 HR30) ed a ottobre 2005 ricavate dal NEAT survey di Mt. Palomar. Pertanto l'orbita fu calcolata sin dall'inizio, mentre da rilevamenti successivi ottenuti il 3 e il 4 agosto del 2006, ci si accorse della sua reale natura cometaria. La distanza del perielio risultava appena fuori dall'orbita terrestre a 1,22 UA e il periodo era di poco inferiore ai 22 anni. La luminosità assoluta dell'oggetto (la luminosità che avrebbe a una distanza di 1 UA sia dal Sole che dalla Terra) era di 11,9^, la quale approssimativamente indicherebbe un diametro compreso tra 7 e 24 Km. Diversi astrofili hanno seguito l'oggetto dopo la scoperta per verificare se, avvicinandosi al perielio nel gennaio 2007, avrebbe iniziato a mostrare la natura cometaria. Tuttavia, due team di professionisti furono i primi ad annunciare la "trasformazione". Essi furono, Lowry e Fitzsimmons usando il telescopio da 3,5 m presso l'European Southern Observatory (ESO) presso La Silla il 29 luglio 2006 rilevando una chioma che si estendeva fino a 5,5" d'arco con. pa 31 ° in una sequenza di esposizioni da 3x10 secondi, mentre Hicks e Lawrence utilizzando il telescopio Hale di Mt, Palomar da 5m Hale, rilevarono un debole chioma che si estendeva per circa 10". il 3 agosto 2006.(IAUC 8735 emessa il 3 agosto 2006) venne dato l'annuncio della trasformazione in cometa cambiando la sua designazione asteroidale nella designazione di cometa periodica P / 2006 HR30 (Siding-Spring).L'ultimo passaggio al perielio della cometa è stato il 2 gennaio 2007 metre il prossimo è previsto il 9 ottobre 2028 (OAA computing section circular NK 1640 P/2006 HR30 (Siding Spring). L'unica immagine ottenuta e qui presentata della cometa P/2006 HR30 (Siding Spring) risale al 27 ottobre 2006 ottenuta con il rifrattore Pentax SDUF II e dovrebbe riguardare il campo apparente in cui, in quel preciso istante, la cometa, all'epoca di 14,3^ magnitudine ( MPEC 2006-H40 : 2006 HR30) , si trovava a transitare. Pertanto l'ubicazione della cometa in fotografia è arbitraria perchè è stata fatta attraverso una ricerca sommaria "a vista", la quale, pur avvalendosi delle effemeridi per quel giorno della cometa (R.A: 20h 38m 39.7s - Dec.: +31° 09' 01"), rimane approssimativa essendo senza l'ulteriore conferma astrometrica, diversamente dalle altre deboli comete presentate in queste stesse pagine
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73P/Schwassmann-Wachmann 3 - (0073P): cometa periodica (5,36 anni) appartenente alla familgia di comete gioviane, scoperta dagli astronomi tedeschi Arnold Schwassmann e Arno Arthur Wachmann che lavoravano presso l'Osservatorio di Amburgo Bergedorf, in Germania. I due astronomi si imbatterono nella cometa mentre cercavano asteroidi tramite un'indagine fotografica. Tale scoperta fu favorita dall'avvicinamento al nostro pianeta. Il 31 maggio 1930, infatti, la cometa è transitata a 0,062 UA dalla Terra. La cometa è poi andata perduta dopo la sua apparizione del 1930. Fu riscoperta da J. Johnston e M. Buhagiar dall'Osservatorio di Perth, in Australia il 13 agosto 1979, con un ritardo di 34 giorni rispetto all'orbita calcolata nel 1930. L'errore, molto probabilmente, è imputabile ad un incontro ravvicinato con Giove nel 1965. La cometa non fu osservata nuovamente durante il passaggio sfavorevole del 1985, mentre fu osservata nel 1990 e nel 1995. Questa cometa ha iniziato a disintegrarsi al suo rientro nel Sistema Solare interno nel 1995 (Whitney Clavin (2006-05-10). "Spitzer Telescope Sees Trail of Comet Crumbs". Spitzer Space Telescope at Caltech. Retrieved 2008-10-25), tramite la reazione innescata dal riscaldamento solare sulla cometa mentre emergeva dalle regioni più fredde del Sistema Solare esterno. La fragmentazione infatti fu preceduta da una intensa di attività (outburst) che alla fine produsse 5 pezzi chiamati 73P: A, B, C, D ed E (ESA's new camera follows disintegration of a comet ESA portal). Il frammento C è stato il più grande e probabilmente è ciò che rimaneva del nucleo originario. Nel 2001 è stato osservato il ritorno di soli tre frammenti: B, C ed E, probabilmente per via dalle cattive condizioni geometriche osservative. Nel marzo 2006 si conoscevano 8 frammenti: B, C, G, H, J, L, M ed N. Da menzionare cin questa cometa la prima serie spettacolare d'immagini ad alta definizione che documentarono la frammentazione di una cometa ottenute dall'Hubble Space Telescope. Nel 2022, alcuni frammenti della cometa potrebbero passare ancora più vicino alla Terra che nel 2006. Non è però ancora conosciuta con precisione la loro traiettoria. Tuttavia, se continuerà il processo di frammentazione, sarà impossibile conoscere con precisione le loro orbite, perché ad ogni nuova separazione i nuovi pezzi acquisiscono traiettorie progressivamente divergenti.
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9P/Tempel 1 - (0009P): Ernst Tempel scoprì sedici comete in 19 anni e, da litografo qual'era, si trasferi dalla Germania in Francia e poi in Italia. A Marsiglia il 3 aprile 1867 scoprì questa cometa che in breve tempo fu classificata periodica, con un iniziale periodo di 5,68 anni, appartenente dunque alla familgia delle comete gioviane; la ritrovò ad Arcetri dove fu per qualche tempo direttore dell'Osservatorio. Fu successivamente osservata nel 1873 e nel 1879. Nel 1881 la cometa passò a 0,55 UA da Giove cambiando così la distanza perielica, l'inclinazione e il periodo (6,5 anni). Le osservazioni fotografiche compiute durante il 1898 e il 1905 nel tentativo di rintracciare la cometa al ritorno al perielio furono infruttuose e gli astronomi supposero che la cometa si fosse disintegrata. La cometa Tempel 1 venne invece riscoperta 13 orbite più tardi, negli anni '60, dopo che l'astronomo inglese Brian G. Marsden ebbe effettuato calcoli più precisi della sua orbita, tenendo conto delle perturbazioni dovute a Giove. dato che nel 1941 e nel 1953 ci furono altri incontri con il pianeta gigante. Tali passaggi ravvicinati hanno portato la cometa Tempel 1 nell'orbita attuale, in risonanza orbitale 1:2 con Giove. Malgrado le previsioni per il ritorno fossero sfavorevoli, nel 1967 Elizabeth Roemer del Catalina Observatory svolse una ricerca fotografica mirante l'individuazione della cometa. L'8 giugno 1968 (la Tempel 1 aveva passato il perielio in gennaio) fu riscoperta come un oggetto diffuso di 18ª magnitudine, molto vicino alla posizione predetta da Marsden. Sfortunatamente, una singola immagine non permise di calcolare un'orbita precisa, quindi si dovette attendere il ritorno successivo. La Roemer riscoprì la cometa assieme a L. M. Vaughn l'11 gennaio 1972 dall'Osservatorio Steward. Nel 1972 la cometa divenne facilmente osservabile, raggiungendo a maggio l'11^ magnitudine. Venne poi osservata fino al 10 luglio. Da allora la cometa è stata osservata ad ogni apparizione: nel 1978, nel 1983, nel 1989, nel 1994, nel 2000 e nel 2005. Il periodo orbitale attuale è di 5,51 anni. La Tempel 1 non è una cometa luminosa; finora non ha mai superato l'11^ magnitudine. E' previsto che per il prossimo passaggio del 2024 la cometa Tempel passerà ancora a 0,55 UA da Giove pertanto cambieranno ulteriormente gli elementi orbitali di questa cometa. |
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C/2004 Q2 (Machholz) - (CK04Q020): cometa non periodica a lungo periodo scoperta da Donald Edward Machholz di Colfax CA il 27 agosto 2004 come un oggetto di 11,2^ magnitudine, quando si trovava a transitare nella costellazione dell'Eridanus. Machholz per scoprirla ha impiegato un telescopio Newton da 15cm di diametro f/8,0. Si è trattato della decima cometa scoperta nel corso della sua attività di astronomo non professionista; fra queste, sei sono a lungo periodo chiamate Machholz: C / 1978 R3 (aka 1978 XIII, 1978l), C / 1985 K1 (aka 1985 VIII, 1985e), C / 1988 P1 (aka 1988 XV, 1988j), C / 1992 N1 (alias 1992 XVII, 1992k), C / 1994 T1 (alias 1994 XXVII, 1994r) e C / 2010 F4. Inoltre, ci sono C / 1992 F1 (Tanaka-Machholz), C / 1994 N1 (Nakamura-Nishimura-Machholz) e C / 2018 V1 (Machholz-Fujikawa-Iwamoto). Nel corso del suo massimo avvicinamento alla Terra (0,347 UA) avvenuto il 4 gennaio 2005 la cometa si rese visibile ad occhio nudo raggiungendo la magnitudine 3,5^ (P. Degroote, D. Bodewits; M. Reyniers, Folding ion rays in comet C/2004 Q2 (Machholz) and the connection with the solar wind (PDF), in Astronomy & Astrophysics, vol. 477, 2008). Per i primi giorni di gennaio la cometa Q2 Machholz si è trovata a passare molto vicina all'ammasso aperto delle Pleiadi nel corso del quale sono state eseguite diverse immagini fotografiche in analogico. Questa cometa infatti risulta essere l'ultima cometa documentata con la pellicola chimica fotografica, da questa cometa in avanti si utilizzerà il ccd. |
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C/2003 T3 (Tabur) - (CK03T030): cometa non periodica scoperta il 14 ottobre 2003 come oggetto di 12a magnitudine mentre transitava nella costellazione australe del Pavone da Vello Tabur, astronomo australiano (Australian Capital Territory). Lo scopritore australiano al suo attivo ancora ad oggi (agosto 2020) non ha più incrementato il suo quantitativo di scoperte, rimanendo a tre scoperte di comete: C/1996 Q1 tabur; C/1997 N1 Tabur e appunto quest'ultima la C/2003 T3 Tabur, tutte comete non periodiche. Le osservazioni di conferma tramite riprese ccd sono state fatte la notte seguente la scoperta, da Johan Broughton, David Higgins e Terry Lovejoy. Michael Mattiazzo invece ne ha dato conferma visualmente descrivendola di magnitudine 11.9^ con un diametro di 1' d'arco e con condensazione DC= 5. Il massimo di luminosità della cometa è stata poco superiore alla 9,5^ intorno agli inizi del mese di maggio 2004, mentre il passaggio al perielio è stato il 29 aprile. La Tabur T3 è stata la mia prima cometa ad essere fotografata con il ccd in data 8 marzo 2005! |
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C/2001 Q4 (NEAT) - (CK01Q040): cometa caratterizzata da un'insolita orbita retrograda; quasi perpendicolare al piano dell'eclittica che la proiettava nel Sistema Solare interno con un percorso che la rese visibile per la maggior parte del suo tempo, soltanto dall'emisfero meridionale. Fu scoperta il 24 Agosto 2001 dal programma NEAT (Near-Earth Asteroid Tracking) quand'era di 20.0^ magnitudine mentre transitava nella costellazione dell'Eridanus e si trovava a più di 11 UA dal Sole. . Gli autori che confermarono la scoperta sappiamo che furono: S. H. Pravdo, E. F. Helin, and K. J. Lawrence del Jet Propulsion Laboratory) che avvenne il 26 e il 27 agosto, per mezzo del telescopio Schmidt da 1,2m dell'Osservatorio di Mt. Palomar - California - USA. La cometa fu descritta come una nebulosità rotonda di circa 8" d'arco di diametro. La scoperta fu annunciata sulla circolare IAU n.7695 (28 agosto 2001). Agli inizi del 2003 la cometa era ancora più debole della 15^ magnitudine. però in costante e graduale aumento. Fino a buona parte del 2004 gli osservatori dell'emisfero australe hanno avuto l'opportunità di osservare questa cometa aumentare gradualmente la luminosità mentre si avvicinava al perielio. Il 6 maggio 2004 c'è stato il massimo avvicinamento alla Terra giungendo alla distanza di 0,32 UA: A partire dal 3 maggio 2004, la cometa iniziò ad essere visibile anche nell'emisfero settentrionale quasi in prossimità della massima luminosità. La sua orbita di tipo iperbolico, aveva infatti una eccentricà pari a 1.00069 (18 maggio 2004), ha fatto si che è stata definitivamente espulsa dal nostro Sistema Solare |
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C/2004 F4 (Bradfield) - (CK04F040): cometa non periodica annunciata il 12 aprile del 2004 dal famoso, e tra i più prolifici scopritore di comete in assoluto, astrofilo neozelandese William Ashley Bradfield dall'Australia, infoltendo la sua classifica di nuove comete raggiungendo la diciottesima scoperta. La sua prima cometa risale al 1972! Bradfield ha osservato visualmente per la prima volta questa cometa quand'era molto bassa sull'orizzonte al crepuscolo il 23 marzo 2004 quando si presentava come un oggetto di 8^ magnitudine presso il confine delle costellazioni Cetus e Pisces. Purtroppo né lo stesso Bradfield e ne altri osservatori riuscirono a vedere nuovamente la stessa cometa nei giorni che seguirono. Bisognò attendere l'8 aprile quando lo stesso Bradfield la rivide nuovamente congiuntamente, ma nel giorno seguente, a Robert H. McNaught (Siding Spring Observatory) stimandola di 5^ magnitudine. Terry Lovejoy fu il terzo osservatore che riuscì a vedere la cometa la notte tra l'11 e il 12 aprile fornendo finalmente le prime posizioni precise della nuova cometa. I primi elementi orbitali furono pubblicati sulla circolare [IAUC 8319] dove fu evidente che si trattava di un'orbita parabolica con un passaggio al perielio previsto da Daniel Green per il 17 aprile 2004.ad una distanza di 0,169 UA. I primi ad osservare la cometa nel crepuscolo mattutino furono Michael Jäger e Gerald Rhemann che osservarono da Stixendorf (Austria) il 22 aprile. Per questa cometa organizzai una spedizione mattutina insieme a Mario Vivaldi, all'alba del 28 aprile dove ci recammo sui Mt. della Tolfa in località: "Le Cesarelle" per avere una buona visibilità nei pressi dell'orizzonte NNE da dove sarebbe sorta la cometa Bradfield. Personalmente eseguii 8 diapositive nel formato pellicola 6x7cm (nn 2342-2349), impiegando in parallelo due obiettivi: il 110mm f/2,8 e l'APO 250mm f/4,5 Mamiya/Sekor. Da misurazioni dirette sulle slids si stimò una lunghezza della coda pari a circa 10°!.
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C/2001 A2 (Linear) - (CK01A02): cometa non periodica appartenente alla nube di Oort e scoperta dal satellite artificiale LINEAR il 15 gennaio 2001. Il falso nucleo della cxometa nel corso del suo avvicinamento al perielio si è frammentato in molteplici cpmponenti La massima magnitudine raggiunta dalla cometa è stata circa la 3^ mag. La cometa è stata scoperta il 15 gennaio 2001 dal team LINEAR come un oggetto asteroidale con una magnitudine apparente di circa 16. Ben avvistate anche le immagini pre-ripresa del 3 e 5 gennaio del Lowell Observatory Near-Earth-Object Searchj (LONEOS) e LINEAR. L'imaging CCD dell'oggetto ha rivelato la presenza di una chioma, stimata tra 10 e 18 secondi d'arco, mentre la sua magnitudine apparente è stata stimata essere 17,2. Le prime effemeridi orbitali pubblicate indicavano che la cometa avrebbe raggiunto una magnitudine di circa 10^ alla fine di giugno 2001. Alla fine di marzo 2001 la cometa subì un outburst aumentando la sua luminosità dalla magnitudine 10.8^ del 28 marzo, alla magnitudine 8^ del 30 marzo. Il 30 aprile 2001 Carl W. Hergenrother e altri del Lunar & Planetary Laboratory hanno riportato la scoperta che la cometa presentava un doppio nucleo: i nuclei erano di identica luminosità separati di appena 3,5" d'arco. Nel tempo si sono susseguite ulteriori outburst. L'imaging ad alta risoluzione del coma dal 16 al 21 giugno ha indicato la presenza di più frammenti, denominati D, E e F, vicino al frammento B. Il frammento D è stato separato il 3,5 ± 1,8 giugno, il frammento E il 9,5 ± 0,7 giugno. , e il frammento F l'11,3 ± 0,5 giugno, e ha provocato un'esplosione. L'avvicinamento più vicino alla Terra ha avuto luogo il 30 giugno 2001, a una distanza di 0,244 UA (36,5 milioni di km; 22,7 milioni di mi) Il 1° luglio la cometa aveva una magnitudine stimata di 4,4–4,5 e la sua chioma era stimata in un diametro di 16–20 minuti d'arco |
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153P/Ikeya-Zhang - (0153P): cometa periodica quindi con orbita parabolica che inizialmente fu denominata C/2002 C1 (Ikeya-Zhang), fu scoperta il 1 febbraio 2002 indipendentemente dal cinese Daqing Zhang dalla città di Kaifeng e dal giapponese Kaoru Ikeya di Shizuoka. La cometa ha passato il perielio il 18 marzo 2002 ed è stata la cometa più luminosa e appariscente del 2002, raggiungendo la luminosità massima di 3,5^ magnitudine (JPL). Il periodo orbitale è stato calcolato in 365,51 anni ed è risultato il più lungo di cui si sia osservato più di un ritorno al perielio. Dai calcoli effettuati su questa orbita ed poi elaborati da Brian G. Mardsen e da S. Nakano è stato possibile, grazie ad antiche e storiche osservazioni registrate nel 1661 dagli astronomi cinesi e in Europa da Johannes Hevelius, risalire al fatto che la cometa, oggi denominata C/1661 C1 e transitata al perielio quasi 4 secoli fa, fosse la stessa identica cometa periodica osservata e ripresa fotograficamente in questo periodo. E' dunque per questo motivo che la designazione permanente attribuita alla cometa Ikeya-Zhang sia dunque ufficializzata in: 153P |
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C/1999 H1 (Lee) - (CK99H010): scoperta visualmente il 16 aprile del 1999 quand'era di 9^ magnitudine, mentre transitava nella costellazione australe della Musca, ad opera dell'astrofilo australiano Steven Lee (Mudgee, N. S. W), assistente notturno dell'Anglo Australian Telescope AAT nel New South Wales Australia. Lo strumento impiegato per la scoperta della cometa Lee non periodica, fu un Newton Dobson da 41cm di diametro f/6,0, nel corso di uno Star Party (!) organizzato vicino a Mudgee, NSW - parte SudOrientale dell'Australia. [IAUC 7144]. Fino al momento del passaggio al perielio, avvenuto l'11 luglio 1999, la cometa Lee fu un oggetto che si rese visibile soltanto nell'emisfero australe, mentre dopo il passaggio al perielio si rese visibile nell'emisfero boreale. Il giorno dopo la scoperta Andrew Pearce con un riflettore da 41cm di diametro stimò la cometa di 9,2^ magnitudine descrivendola con una chioma di 2' di diametro, ben condensata. Nei primi giorni del mese di luglio quindi in prossimità de perielio la cometa raggiunse la massima luminosità che fu intorno alla 6,0^ magnitudine, senza sorpassarla rendendosi percettibilmente visibile anche ad occhio nudo. Ebbi modo di fotografare la cometa Lee soltanto nel corso di una spedizione oranizzata al Passo Forca in Abruzzo, la montagna opposta a Campo Felice (Aq), in compagnia di Riccardo Ballerini. Per quell'occasione documentai la cometa Lee con la Flat Field Camera della Lichtenknecker Optics FFC 760mm f/4,0 e con un teleobiettivo da 180mm di focale f/4,5 montato in parallelo al telescopio principale, su di una Mamiya RZ67 per il formato pellicola 6x7cm. Purtroppo le fotografie eseguite con il 180mm sono andate perdute! La fotografia qui riprodotta è quella inventariata con il numero: 2168 |
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C/1995 O1 (Hale-Bopp) - (CK95O010): scoperta il 23 Luglio 1995 indipendentemente da Alan Hale e Thomas Bopp (il primo astronomo dilettante, il secondo professionista, entrambi americani) quando si trovava nella costellazione del Sagittario con una luminosità apparente di +10.5^. Dai primi elementi calcolati la scoperta venne immediatamente considerata eccezionale, in quanto la distanza in quel momento della cometa dal Sole risultò particolarmente grande, pari a 7.1 UA! La Hale-Bopp raggiunse la massima luminosità alla fine di Marzo 1997 con una magnitudine negativa di -0,7^. Sviluppò durante il suo avvicinamento al Sole due code: una di colore blu, dovuta all'emissione di gas, l'altra giallo-bianco di polveri, causata dallo scioglimento da parte del vento solare dei ghiacci presenti sul nucleo. Le due code della Hale-Bopp raggiunsero entrambe un'estensione apparente di circa 15°-20°. La cometa passò al perielio il 1 Aprile 1997. Purtroppo i parametri orbitali non consentirono un passaggio ravvicinato alla Terra che se fosse successo sarebbe stato un grandioso evento. Per nostra fortuna/sfortuna però, le grandi dimensioni fisiche del nucleo, è stato stimato di circa 40km, controbilanciarono a rendere la cometa Hale-Bopp ugualmente spettacolare e luminosa: infatti, nonostante sia passata lontana dalla Terra, è stata comunque archiviata anch'essa fra la Grandi Comete del XX secolo. Visto il notevole tempo con cui era possibile prepararsi per la campagna fotografica e le osservazioni alla cometa, decisi di far realizzare uno speciale supporto meccanico da apporre direttamente sul piano focale della FFC, un particolare dorso porta pellicola nel formato 60x70mm provvisto nel suo interno di un semplice otturatore meccanico realizzato dai Fratelli Rossi d'Ireneo (RM). Questa modifica consentì di sfruttare l'intero campo corretto del telescopio e di aumentarne il campo apparente. A differenza della campagna fotografica, piuttosto improvvisata, condotta per la cometa Hyakutake, per la Hale-Bopp si decise per un diverso approccio. Al termine delle riprese ebbi un particolare encomio-dedica da parte di uno dei due scopritore per la costanza mostrata nel documentare la cometa Hale-Bopp |
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C/1996 B2 (Hyakutake) - (CK96B020): scoperta il 30 gennaio 1996 dall'astrofilo giapponese Yuji Hyakutake, storicamente è indicata come la Grande Cometa del 1996. Al momento della scoperta apparve di 11,0^ mag. con una chioma di 2,5', quando si trovava alla distanza di 2,4 UA dal Sole. La scoperta avvenne per mezzo di un grosso binocolo Fuji 25x125mm. Il miglior periodo in cui la cometa Hyakutake si rese visibile ad occhio nudo, fu dalla seconda metà del mese di marzo, alla prima decade del mese di aprile 1996, periodo in cui fra l'altro il tempo meteorologico non fu affatto clemente, nè in Italia e nè in Europa. Il top di visibilità si ebbe centrato nei giorni della minima distanza dalla Terra che avvenne il 25 marzo, transitando a solo 0,1 UA! Nell'arco di questo breve periodo la cometa Hyakutake si rese molto spettacolare, surclassando la "rivale" Hale-Bopp che transitò l'anno successivo (vedi sopra), In queila notte la cometa sviluppò una coda di gas bluastra, magnifica e lunghissima (> 50°). I pochi fortunati che riuscirono ad osservare e a fotografare la cometa Hyakytake da postazioni montane nella notte del 25 marzo, non potranno mai dimenticare lo straordinario spettacolo che si produsse dinnanzi ai propri occhi! Quella notte ebbi l'intuito di andare sul Mt. Autore (RM) a più di 1700m di altitudine dove,una volta giunto a destinazione, il cielo si presentò - miracolosamente - sereno e trasparente, a differenza di altre destina-zioni. Qui ebbi una visione a dir poco mozzafiato, quanto indimenticabile! La testa della Hyakutake, molto luminosa tanto da essere realmente difficile da stimare perchè non avevo termini di paragone, si trovava nei pressi della stella g Bootes (Seginus), mentre la coda si sviluppava oltrepassando l'ammasso di stelle della Coma Berenice giungendo sino nella zona più orientale della costellazione del Leone, precisamente nel triangolo di stelle composto da b Leo, Denebola, i Leo e q Leo (Chertan)! A seguito di questa personale osservazione ho sempre sostenuto, e continuerò per sempre a farlo, che la cometa Hyakutake fu di gran lunga più spettacolare della Hale-Bopp, almeno per quei pochi giorni che transitò vicino al nostro pianeta. Per quelle notti che scattai le immagini fotografiche alla cometa ho sempre dovuto superare alcune difficoltà tecnico-logistiche, e allo stesso tempo affrontare avverse condizioni meteorologiche che condizionarono per me l'intero transito della Hyakutake. |
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109P/Swift-Tuttle - (0109P): è una grande cometa periodica che si adatta alla definizione classica di cometa appartenente alla famiglia di comete di Halley con un periodo compreso tra 20 e 200 anni; infatti il suo periodo orbitale ammonta a 133 anni. Fu scoperta indipendentemente da Lewis Swift il 16 luglio 1862 e da Horace Parnell Tuttle il 19 luglio 1862. L'orbita è stata ben determinata mentre è stato calcolato che il nucleo è di circa 26 Km di diametro (JPL Small-Body Database Browser: 109P/Swift-Tuttle - last observation: 1995.03.29 - Jet Propulsion Laboratory Retrieved) Andando a ritroso nel tempo è stato studiato che nel 188 dC la cometa raggiunse la magnitudine apparente di 0,1^ almeno stando ad alcuni registri antichi cinesi. Mentre nel 69 aC. quasi sicuramente fu visibile ad occhio nudo essendo la cometa brillante come la Stella Polare. In questo passaggio documentato con alcune fotografie analogiche, la cometa fu riscoperta dall'astronomo giapponese Tsuruhiko Kiuchiperiodo in cui fu visibile soltanto per mezzo di un modesto binocolo. E' questa la cometa che genera ad agosto il famoso sciame meteorico delle Perseidi, scoperto dall'italiano Giovanni Schiapparelli nel 1866 a seguito del passaggio al perielio della cometa del 1862. Questa cometa descrive un'orbita ellittica che la porterà in un futuro ad entrare in collisione con il sistema Terra-Luna (David L. Chandler: Comet put on list of potential Earth impactors - NewScientist 1 giugno 2005) anche se, al momento,questo evento disastroso non avverrà almeno nel corso del secolo in corso. La minima distan-za tra l'orbita della cometa 109P/Swift -Tuttle e quella terrestre è attualmente di 0.00089 UA. Nel'ultimo passaggio del 1992 ebbi l'opportunità di riprendere fotograficamente la cometa 109P nel corso di due distinte date. |
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C/1991 Y1 (Zanotta-Brewington) - (CK91Y010): cometa non periodica scoperta indipendentemente il 23 dicembre 1991 da due astrofili: l'italiano Mauro Vittorio Zanotta da Laino (Como) per mezzo di un piccolo riflettore autocostruito da 15cm di diametro e dall'americano Howard J. Brewington da Cloudcroft (New Mexico - USA) per mezzo di un telescopio riflettore da 40cm di diametro. Al momento della scoperta la cometa non era affatto vistosa, si presentava di 9^ magnitudine moderatamente condensata con una chioma di 4' di diametro, quindi grandi meriti a Vittorio Zanotta per averla vista e segnalata per primo, considerando poi che è stato l'ultimo italiano, dopo Giovanni Bernasconi nei lontani anni '40, ad effettuare la scoperta esclusivamente in visuale. La posizione al momento della scoperta era a AR: 20h 44.5m, e Dec: +19° 10' (J2000), ubicata approssimativamente nella parte a N della costellazione del Delphinus. Tra i primi a darne conferma ci fu D. H. Levy che osservò la cometa il 24 Dicembre a poco più di un'ora dalla scoperta di Brewington! Dopo che le prime posizioni vennero determinate, Nakano in data 19 gennaio e il 18 febbraio 1992 pubblicò i primi elementi orbitali della cometa. In un primo momento fu determinata un'orbita iperbolica, mentre Mardsen calcolò definitivamente per la Zanotta-Brewington un'orbita ellittica con un periodo di circa 27000 anni (Kronk). Purtroppo però Mauro ci ha lasciati prematuramente il 17 maggio 2009 all'età di soli 46 anni essendo deceduto in un tragico incidente sciistico sulle nevi del Mt. Bianco. La cometa da lui scoperta passò al perielio verso gli ultimi giorni del gennaio 1992, ed anche allora ricordo come la cometa fosse molto difficile da scorgere ad occhio nudo. Nonostante fossimo entrambi appassionati dello stesso tema, non ho mai avuto il piacere di conoscere personalmente Vittorio. |
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C/1989 X1 (Austin) - (CK89X010): scoperta la notte del 6 dicembra 1989 dal cacciatore di comete Rodney D. Austin della Nuova Zelanda mentre era di 8,0^ magnitudine nella costellazione del Tucano, questa cometa ebbe la particolarità che al momento della prima osservazione, dai dati ricavati successivamente dalla scoperta, si determinò una distanza di 370 milioni di chilometri dal Sole. Chiaramente questa misura faceva presupporre che si trattasse di una cometa particolarmente luminosa, Si ipotizzò quindi all'epoca che la Austin potesse diventare lluminosa. Osservai per la prima volta la cometa Austin il 25 aprile 1990 stimandola di 4,5^ magnitudine con una coda lunga quasi 4° e un falso nucleo ben visibile, brillante e condensato. L'osservazione fu eseguita tramite un Newton da155mm f/6; In quella stessa notte eseguii tre fotografie (894; 895; 896). La notte tra il 26 e il 27 aprile tornai nuovamente alla postazione di Mt. Guadagnolo in tarda notte per documentare ancora una volta la cometa C/1989 (Austin) eseguendo le foto dal numero. 900 al 906. La notte tra il 29 e il 30 aprile mi spinsi invece a Mt. Autore (Roma) per eseguire soltanto la foto 909 per via del forte vento che li spirava. Esegui anche un disegno sul brogliaccio. Il 2 maggio 1990 ritornai a Mt. Guadagnolo (Roma) da dove, osservando e fotografando la Austin, si rese evidente a x56 ingrandimenti ricavati dal già nominato riflettore Newton che la coda della cometa era scesa di luminosità e che nel frattempo si era accorciata: sotto i 3° circa. Evidente poi un piegamento stesso della coda nel primo tratto. eseguite foto dal numero 910 al 915. Sempre in corrispondenza di questa data sul brogliaccio è presente un altro disegno della Austin. L'ultima data dedicata alla cometa risale alla notte tra il 29-30 maggio da Mt. Autore in cui per la prima volta impiego il variatore di velocità ACT progettato e realizzato dal compianto amico Alfredo Bolognesi.. Eseguo le foto dal numero 916 al 919. In fin dei conti un'altra cometa che non ha rispettato le attese.
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C/1989 Q1 (Okazaki-Levy-Rudenko) - (CK89Q010): cometa non periodioca scoperta fotograficamente con un telescopio di tipo Schmidt da 25cm da Kiyomi Okazaki di Kahoku-machi, Yamagata-ken, in Giappone, la notte del 24 agosto 1989. In seguito e indipendentemente fu scoperta anche da David Levy (Tucson, Arizona) il 25 agosto, mentre osservava con il suo riflettore da 41 cm e da Michael Rudenko (Ashfield, Massachusetts), mentre osservava con un rifrattore da 15 cm. La scoperta dei due osservatori americani fu annunciata per la prima volta sulla circolare IAU 4840 (26 agosto 1989), mentre la scoperta di Okazaki fu annunciata sulla circolare IAU 4841 (28 agosto 1989). Al momento della scoperta i primi osservatori riferirono che la cometa era diffusa, di magnitudine 10.5-11 circa, con una leggera condensazione centrale. La chioma fu segnalata da 2 a 3 minuti d'arc di diametroo. Durante i giorni successivi, altri osservatori visivi riferirono di un diametro della chioma di 5 minuti d'arco, e lo stesso Levy notò una coda che si estendeva per 4' d'arco verso PA 70 gradi, il 28 agosto. Un primo calcolo dell'orbita fu eseguito da Daniel W. E. Green il 30 agosto (IAUC 4843) La cometa è passata a 0,515 UA dalla Terra il 30 novembre 1989, mostrando una magnitudine massima equivalente alla 5,0^ nel cielo mattutino, rendendosi così visibile ad occhio nudo dal 25 novembre al 5 dicembre. In questo contesto la cometa Okazaki-Levy-Rudenco è stata documentata con diverse immagini a partire dalla nn [775] eseguita la sera del 1 ottobre 1989 con il Newton da 152mm di diametro, |
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23P/Brorsen-Metcalf - (0023P): le coordinate centro immagine della fotografia n.765 qui riprodotta sono RA: 06h 37m 53s Dec: +40° 49' 32" che risale al 17 agosto 1989, approfittando della Totalità dell'Eclisse Lunare che in quella notte si stava realizzando. Lo strumento impiegato è stato un piccolo Newton da 152mm di diametro f/5,8. Nel corso di quest'ultimo passaggio del 1989 la cometa 23P/Brorsen-Metcalf ha raggiunto il perielio l'11 settembre dopo essere passata a 0,62 UA dalla Terra in data 7 agosto raggiungendo la 5,0^ magnitudine. Scoperta per la prima volta dall'astronomo danese Theodor Johann Christian Ambders Brorsen presso l'Osservatorio di Altona ad Amburgo in Germania la notte del 20 luglio 1847 e, indipendentemente dall'astronomo svizzero Kaspar Schweizer dall'Osservatorio universitario di Mosca, l'11 agosto dello stesso anno. Si tratta di una cometa periodica appartenente alla famiglia cometaria della cometa di Halley. Infatti il suo periodo orbitale è di 70,52 anni. Sebbene fosse ovvio che la cometa si muovesse su un'orbita ellittica, le stime sul periodo orbitale calcolate subito dopo la scoperta variavano da 71 a 99 anni, con una probabilità da 71 a 75 anni. Furono fatte previsioni che indicavano che la cometa sarebbe tornata tra il 1919 e il 1922. . Pertanto il 21 agosto 1919 la cometa fu avvistata dal reverendo Joel Hastings Metcalf dall'Osservatorio di Camp Idlewild South Hero nel Vermont USA. La cometa fu confermata da Edward Emerson Barnard (Yerkes Observatory, Wisconsin, USA) il 22 agosto e fu descritta come "molto grande e diffusa", con "una condensa debole e mal definita" di magnitudine 15^. Barnard ha aggiunto che la chioma era "leggermente più condensato nel (il) lato sud precedente". Il prossimo transito è previsto per il 2059 |
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C/1988 A1 (Liller) - (CK88A010): cometa non periodica scoperta dall'astronomo statunitense William Liller (IAUC 4527: 1988a; 1987A; 1987p) in data 11 gennaio 1988. Fra le altre cose Liller ha persino scoperto un ammasso globulare chiamato Liller 1 ( William Liller, Searches for the optical counterparts of the X-ray burst sources MXB 1728-34 and MXB 1730-33, Astrophysical Journal, Part 2 - Letters to the Editor, vol. 213, pag. L21-L23, 1º aprile 1977). Il passaggio al perielio è stato il 20 marzo 1988 per una distanza dal Sole di 0,841 UA. Da recenti studi è emerso che gli elementi orbitali della cometa Liller sono alquanto simili a quelli delle comete: C/1996 Q1 (Tabur); C/2015 F3 (SWAN) e C/2019 Y1 (Atlas). pertanto questa somiglianza ha fatto ipotizzare che tutte queste comete potessero avere una origine comune. Ovvero una frammentazione di una cometa preesistente. |
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C/1987 P1 (Bradfield) - (CK87P010): cometa non periodica scoperta l'11 agosto 1987 dall'astrofilo neozelandese William Ashley Bradfield, in assoluto tra i gli astrofili più prolifici nel scoprire nuove comete, giungendo nell'arco della sua vita a rilevarne ben 18! La C/1987 P1 è stata la sua tredicesima scoperta ottenuta con il suo immancabile rifrattore da 150mm di diametro. Al momento della scoperta la nuova cometa si trovava nella costellazione dell'Hydra a: 14h 13.3m di AR e a: -23* 35' di declinazione. Dallo stesso Bradfield fu stimata in quell'occasione di 10^ magnitudine. di aspetto diffuso e senza condensazione centrale. Personalmente ho iniziato a seguire questa cometa dal 13 ottobre 1987, quindi 2 mesi circa dopo e prima che passasse al perielio. Nei miei appunti non riporto considerazioni, informazioni e note aggiuntive, se non che la fotografai costantemente per diversi mesi. Iniziai a documentarla il 13 ottobre, proseguendo poi il 18 e il 19 ottobre. Quest'ultima data realizzai 2 scatti con l'obiettivo Carl Zeis 135mm da Trevignano (Bracciano - Roma) dalla casa sul lago di Diego M. Poi il 5 e il 6 novembre l'osservai nuovamente e la fotografai addirittura da Roma. Di queste riprese non c'è più traccia dei negativi. Il 7 novembre realizzo gli scatti 444 e 445. Dal 16 fino al 19 novembre continuo a riprendere la cometa Bradfield dal Mt. Argentario per tre giorni consecutivi, ottenendo le foto 446; 447; 449; 450; 451; 456; 457 e 458 alternando il Newton con il 135mm Carl Zeiss per Contax. L'11 dicembre dai Mt. della Tolfa documento la cometa con la foto 462 per mezzo del Newton, Altra data con un'unica foto è quella del 22 dicembre da Mt. Midia (AQ). Concludo la rassegna il 9 gennaio 1988 dalla località Sasso (Roma) in cui effettuo soltanto osservazioni visuali concretizzate nel disegno presente sul brogliaccio. |
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1P/1982 U1 (Halley) - (0001P): per antonomasia è la cometa periodica più famosa che il genere umano annoveri. E' stata così nominata in onore di Edmond Halley che per primo ne predisse il ritorno al perielio che avviene ogni 76 anni, circa. E' l'unica cometa della quale abbiamo testimonianze di osservazioni per oltre 2000 anni! Per quasi tre secoli è stata lei la diva tra le comete fino alla comparsa nei nostri cieli della cometa Hale-Bopp dalla quale si è vista spodestare il trono per il maggior numero di proseliti dediti all'osservazione. All'International Comet Quarterly per la Halley sono stati contati ben 7096 rapport di osservazioni provenienti da tutto il mondo. Gary W. Kronk nella sua magistrale opera "Cometography" dedica alla cometa di Halley 21 pagine riempite solo da nozioni tecniche. Durante l'ultimo passaggio (1985-86) vennero organizzate diverse missioni spaziali e iniziative collaterali ovunque. Tra le più interessanti per gli astrofili riporto quella dell'International Halley Watch (IHW) che coinvolse astronomi e astrofili da tutto il mondo. Organizzata dal Jet Propulsion Laboratory (JPL) del California Istitute of Technology contribuii con un modesto apporto. Numerosi i libri pubblicati sulla cometa, scomodando autori del calibro di: Fred Hoyle, Donald K. Yeomans, Carl Sagan, Patrick Moore, Isaac Asimof. Il prestigioso settimanale "Time" dedicò la copertina alla cometa di Halley sul fascicolo del 16 dicembre 1985, mentre in Italia Paolo Maffei scrive un magnifico libro monografico dal titolo: "La Cometa di Halley". Per quanto riguarda invece, ben più modestamente, la mia produzione, ebbi un primo contatto con la cometa di Halley nella seconda metà del mese di settembre 1985, quando nel corso di una trasferta in montagna l'osservai con un C8 quand'era più luminosa della 12^ mag. La prima fotografia risale al 3 dicembre allorquando la stimai di magnitudine +4,8^. Tuttavia le condizioni geometriche di quest'ultimo passaggio non furono favorevoli per gli osservatori situati alle latitudini medie (+42°). La cometa infatti fu sempre bassa all'orizzonte, a parte il periodo di avvicinamento, non diventando mai appariscente, semmai sempre al di sotto delle previsioni sulla luminosità. La cometa invece si rese ben visibile soltanto nell'emisfero australe raggiungendo al massimo la mag. +2.5^. In Italia si vide per tre brevi periodi. Il primo fu quando iniziò ad avvicinarsi alla Terra, dai primi di novembre fino alla fine di gennaio 86, quando la Halley apparve ad ovest nel cielo serale diminuendo progressivamente l'altezza sull'orizzonte. Il secondo periodo fu quando si presentò all'alba verso ESE, molto bassa sull'orizzonte, dalla prima decade di marzo fino ai primi di aprile. Il terzo ed ultimo periodo fu quello dopo il passaggio al perielio, di nuovo visibile alla sera, dalla seconda metà di aprile in poi per affievolirsi definitivamente. Il prossimo passaggio della Halley è previsto per il 2061. |
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C/1983 H1 (Iras-Araki-Alcock) - (CK83H010): particolare cometa che si rese visibile nei nostri cieli per un breve periodo di tempo. Scoperta il 26 aprile 1983 quando era di 7^ magnitudine dal satellite IRAS (The Infrared Astronomical Satellite) e, indipendentemente, dagli astrofili Genichi Araki (giapponese) e George Eric Deacon Alcock (inglese), quando si proiettava nella costellazione del Draco. Nel momento della scoperta da parte del satellite Iras, si ritenne che l'oggetto fosse di natura asteroidale, solo al momento della conferma da terra, il 27 aprile, ci si accorse della sua natura cometaria. Seguirono confuse vicende che impedirono la comunicazione della scoperta al CBAT fino al 3 maggio. Nel frattempo, prima Araki e poi Alcock, all'oscuro della scoperta fatta da Iras, scoprirono a loro volta la cometa riuscendo a comunicare l'avvenuta scoperta al CBAT: gli valse il riconoscimento della coscoperta attribuendo così il proprio nome alla cometa. Le caratteristiche principali di questa cometa furono il sostanziale passaggio ravvicinato alla Terra (0.0312 UA equivalenti a 4,6 milioni di km il terzo più vicino in assoluto) e la mancanza apparente della coda. Il massimo di luminosità fu raggiunto la notte tra il 9-10 maggio 1983 quando apparve di +2,5^ mag. con un diametro della chioma gigantesco: quasi 3° (6 volte il diametro apparente della Luna!). Data l'estrema vicinanza alla Terra in quell'occasione è stato possibile, durante l'osservazione visuale, percepire il sensibile, quanto veloce, spostamento della cometa tra le stelle. Attraverso un semplice binocolo 7x50, i 2° all'ora che percorreva in quella notte furono facilmente distinguibili! Fu infatti la prima cometa con cui riuscii a individuare lo spostamento tra le stelle durante l'osservazione visuale. Molto ben visibile ad occhio nudo apparve vicino alle stelle Kochab (b UMi) e Pherkad (g UMi). Riuscii ad osservarla e a fotografarla soltanto durante un unica notte per via delle cattive condizioni meteorologiche che imperversarono in quel periodo impiengando un teleobiettivo dalla focale di 135mm f/2,8 su pellicola fotografica. |
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C/1975 V1 (West) - (CK75V010): cometa non periodica con orbita parabolica a lungo periodo che continua ad essere ricordata come la Grande Cometa del 1976 (Donald K. Yeomans (April 2007). "Great Comets in History". Jet Propulsion Laboratory/California Institute of Technology (Solar System Dynamics). Retrieved 2007-12-28). Scoperta dall'astronomo danese Richerd Martin West il 24 settembre 1975 su lastre prese con il telescopio Schmidt all'Osservatorio di La Silla (Cile) dell'ESO (European Southern Observatory), quando si trovava nella costellazione auistrale del Microscopium. Come sempre avviene con la scoperta di un nuovo oggetto con l'intento di riuscire ad ottenere un'orbita precisa, si cercano immagini di pre-scoperta che in questo caso furono trovate fino al 10 agosto 1975. La cometa West raggiunse il perielio il 25 febbraio 1976 raggiungendo una magnitudine apparente negativa, pari a -3,0^. La cometa West è stata tra le più belle e luminose comete del XX secolo; aggiudicandosi la terza posizione nella classifica (ICQ) fra le comete più luminose ad iniziare dal 1935! Addirittura alcuni osservatori affermarono che alla fine del mese di febbraio fu possibile osservarla in pieno giorno. Il 7 marzo 1976 si ebbe un primo report (Steven O'Meara) che avvisava sulla scissione in quattro parti del suo nucleo. Fu infatti in questo periodo che la cometa sviluppò spettacolari bande sincroniche e striate, la sua caratteristica principale che per molti anni a venire la distinse fra tutte e che soltanto con la cometa C/2006 P1 McNaught nel 2007, si è vista superare in spettacolarità. La sua coda raggiunse visualmente una misura di 30° di lunghezza. Con l'avvicinarsi della West ho iniziato a fotografare comete e, dopo ancora molti anni, sèguito a rincorrere questi oggetti affascinanti. Ho pochi ricordi sbiaditi dal tempo su come, dove e quando documentai la West. Ricordo comunque che si trovava nella costellazione del Delphinus e che tempestai di lettere e telefonate Giorgio Buonvino dell'Osservatorio Astronomico di Mt. Mario a Roma che avevo precedentemente conosciuto due anni prima per avere notizie e informazioni sulla cometa Kohoutek 1973. All'epoca era difficile avere informazioni generiche compresi gli elementi orbitali e dove puntare il telescopio per osservarla. Ricordo inoltre che impiegai una macchina fotografica tedesca con obiettivo Schneider da 75mm di focale f/3,5. Di questa cometa mi è rimasta soltanto la stampa 18x24cm su carta fatta in quegli anni, oggi sbiadita, mentre le negative, purtroppo sono andate perdute.
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Dedications of Great Friends: |
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Alan Hale |
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"...Danilo has produced a stunningly beautiful gallery of photographs of Comet Hale-Bopp, and I commend and congratulate him for his skills, dedi-cation, and hard work in putting this gallery together. Not only does this bring back pleasant memories to those of who so fon-dly remember remember this comet, but perhaps more importantly it allows us to share our memories with the younger children and others who were not so fortunate to have seen it... Sincerely" ------------------------------------------------------------------------------ììì--------------------------------------------------------------------------------------------------San Diego - California - USA June, 1997
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Gary W. Kronk |
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"...I am honored to write [...] a dedication for your website. I have looked it over the last two days and am impressed! It looks like the first comet you photographed was West in 1976 and that was also the first that I photographed! [...]. Danilo has done some incredible work photographing comets since the mid-1970s and they are all displayed on his easy to navigate website. Perusing the images brought back fond memories of comets I have observed and photographed since 1976..." ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Belleville - Illinois - USA August, 2020
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Terry J. Lovejoy |
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"Thank you Danilo for posting your wonderful images all the way back to Comet West in 1976! I really enjoyed the trip down memory lane, not just seeing the comet's I found in 2007, 2013 and 2014 but some of the bright interesting comets like Holmes and McNaught in 2007. To top it off, the images of Hale-Bopp and Hyakutake are also some of the best I have ever seen. Well done!" Love the images!! -------------------------------------------------------------Thornlands - Queennsland - Australia September, 2020
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Seiichi Yoshida |
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"Great job, Danilo! Very impressive to see your historical comet images. It is really great job to keep photographing comets for many years. And it is useful and valuable to see historical comets in one album. Your images remind me the time in my life with these comets!"------------------------------------------------Yokohama - Japan, April 2024 |
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Bibliography and WebSites consulted: |
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Jet Propulsion Laboratory "IUA, Minor Planet Center MPC" - website |
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Nick James "The Comet's Tale" - BAA British Astronomical Association - website |
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International Comet Quarterley "The ICQ Comet Information" - website |
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COBS "COBS - Comet Observation database" website |
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Paolo Maffei "La Cometa di Halley" - Biblioteca dell'Est - Edizioni Scientifiche e Tecniche - Mondadori - 1984 |
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Stephen J. Edberg "International Halley Watch - Manuale IHW" - Enslow Publishers, Hillside & Sky Publishing Corporation, Cambridge - 1983 |
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Donald K. Yeomans "Great Comets in History" - Jet Propulsion Laboratory/California Institute of Technology - 2007 website |
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Paolo Maffei "Al di Là della Luna" - Biblioteca dell'Est - Edizioni Scientifiche e Tecniche - Mondadori - 1973 |
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Fred L. Whipple "Il Mistero delle Comete" - Editoriale Jaca Book S.P.A., Milano - 1991 |
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Paolo Maffei "I Mostri del Cielo" - Biblioteca dell'Est - Edizioni Scientifiche e Tecniche - Mondadori - 1976 |
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Ronald Stoyan "Atlas Of Great Comets" - Cambridge - University Press - 2015 |
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Syuichi Nakano "Nakano Note" Syuichi Nakano website - |
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Seiichi Yoshida "In Order of Day of Perihelion".- Seiichi Yoshida. website |
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Paolo Ferri "Il Cacciatore di Comete" - Editori GLF Laterza - 2020 |
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Marco Pierfranceschi " Il Cielo ritrovato" - Amazon Italia Logistica - 2018 |
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John Hebert "Famous Comets" - Printed in Great Britain by Amazon - 2019-2020 |
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(Work in progress) |
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