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Al di la della Luna; Beyond the Moon; Astrophotography; Astrofotografia; Danilo Pivato
 
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The Analysis of Frame
 
M 45/Pleiades Region - Open (galactic) Cluster: In Taurus - Cr 42; Seven Sister; Cl Melotte 22; Ocl 421.0; Lund 117; C0 344+239; H 0346+24; Open (galactic) Cluster - Field: 12,7° x 15,7° - Mag. Limite Image: --.-^ - --.-^ (r) - Fonte: - Object Coordinates: RAJ2000.0 03h 47m 00.0s - Dec J2000.0 +24° 07' 00.0" [SIMBAD] - Magnitudine: --.-^ (b); --.-^ (v), --,-^ (r); Surface Brightness: --.-^ - Object Size: 120,0' x 120,0' [SIMBAD] - Position Angle: ---° - Object Classification: l3rn.- Redshift z(~) V (Km/s): 3.503 - Spectrum: --- Distance: 425 ly
 

L'ammasso aperto delle Pleiadi, il soggetto principale che occupa il centro dell'inquadratura, appartiene a quella categoria di oggetti noti sin dall'antichità. Dell'ammasso stellare infatti sono almeno 6-7 le stelle visibili ad occhio nudo che diventano 9 con moderate condizioni di visibilità, e salgono addirittura 12 sotto cieli bui e molto trasparenti. Secondo Kenneth Glyn Jones, il primo riferimento conosciuto dell'ammasso è una citazione di Esìodo, risalente circa al 1.000 a.C.. Omero ne fa menzione nell'Odissea e nella Bibbia, nel Vecchio Testamento, compaiono almeno tre riferimenti alle Pleiadi. Sono chiamate anche: Le Sette Sorelle e, le implicazioni mitologiche sono presenti nelle leggende di tutti i popoli della Terra. Nell'antico Giappone furono chiamate "Subaru", oggi utilizzato per l'omonimo marchio automobilistico, o per il nome del più grande telescopio giapponese realizzato sul Mauna Kea, nelle Hawaii. Le antiche denominazioni del Nord europa invece (per esempio quelle inglesi, tedesche e vichinghe) ci dicono che un tempo erano paragonate ad una "Chioccia con i pulcini". Robert Burnham Jr. fa riferimento sia alla possibile origine del nome "Pleiadi" dalla parola greca "plein" che indica il "navigare", e sia alla parola "pleios" che significa "abbondanza" o "moltitudine". Seguendo la mitologia greca, le stelle principali hanno il nome delle sette figlie di Atlante e di Pleione: Alcione (h Tau - 2.9^ mag.), Asterope (21 Tau una stella doppia - 5.8^ mag.), Elettra (17 Tau - 3.7^ mag.), Maia (20 Tau - 3.9^ mag.), Merope (23 Tau - 4.2^ mag.), Taygeta (19 Tau - 4.3^ mag.) e Celaeno (16 Tau - 5.^5 mag.). La poetessa greca Saffo (630-570 a. C.) scrive: "...tramontata è la Luna e tramontate sono le Pleiadi, la notte è a metà del suo corso..."). Anche in letteratura latina esistono brani in cui ci sono riferimenti alle Pleiadi: Publio Virgilio Marone nelle sue Georgiche scrive con queste parole: "... Due volte le arnie si riempiono di miele quando la Plejade Taigete, innalzando la sua fronte verginale sopra l'orizzonte, respinge con sdegnoso piede i flutti dell'oceano, e quando, sfuggendo agli sguardi dei piovosi pesci, si rituffa tristamente in seno all'onda gelata..."; così come in quella araba, cinese, egiziana, indiana, esistono molte citazioni sulle Pleiades.

Tutte le 7 stelle dell'ammasso delle Pleiadi sono al di sopra della soglia della sesta magnitudine, quindi vista la loro grande visibilità in cielo hanno goduto nei millenni passati del privilegio di essere state un riferimento importante in molte culture. L'ammasso M 45 dista 430 anni luce ed è tra i gruppi stellari più vicini; stando a recenti studi sembra contenere almeno 1000 stelle, la maggior parte delle quali risultano deboli, che si estendono per oltre 2°, presentando quindi una densità, se confrontata con gli altri ammassi galattici, relativamente bassa.

La classificazione di Trumpler per le Pleiadi è del tipo: II,3,r (di Trumpler, secondo Kenneth Glyn Jones) o I,3,r,n (Götz e Sky Catalog 2000), ciò significa che questo ammasso appare isolato, fortemente o moderatamente concentrato verso il centro; le sue stelle presentano un'ampia gamma di luminosità ed è come visto in precedenza, numericamente ricco. La maggior parte delle stelle più luminose delle Pleiadi sono di tipo spettrale Be, stelle blu quindi, calde e giovani, mentre l'ammasso contiene anche numerose nane brune e deboli stelle "flares" di cui alcune di quest'ultima categoria furono scoperte dall'astronomo italiano Loenida Rosino (L. Pigatto, L. & Rosino - "Flare stars in the Pleiades region" Memorie della Società Astronomia Italiana, Vol. 43, p.455). La loro luminosità varia nell'arco di pochi minuti o ore e possono aumentare anche di 4 magnitudini; generalmente sono comprese tra la +13^ e la +17^ magnitudine. Nella presentazione delle immagini a scala maggiore di prossima pubblicazione si individueranno sulle corrispettive mappe queste stelle di tipo "Flare" presenti nelle Pleiadi.

 
La fotografia - L'area ritratta in questa fotografia a colori su sensore full-frame Nikon è stata eseguita il 03 gennaio 2019 (risultante di 15 frame da 300 secondi) a Roma in una notte particolarmente limpida e dove, per un black-out dei lampioni stradali durato diversi giorni, si è approfittato per realizzare diverse decine di fotografie al cielo. Nonostante però le varie luminarie Natalizie accese dai singoli vicini per la prima parte della notte, si è goduto per un periodo non indifferente di un basso inquinamento luminoso. Al centro è posto l'ammasso galattico delle Pleiadi. Pur essendo una fotografia realizzata dalla città, con la Nikon d810a si è riusciti a porre in evidenza la grande estensione delle nebulosità annesse all'ammasso galattico, Approfittando di questo risultato positivo, si è fatta una modesta ricerca su notizie, mezzi ed eventi storici che hanno caratterizzato le scoperte degli oggetti deep-sky appartenenti a quest'area del cielo, legate a personaggi importanti con vicissitudini, curiosità affascinanti e poco conosciute, ma tipiche dell'epopea d'oro dell'astronomia accademica di inizio-fine '800 visibile a quest'altra pagina
 
 
NGC 1432 - HII (ionized ) region: in Taurus - LBN 771; Maia Nebula; Object Coordinates: RAJ2000.0 03h 46m 00.0s - Dec J2000.0 +24° 12' 00" [SIMBAD] - Magnitudine: --.-^ (b); --.-^ (v), --,-^ (r); Surface Brightness: --.-^ - Object Size: 30,0' x 30,0' [Uranometria 2000.0] - Position Angle: ---° - Object Classification: ---.- Redshift z(~) V (Km/s): -0.000018 Spectrum: --- Distance: --- ly
 
Netta e ben visibile nella foto. Scoperta da Paul-Pierre e da Mathieu-Prosper Henry alla fine dell'800 si presenta di forma irregolare con due caratteristici sbuffi che si protengono verso uno NE e l'altro verso N. il primo poi è stato catalogato da Dreyer con la sigla IC1990. Nel sito e in altra pagina c'è un approfondimento che riguarda questa nebulosa trattata insieme alla IC 349 disponibile qui
 
 
NGC 1435 - Interstellar matter: in Taurus - Ced 19i; Merope Tempel's Nebula; Object Coordinates: RAJ2000.0 03h 46m 00.0s - Dec J2000.0 +23° 54' 00" [SIMBAD] - Magnitudine: --.-^ (b); --.-^ (v), --,-^ (r); Surface Brightness: --.-^ - Object Size: 30,0' x 30,0' [Uranometria 2000.0] - Position Angle: ---° - Object Classification: ---.- Redshift z(~) V (Km/s): -0.000018 Spectrum: --- Distance: --- ly
 
 
IC 349 - Reflection Nebula in Taurus - Ced 19i ; Barnard's Merope Nebula: Object Coordinates:RAJ2000.0 03h 46m 21.3s - Dec J2000.0 +24° 56' 28" [SIMBAD] - Magnitudine: --.-^ (b); 13.0^ (v), --,-^ (r); Surface Brightness:--.-^ - Object Size: 30"' x 25" [Wikipedia] - Position Angle: 165° - Object Classification: Nb .- Redshift z(~) V (Km/s): -0.000148 - Spectrum: --- Distance: 380 ly [NGC-IC Photographic Catalogue]
 
Nota anche come la Nebulosa Merope di Barnard, è una piccola nebulosa a riflessione situata - apparentemente - a ridosso, cioè a soli 33" d'arco (!), da una delle quattro componenti più luminose, la più meridionale che formano il famoso quadrangolo di stelle dell'ammasso galattico delle Pleiadi: Merope (23 Tau) nella costellazione del Taurus. Un interessante approfondimento su questa nebulosa è possibile trovarlo in due distinte pagine qui e qui
 
 
IC 1990 - Interstellar matter: in Taurus - Ced 19m; Object Coordinates: RAJ2000.0 03h 47m 36.0s - Dec J2000.0 +24° 38' 00" [SIMBAD] - Magnitudine: --.-^ (b); --.-^ (v), --,-^ (r); Surface Brightness: --.-^ - Object Size: 30,0' x 30,0' [Uranometria 2000.0] - Position Angle: ---° - Object Classification: ---.- Redshift z(~) V (Km/s): -0.000018 Spectrum: --- Distance: --- ly
 
 
UGC 2838 - Galaxy: in Taurus - LEDA 13696; MCG+04-09-005; 2MFGC 3091; 2MASX J03434456+2403386; Object Coordinates: RAJ2000.0 03h 43m 44.564s - Dec J2000.0 +24° 03' 38.69" [SIMBAD] - Magnitudine: 16.0^ (b); --.-^ (v), --,-^ (r); Surface Brightness: --.-^ - Object Size: 0,8' x 0,1' [SIMBAD] - Position Angle: ---° - Object Classification: ---.- Redshift z(~) V (Km/s): -0.019930 Spectrum: --- Distance: --- ly
 
Probabilmente è la galassia più famosa del campo, essendo un riferimento tipico di chi ne conoscesse la posizione, rispetto all'ammasso delle Pleiadi quando, in particolare, si analizzavano le immagini fotografiche in analogico delle Pleiades. A questa scala immagine oltre a verificarne la natura diffusa e la forma molto allungata e stretta, non si discerne altro.
 
 
 
[da completare]
 
 
 
History of Observation and description:
 
Known pre-historically. Mentioned by Homer about 750 B.C. and by Hesiod about 700 B.C.
 
Charles Messier: March 4, 1769. 45. 3h 33m 48s (53d 27' 04") +23d 22' 41"
A cluster of stars, known by the name of the Pleiades. The position reported is that of the star Alcyone.

[Mem. Acad. for 1771, p. 451-452 (first Messier catalog)]
One can say the same [as for M44] for the Pleiades, by reporting their position by that of the star Eta, with its right ascension becoming, for March 4, 1769, 53d 27' 4", & its declination 23d 22' 41" north.
[p. 458] 1769.Mar. 4. RA: 53.27. 4, Dec: 23.22.41.B. Cluster of stars known by the name Pleiades: the position reported is that of the star Alcyone.

[Messier reports to have measured the stars of the Pleiades in 1785, 1790, and 1796.]

 
Giovanni Battista Hodierna: Ha. I.1: [1654] [1.] The first, and the most lumious of all assemblies of stars, shines in the belly of Taurus; six, or seven stars are most evident, before many others, .. [counted 37 stars]
 
Johan Elert Bode: Bode 8.: A wellknown cluster of small stars.
[Position of Alcyone in the Pleiades in Taurus]
 
Johan Elert Bode: (1782: [From: Vorstellung der Gestirne auf XXXIV Kupfertafeln (Introduction to the Stars on 34 Copper Plates), 1782.]
[Ch. 14, p. 17] No. 15 to 28 are the stars of the Pleiades.
[p. 18] The Pleiades are represented on the 14th plate at the right, by the 28 stars of Flamsteed, T. Mayer & le Monnier. On the 1st figure of the 30th plate, there are also the stars from 203 to 242, with diverse others which have been observed by the Abbé Outhier; these are those which I have increased the Pleiades to a number of 120 stars.

[Plate XXX, p. 38]
Fig. 1. The Seven Sisters or the Pleiades in the Bull, consisting of about 120 stars, which have been observed in them by Flamsteed, le Monnier, T. Mayer and the Abbot Outhier, and are visible through telescopes. The most considerable of them are annoted with letters according to Flamsteed. After the fables of the poets the Pleiades were the seven daughters of Atlas and of Pleione, and from these [fables], nine stars of them have got the following names from this family, namely:

    g. Celano.   c. Maia.   f. Atlas.      b. Electra.   d. Merope.   h. Pleione.      e. Taygeta.   h. Alcyone.   k. & l. Asterope 1. and 2.
 
William Henry Smyth: CXLII (142). Eta Tauri: [Smyth has separate entries for 4 individual stars in the Pleiades, but describes the cluster under the star h Tauri. The four separate entries are CXXXVIII. 19 Pleiadum (Taygeta), CXXXIX. 15 Pleiadum (of mag 8), CXL. 23 Pleiadum (Merope), and CXLIV. 27 Pleiadum (Atlas)]
CXLII.
h Tauri.
AR 3h 37m 59s, Dec N 23d 36'.3
Mean Epoch of Observation: 1836.97 [Dec 1836]
Alcyone, a Greenwich star, with a distant companion, in the midst of the Pleiades, called by the Arabians Jauza, the wall-nut, and Neyyir, bright, or lucida [the brightest] of the Pleiades. A 3 [mag], greenish yellow; B 7, pale white. Piazzi marked this "duplex," but the comes could only be 151 P. III.; and a reduction from his mean apparent places, and the micrometrical measures of Sir John South, afford these results:
    P.  Pos. 288d 00'   Dist. 122".50   Ep. 1800      S.  288d 42'        116".40      1824    
which, considering that A is chargeable with a small proper motion both in AR abd declination, is very consistent with more recent observations. The other two small stars in the same, or np [north preceding, NW] quadrant, form the "binae ad boream" mentioned in 150 P. III; and were also measured by S. The proper motions alluded to, are thus valued:
    P. .... AR -0".04   Dec -0".09      S. ....    +0".06       -0".05    
This star has usually been considered as the one described under the 32nd of Taurus, in Ptolemy, and there marked Epsilon in brightness. But Mr. Baily says, "I don't think this star can be Eta Tauri, on account of its magnitude: yet it is singular that the brightest star in the pleiades should not have been noticed by Ptolemy (*)."

The occultation of this star, and h Pleiadum, by the dark limb of the Moon, were well observed on the 19th March, 1839, by my [Smyth's] excellent friend Lord Chief Justice Tindal; who thus elegantly occupied the evening of a tedious assize-day at Bedford. The observations were made with the 8 1/2-foot equatorial, charged with an eye-piece magnifying ninety-three times.


The Pleiades constitute a celebrated group of stars, or miniature constellation, on the shoulders of Taurus; their popular influences have been said and sung for many years. Hesiod mentions them as the Seven Virgins, "of Atlas born;" and in the ancient M.S. of Cicero's Aratus, in the British Museum, they are finely represented by female heads, inscribed Merope, Alcyone, Celaeno, Electra, Taygeta, Asterope, and Maia, under the general title Atlantides, - while the illustrations to Julius Firmicius in 1497, represents them as well-grown women. The moral may be, that Atlas himself first rigidly observed these stars, and named them after his daughters.But various are the appellations under which they have been known. THeon liked them to a bunch of grapes; Aratos says they were called Eptaporoi; Manilius clusters them as glomerabile sidus; the Arabs said they were Ath-thurayya, or the little ones; the French designate them as poussinière; the Germans, gluckhenne, the Italians knew them as le gallinelle; the Spaniards term them the cabrillas, or little manny-goats, which is the key of the Duke's query to sancho; and several schools called them brood-hen, under the representation of a hen with chickens. There has also been much discussion as to the number of the individuals in the group, some of the ancients having advanced that there were seven, and others resolving to count six, in the spirit of Ovid's oft-cited
Quae septem dici, sex tamen esse solent. The "lost Pleiad" is however, rather a poetical than an exact expression, for in moonless nights I never had any difficulty in counting seven stars in the so-called Hexastron, with the naked eye; and indeed this is nothing to boast of, for many people may enumerate even more, though few will equal with Maestlinus, the discoverer of the new star of 1604, who, as Kepler avers, could distinctly see fourteen stars in the Pleiades, without any glasses. Still, if we admit the influence of variability at long periods, the seven in number may have occasionally been more distinct; so that while Homer and Attalus speak of six of them, Hipparchus and Aratus may properly mention seven. But they have a singular brilliant light for their magnitudes, whence the unassisted eye becomes dazzled. The ancients allotted to them only seven stars; but in modern catalogues, their numbers have run thus:
    Kepler   . . . . 32 stars     Hook   . . . . .  78 stars      Galileo  . . . . 36           Jeaurat  . . . . 103      De la Hire . . . 64           F. de Rheita . . 188    
And the zealous amateur may be assured, that there are yet many recruits for him who will undertake an exact chart of them, the which is still a desideratum, the cluster being directly in the Moon's path, and therefore the site of abundance of occultations. This part formerly constituted the Third Lunar Mansion; and is so generally known, that is, alineation need hardly be pointed out; yet it may be added, that an imaginary line through the wain of the Great Bear, passing Capella, leads to the Pleiades; or, from the southwest, a line from Sirius, carried over Orion's belt, meets them.
 
John Frederick William Herschel:, General Catalogue: The Pleiades are not in the GC catalog, however, the first discovered nebula around Merope is:
  • GC 768 = Auwers N. 18:
    RA 3h 37m 52.3s, NPD 66d 40' 12.9" (1860.0) [Right Ascension and North Polar Distance]
    !!! B; vL; iF; VAR. (Tempel). 0 observations by W. & J. Herschel.
    Magnificient, bright; very large; irregular figure; variable (Tempel's Nebula)
    Remark: GC 768 = Auwers N. 18. The celebrated variable nebula of Tempel, discovered Oct. 19, 1859.
 
John Louis Emil Dreyer: The Pleiades are not in the NGC or IC catalog, however some of the nebulosities within them are:
  • NGC 1432, [discovered by] Henry:
    RA 3h 37m 30s, NPD 66d 5' (1860.0)
    eF, vL, dif (Maia Pleiadum)
    Extremely faint, very large, diffuse (around Maia, in the Pleiades).
    Remark: Figures in Henry [Rapp. d. l'Obs. de Paris, 1884]; O. Struve [A.N. cxiv (114)] p. 97; Spitaler [A.N. cxiv (114)] p. 209; Roberts [Journ. Liv. A.S. v (5)] p. 148.
  • NGC 1435 = GC 768, Tempel:
    RA 3h 37m 52s, NPD 66d 40' (1860.0) [Right Ascension and North Polar Distance]
    vF, vL, dif (Merope)
    Very faint, very large, diffuse (around Merope).
    Remark: Figures in Tempel [Publ. d. R. Oss. di Milano, No, 5] plate II; Tempel [M.N. xl (40)] p. 622; C. Wolf [Ann. d. l'Obs. de Paris, xiv (14)]; M. Hall [M.N. xl (40)] p. 169; Common [M.N. xl (40)] p. 376; Roberts [Journ. Liv. A.S. v (5)] p. 148.
  • IC 349, Barnard (AN 3018):
    RA 3h 37m 55s, NPD 66d 41m (1860.0)
    eF, vS, pos 165deg, dist 36" from Merope
    extremely faint, very small, lying at position angle 165 degrees and distance 36" from Merope.
 
Francis Bailey: Pleiades ... RA 03:41. , Dec +23:48 (1900.), Diam 120'; class D3 [Coarse, irregular, stars of different magnitudes (cluster)], B1 [Large, diffused, irregular (nebula)]
! Cluster, well known cluster of bright stars, not given in the N.G.C.
Remarks: Pleiades. The number of stars which really belong to this cluster is doubtful. Several thousand stars have been photographed in this region, but there is no proof that many of these belong to the cluster, since even this large number is no greater, if, indeed, it is as great, as that in an equal area of the surrounding regions. Apparently the cluster itself consists of a few bright stars.
Plate I, Figure 1. The Pleiades. The original photograph shows faintly and brighter nebulosities, but a much longer exposure is needed with the Bruce telescope to show them to good advantage. See Mem. Acad. Amer. Acad. 11, 224. The area shown in this, and in each of the following three figures is a triffle more than two square degrees.
 
Heber Doust Curtis: [Descriptions of 762 Nebulae and Clusters photographed with the Crossley Reflector. Publ. Lick Obs., No. 13, Part I, p. 9-42] RA= 3:41 , Dec=+24:.. The Pleiades. L.O. Publ., Vol. VIII, Plate 8. 0 s.n.
 
Camille Flammarion: in [Les Etoiles et les curiosites du ciel - 1904] dedica numerose pagine sul conteggio e visibilità delle stelle sotto diversi occhi con particolarissime digressioni storiche.
 
 

Bibliografia di riferimento:

Simbad: Astronomical Database - CDS (Strasbourg)

NED: NASA/IPAC Extragalactic Database

VizieR: published astronomical catalogues and data tables

Historical Deep Sky Object List: by H. Frommert; C. Kronberg; Glen Cozens; G. McArthur; B. Arnett

Aladin: Sky Atlas - Centre de Données astronomiques de Strasbourg (CDS)

Guide software: Project Pluto 168 Ridge Road Bowdoinham ME 04008 (UNITED STATES)

Burnham's Celestial Handbook: An Observer's Guide to the Universe Beyond the Solar System - Robert Burnham, Jr - Dover Pubblications. Inc - Ney York

NGC 2000.0 - Roger W. Sinnott - Sky Publishing Corporation - Cambridge, Massachusetts

Star Clusters - B. A. Archinal, S. J. Hynes - Willmann-Bell, Inc.

Il cielo - G. Cecchini - Unione Tipografico - Editrice Torinese

NGC - IC Photographic Catalogue - Shigemi Numazawa & Nanayo Wakiva - ed. Seibundo Shinkosha University Publishing co. Ltd. - 2009

The Revised New General Catalogue of NonStellar Astronomical Objects - J.W. Sulentic & W. G. Tifft - The University of Arizona Press Tucson, Arizona

Sky Catalog 2000.0 - Vol. 2 - Double Stars and Nonstellar Objects - edited by A. Hirhfeld & R. W. Sinnott - Sky Publishing Corporation - Cambridge, Massachusetts

Atlas of the Messier Objects - R. Stoyan, S. Binnewies, S. Friedrich & K. P. Schroeder - Cambridge, University Press

70 Photometry of The stars in Galactic Cluster Fields - Pubblications of the United States Naval Observatory XVII 1950-61 Catalogue

Interstellarum Deep sky Atlas - R. Stoyan, S. Schuring - Oculum Cambridge University Press 2014

Millennum star Atlas - R. W. Sinnott, M. A. C. Perryman - Sky Publishing Corporation - Cambridge, Massachusetts - ESO - ESTEC, Noordwijk, The Netherlands

Atlas of The Heavens - Atlas Coeli 1950.0 - Antonin Becvar - Sky Publishing Corporation - Cambridge, Massachusetts - Czechoslavak Academy of Sciences

TriAtlas Second Edition - J. R. Torres & C. Skelton

Observing & Cataloguin Nebulae & Star Clusters - W. Steinicke - Cambridge University Press - 2011

ACompanion to Astronomy & Astrophysics - K. R. Lang - Springer

Astronomical Observations - E. Gregersen - Britannica Educational Publishing

Astronomie Populaire Description Genelrale du Ciel - Camille Flammarion - Paris C. Marpon et E. Flammarion Editeurs - 1880

Atlas & Catalog of Dark Clouds Based on Digitized Sky Survey I - K. Dobashi, H. Uehara, R. Kamdori, T. Sakurai & M. Kaiden - Astrophysical Journal

Biographical Encyclopedia of Astronomers - K. Bracher, R. J. Jarrell, J. D. Marché, E. J. Ragep - Springer

Catchers of the Light - Vol. 1 - Stephan Hughes -

 

 

 
 
 
 
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