Al di la della Luna; Beyond the Moon; Astrophotography; Astrofotografia; Danilo Pivato | ||
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The Analysis of Frame |
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M 15; NGC 7078; GCl 120; C 2127+119; - Globular Cluster: in Pegasus - [field: 2,8° x 4,2°] - - Mag Limite: 18.9^ - 19.3^ (r) Fonte (SDSS DR16) --- Obiect Coordinates: RA J2000.0 21h 29m 58.33s - Dec J2000.0 +12° 10' 01.2" [SIMBAD] --- Magnitudine: 6.25^ (v); --.-^ (b); 6.69^ (r); --- Surface Brightness: --.-^ --- Object Size: 22' x 22' --- Position Angle: --.-° --- Object Classification: IV --- Redshift z (~) V (Km/s): -0.000356 [0.000001] --- Spectrum: F3 - F4 --- Grande ammasso globulare posto a circa 4° NO dalla stella Enif (e Peg) di magnitudine +2,38^ (v), è tra gli oggetti più interessanti della costellazione del Pegasus. Fu scoperto nel settembre del 1746 da Jean Dominique Maraldi, mentre cercava la cometa di De Cheseaux. descrivendolo come una nebulosa luminosa composta da numerose stelle. Messier lo inserì nel suo catalogo nel 1760 accennando soltanto al fatto che fosse privo di stelle. Fu risolto per la prima volta da William Herschel nel 1783. Suo figlio John lo commentò come: " ... Un magnifico ammasso globulare senza condensazione con flussi irregolari di stelle senza apparire sferico..." Anche d'Arrest segnalò nelle sue osservazioni come la parte evidente visualmente risultasse asimmetrica. La magnitudine integrale dell'ammasso è di 6,25^ (v), quindi al limite della visibilità ad occhio nudo. Le stelle più luminose del globulare partono dalla magnitudine di +12.6^ (v), o magnitudine assoluta -2,8, con una luminosità media di 1000 volte rispetto al nostro Sole, quindi a portata della maggioranza degli strumenti amatoriali. M15 è ricco di stelle variabili e pulsar; rispettivamente ne sono stete scoperte 180 e 8, inclusa una stella doppia di neutroni M15-C e una Cefeide di tipo II (W Virgo). Con molta probabilità è il più denso di tutti gli ammassi globulari nella nostra Galassia. (...continua) L'immagine, realizzata con il teleobiettivo Nikon 500mm f/4,0 e la DSLR Nikon d810a ad 800 ISO, purtroppo risente del forte stretching votato a far emergere al massimo la debole IFN presente nell'area. Riuscire a contenere il rumore a questi livelli con il basso numero di frame a disposizione è stato improbo. |
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PEASE 1; PN G065.0-27.3; PK 065-27 1; Kuster 648; PN ARO 111; Ps 1; PN VV 265; PN Ku 648; WEB 19239; Planetary Nebula in M15 - [field: 2,8° x 4,2°] - - Mag Limite: 18.9^ - 19.3^ (r) Fonte (SDSS DR16) --- Obiect Coordinates: RA J2000.0 21h 29m 59.38s - Dec J2000.0 +12° 10' 27.5" [SIMBAD] --- Magnitudine: 14.06^ (v); 13.9^ (b); --.-^ (g); --- Surface Brightness: --.-^ --- Object Size: 3" x 3" [SEDS.org] --- Position Angle: --.-° --- Object Classification: IV --- Redshift z (~) V (Km/s): 0.000337 (~) --- Spectrum: O --- - Nel 1928 grazie alla fotografia inpiegata sul telescopio da 2,5 metri di Mt. Wilson, Francis Gladheim Pease, astronomo statunitense progettatore e costruttore dello stesso telescopio americano (inseguito progettò e realizzò anche quello da 5mt di Mt. Palomar), scopre la prima nebulosa planetaria all'interno di un ammasso globulare denominata Pease 1, presente nella parte NE di M15. Oggi sappiamo con certezze che la Pease 1 appartiene fisicamente all'ammasso globulare M15. Pease riusci nell'impresa grazie all'impiego di un filtro nominato: "Pulkovo ultra-violet" rendendo molto luminosa la nebulosa planetaria sulle lastre fotografiche eguagliano quindi la luminosità delle stelle di campo di M15. In precedenza, esattamente nel 1921, Karl Friedrich Kustner, astronomo tedesco direttore dell'Osservatorio di Bonn, catalogò la nebulosa planetaria come semplice stella. Da allora, soltanto in altri tre ammassi globulari sono state rinvenute altre nebulose planetarie. Di magnitudine 15,5^ (v), per osservarla visualmente occorrono telescopi da almeno 30cm di diametro. Mentre fotograficamente, visto le sue ridotte dimensioni, ritengo non sia affatto semplice da documentare. In passato parlando con un famoso astrofilo americano, il quale riuscì a riprenderla con un 14", mi consigliò d'impiegare un filtro in H-Alpha per enfatizzare al massimo l'emissione della nebulosa planetaria, la quale dovrebbe apparire come un piccolo punto sopra il nucleo di M15. Inutile ribadirlo, ma alla scala immagine della fotografia sopra riprodotta è impossibile discernere la nebulosa planetaria Pease 1 |
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IFN - Integrated Flux Nebula - Nella fotografia sopra riprodotta sono presenti, anche in questa parte del cielo, le debolissime tracce della nebulosità di fondo, denominata IFN da Wilson e Mandel, coautori di un catalogo, ad uso dilettantistico che elenca le aree di maggior presenza, relative a queste particolari nebulosità. Nel database SIMBAD però le nebulosità IFN di quest'area sono state classificate recentemente secondo il catalogo: "A.A.V:V. The Planck Catalogue of Galactic cold clumps (PGCC) " pubblicato nel 2016 su Astonomy Astrophysics il quale elenca per tutto il cielo i Galactic cold clump (sorgenti fredde galattiche) individuate dalla missione Plank. Soltanto nella parte orientale dell'inquadratura la nebulosità di fondo è stata catalogata, con la sigla LBN 152 del catalogo di Lynd's. Sempre nella parte orientale dell'inquadratura è presente una cospicua nebulosa planetaria appartenente al catalogo di John Louis Emil Dreyer: NGC 7094 un anello azzurro con struttura interna irregolare ramificata (vedere sotto) |
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NGC 7094; PK 066-28 1; Abell 43; PN K 1-19; PN G066.7-28.2; PN ARO 194; WD 2134+125- Planetary Nebula in Pegasus - [field: 2,8° x 4,2°] - - Mag Limite: 18.9^ - 19.3^ (r) Fonte (SDSS DR16) --- Obiect Coordinates: RA J2000.0 21h 36m 52.97s - Dec J2000.0 +12° 47' 19.1" [SIMBAD] --- Magnitudine: 13.35^ (v); --.-^ (b); 13.53^ (g); --- Surface Brightness: --.-^ --- Object Size: 1.6' x 1.6' [SIMBAD] --- Position Angle: --.-° --- Object Classification: IV --- Redshift z (~) V (Km/s): 0.000337 (~) --- Spectrum: O --- Poco conosciuta e altrettanto poco documentata la nebulosa planetaria NGC 7094 si trova ad appena 1.8° a ENE dell'ammasso globulare M15. immersa nel campo delle deboli nebulosità della IFN qui classificata sotto il nome di LBN 152 fu scoperta da Lewis Swift il 10 ottobre 1884 e fu classificata come nebulosa planetaria da Lubos Kohoutek nel 1963. Di cospicue dimensioni apparenti (99" x 91"), presenta una luminosità superficiale relativamente bassa di colore prevalentemente azzurro. Si presenta sottoforma di anello sferico con una struttura filiforme disposta radialmente fino alla stella progenitrice disposta nel centro. La magnitudine della stella centrale è di 13,68^ (v) con classe spettrale ibrida PG1159, classe che idenfica una scarsa presenza di idrogeno nella stella. Verso NE a 28.5" d'arco dalla stella centrale è presente una seconda stella, probabilmente prospettica, di magnitudine 15.6^ (g). Merita un approfondimento con gli strumenti maggiori |
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History of Observation and description of the M15 Discovered by Jean-Dominique Maraldi on September 7, 1746 Charles Messier: - June 3, 1764. 15. 21h 18m 41s (319d 40' 19") +10d 40' 03" [Mem. Acad. for 1771, p. 442 (first Messier catalog)] Jean-Dominique Maraldi: [September 7, 1746] On September 7 I noticed between the stars Epsilon Pegasi & Beta Equulei, a fairly bright nebulous star, which is composed of many stars, of which I have determined the right ascension of 319d 27' 6", & its northern declination of 11d 2' 22". Jean Nicolas Fortin: - Johan Elert Bode: - Bode 71 - Johann Gottfried Koehler: - Koehler No. 15 - [Nebula] Between A in Pegasus and D in Equuleus. Frederick William Herschel: [PT 1814 p. 276, reprinted in Scientific Papers, Vol. 2, p. 536] [PT 1818 p. 440-441, reprinted in Scientific Papers, Vol. 2, p. 597] John Frederick William Herschel: h 2120 = M15. Sweep 13 (October 12, 1825) William Henry Smyth: - DCCLXXXV [785]. M15 - DCCLXXXV. 15 M. Pegasi. John Herschel, General Catalogue: GC 4670 - GC 4670 = h 2120 = M15 = Lalande 40815. William Huggins. - [Phil. Trans. Roy. Soc., Vol. 155 (1865), p. 39-42; here p. 40] John Louis Emil Dreyer: - NGC 7078 = GC 4670 = h 2120; Maraldi, M 15 = Lalande 40815. Heber Doust Curtis: - [Descriptions of 762 Nebulae and Clusters photographed with the Crossley Reflector. Publ. Lick Obs., No. 13, Part I, p. 9-42]
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