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Al di la della Luna; Beyond the Moon; Astrophotography; Astrofotografia; Danilo Pivato
 
 
 
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The Analysis of Frame
 
Leo A: Leo III; Leo Dwarf Irregular Galaxy; Leda 28868; UGC 5364; MCG+05-24-008; DDO 69; Z 153-10; Galaxy in Leo - [field: 0,34° x 0,68°] --- --- Mag. Limite: 22,1^ - 22,2^ - Fonte: SDSS   - Object Coordinates RAJ2000.0: 09h 59m 26.46s - Dec J2000.0: +30° 59' 10.4" [SIMBAD] - Magnitudine: 13.33^ (r); 13.54^ (b); Surface Brightness: --.-^ - Object Size: 5.25' x 03,4' - Position Angle: --° - Object Classification: dI C; Redshift: z(~): 0.000074
 

Credo sia la foto più profonda che abbia realizzato da quando impiego l'Osservatorio remoto. Si è trattato di sfondare il buio con frame da 1800 secondi ciascuno (!) e ancora una volta il BRC250 unito al ccd Sbig ST-10 si sono dimostrati un micidiale cocktail acchiappa fotoni, grazie indubbiamente alla qualità del cielo del BigBang Observatory.

Mezz'ora di posa a f/5,0 in lumninanza è al momento un primato!

La parte sinistra dell'istogramma dei frame appare appena staccata dal bordo del diagramma, facendo presupporre ci siano margini per ulteriori allungamenti delle esposizioni. La magnitudine limite stellare oscilla tra la 21,8^ e la 22,1^ (r) fonte SDSS, cifre impressionanti per le quali probabilmente c'è qualche decimo in più da aggiungere e non da togliere.  Il setup poi, non ancora al top, per via di una collimazione degli specchi che ritocco dopo ritocco nonostante sia ancora perfettibile, inizia a dare finalmente risposte incise per merito dei valori di FWHM sulle messe a fuoco della notte compresi tra 2,3" e 2,5" d'arco, ma sempre sopra i 2" d'arco.

Leo A catalogata anche sotto i nomi di Leo III, o UGC 5364, oppure ancora PGC 28868, è, per quel poco che recita Wikipedia, una galassia nana irregolare isolata, ma appartenente al Gruppo Locale situata nell'omonima costellazione alla distanza di circa 2,6 milioni di anni luce dalla Terra:.100 mila anni luce più lontana di M31. Tale distanza è stata stimata sulla base delle osservazioni di stelle variabili tipo RR Lyra. E' quasi del tutto priva di regioni HII di idrogeno ionizzato. Scoperta da Fritz Zwicky nel 1942 per mezzo di alcune immagini analogiche - nel rosso - realizzate con il telescopio Schmidt da 18" dell'Osservatorio di Monte Palomar, fu annunciata per mezzo di un paper intitolato: "On the Large Scale Distribution of Matter in the Universe" apparso su "Physical Review, vol. 61, Issue 7-8, pp. 489-503". Dagli studi fino ad oggi condotti sulla galassia, Leo A che ha una bassa metallicità ha circa il 90% delle sue stelle formate da meno di 8 miliardi di anni.

In realtà ho appreso da altre fonti che F. Zwicky scoprì Leo A nel novembre del 1940 e a William Baade ne fu accreditato erroneamente, in un primo momento, la scoperta per mezzo di un articolo pubblicato su Scientific Monthly dal titolo "Problems of Nebular Research" firmato da Baade stesso. Dovette intervenire Edwin Hubble in persona per chiarire e assopire la feroce controversia che emerse sulla questione tra i due contendenti.

La magnitudine apparente di Leo A è 13,3^ (r) SIMBAD, mentre le dimensioni apparenti sono di 5,1' x 3,1' (Wikipedia).

Nella galassia Leo A sino ad oggi sono state scoperte 166 stelle variabili, di cui 156 sono Cefeidi, mentre soltanto 10 sono di tipo RR Lyrae. Il 90% delle Cefeidi ha periodi inferiori a 1,5 giorni.

In base all'articolo pubblicato su Astronomy Astrophysics da R. Stonkutè et al. nel 2018 dal titolo: "Star clusters in the dwarf irregular galaxy Leo A" è stato possibile informarsi della presenza in Leo A di ammassi stellari che furono scoperti per mezzo d'idagini fotografiche ottenute con l'Hubble Space Telescope e quindi per semplice diretto confronto è stato possibile individuare, sulla foto realizzata con il Takahashi , 4 dei 5 ammassi di stelle scoperti in questa galassia. A tal proposito occorre vedere la mappa. Qui sotto si riporta una tabella in cui sono riportati i nomi di questi ammassi stellari, le coordinate di Ascensione Retta e Declinazione (J2000.0) e la magnitudine nella banda (r):

 

Tabella degli ammassi stellari presenti in Leo A

Leo A C1      09h 59m 16,5s     +30° 44' 59"    19.85^ (r)

Leo A C2      09h 59m 17.2s     +30° 44' 08"     20.82^ (r)

Leo A C3      09h 59m 17.9s    +30° 45' 02"     21.69^ (r)

Leo A C4     09h 59m 26.9s     +30° 44' 15"     21.68^ (r)

Leo A C5     09h 59m 28.5s     +30° 44' 50"    21.78^ (r)

 

Dando una rapida occhiata su Internet non ho potuto fare a meno di notare che non esistono fotografie amatoriali di Leo A. La foto eseguita con il Takahashi mostra un inizio di risoluzione della galassia grazie alla lunghezza delle esposizioni, ma non è escluso che le stelle visibili in essa possano trattarsi, ancora una volta, del cosiddetto effetto clumping, vista la considerevole distanza di Leo A dalla Terra.

Consiglio in ogni caso di soffermarsi a scrutare l'intero background dell'immagine (mappa in alta risoluzione) perchè c'è una concentrazione di debolissime galassie impressionante e che per ragioni appunto dovute all'elevato numero di esse, non è stato possibile individuarle totalmente sulla mappa. Inoltre a causa delle lunghe esposizioni la maggior parte delle galassie fino alla 18^ - 19^ magnitudine, risultano completamente bruciate, pertanto dall'apparenza simile a stelle.

 
 
 
 
 
       
 
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