Al di la della Luna; Beyond the Moon; Astrophotography; Astrofotografia; Danilo Pivato | ||
Photo: Danilo Pivato © Copyright: - Images & texts 2019 - All rights reserved |
|||
The Analysis of Frame
|
|||
M 35 - Open (galactic) Cluster in Gemini: - NGC 2168; OCl 466.0; Cr 82; Mel 41; C 0605+243; Lund 207; h 377; GC 1360; [KPR2004b] 87; [KPS2012 MWSC 0754 - [field: 1,4° x 2,1°] - - - Mag. Limite: 18.4^ - 18.9^ (r) - Fonte: USNO A1 - Object Coordinates: RAJ2000.0 06h 08m 54.0s - Dec J2000.0 +24° 20' 00.0" [SIMBAD] - Magnitudine: -.-^ (b); +05.1^ (v), --,-^ (r) - Surface Brightness: --.-^ - Object Size: 28,0' x 28,0' [WIKIPEDIA] - Position Angle: ---° - Object Classification: ---.-Redshift z(~) V (Km/s): 0.000017 - Spectrum: --- M35 è tra i più ricchi e appariscenti ammassi dell'emisfero boreale, si trova a poco più di 2° NO della stella rossa di terza grandezza h Gem. Si trova quasi sull'equatore galattico, in una zona ricca di oggetti deep-sky appartenenti a diverse categorie, quali: l'ammasso NGC 2158; il resto di supernova IC 443; e nei pressi del confine con la constellazione di Orion l'insieme ammasso-nebulosa NGC 2174/5. L'ammasso galattico M35 in condizioni ideali può essere percepito anche ad occhio nudo. Composto da diverse centinaia di stelle (Ake Anders Edvard Wallenquist - astronomo svedese allievo di Östen Bergstrand all'osservatorio di Uppsala - ne ha contate 120 più luminose della 13^ magnitudine) disperse in un'area equivalente a quella della Luna piena (30'). Lo Sky Catalog 2000.0 Vol.2 di A. Hirshfeld & R. W. Sinnott attribuisce 200 stelle, come anche George Robert Kepple & Glen W. Sanner nel Vol.1 del "The Night Sky Observer's Guide; Brent A. Archinal & Steven J. Hynes nella loro opera Star Cluster ne contano 434, mentre nel 1971 Kyle M. Cudworth conta 513 stelle quali membri propabili. Distante 2700 (WEBDA) o 2800, secondo lo Sky Catalog 2000.0, misura linearmente circa 24 anni luce; pertanto la sua densità centrale equivale a 6,21 stelle per parsec cubico. Alcuni autori hanno stimato un diametro maggiore di M35, giungendo addirittura a 46' (Harlow Shapley nel 1930). Robert Trampler classificò M35 come tipo: III 2m. Infine Robert Burnham Jr. dedica quasi 4 pagine all'ammasso galattico (Burnham's Celestial Handbook Vol. 2) illustrate da due fotografie: la prima ottenuta con un telescopio del Lowell Observatory da 13"; la seconda è di David Healy di Manhasset stato di New York, tramite un Celestron di 8". La scoperta di M35 solitamente è attribuita a Philippe Loys de Chéseaux che l'osservò e l'annotò nel 1745, o nel 1746. Indipendentemente John Bevis segnò nella sua opera Uranographia Britannica, completata nel 1750, l'ammasso di stelle, così che questo astronomo potrebbe averlo individuato ancor prima del de Chéseaux. Charles Messier, lo catalogò il 30 agosto 1764, riconoscendo la scoperta di Bevis. Osservato a bassi ingrandimenti si ha una buona visione di M35 il quale apparirà di forma quasi circolare ottenendo, senza alun dubbio, la migliore percezione della distribuzione stellare che è piuttosto uniforme. La stella più luminosa dell'ammasso brilla di magnitudine 7,5^ (v) e ha spettro B3. La descrizione presente nel libro "Webb Society Deep-Sky Observer's Handbook" Vol.3 pag. 72 (copertina verde), si legge che con un telescopio da 20cm di diametro "... contiene più di 20 stelle tra le magnitudini +8,0^ e +9,0^, disposte a forma di delicati anelli ed archi, con numerose stelle più deboli sullo sfondo; una curva di astri a NE termina nella luminosa stella 5 Gem di magnitudine 6^..."; a pagina 73 poi c'è anche un disegnino di K. Glyn Jones eseguito appunto con un 8" a x40 ingrandimenti. Quest'ammasso presenta un diametro apparente compreso tra 25'-30', essendo difficile valutare quali stelle periferiche siano o meno componenti effettivi, negli anni sono state effettuate misurazioni diverse più o meno attendibili; qualcuno riporta un diametro di 28', altri di 46', altri ancora addirittura 50'. Più plausibile ci sembra però il valore di 30'. La quasi totalità delle stelle contenute in NGC 2168 ha uno spettro compreso tra le classi B3 e G0 con qualche eccezione di alcuni astri di classe K. |
|||
NGC 2158 - Open (galactic) Cluster in Gemini: OCl 468; Cr 81; Mel 40; H VI-17; h 375; GC 1351; C 0604+241; Lund 206; [KPS2012] MWSC 0733 - [field: 1,4° x 2,1°] - - - Mag. Limite: 18.4^ - 18.9^ (r) - Fonte: USNO A1 - Object Coordinates: RAJ2000.0 06h 07m 25.0s - Dec J2000.0 +24° 05' 48.0" [SIMBAD] - Magnitudine: +9.5 ^ (b); +8.6^ (v), --,-^ (r) - Surface Brightness: --.-^ - Object Size: 6,0' x 6,0' [WIKIPEDIA] - Position Angle: ---° - Object Classification: II 3 r.-Redshift z(~) V (Km/s): 0.000093 - Spectrum: --- Nel campo della fotografia eseguita con il piccolo rifrattore Pentax SDUF II F= 400mm, sono presenti altri ammassi galattici; il più particolare dopo M35 è, senza alcun dubbio, NGC 2158. Contenente verosimilmente più di 250 stelle se tale ammasso fosse stato molto più vicino sarebbe di certo un oggetto straordinario. Distante 27' in direzione SO da M35 in realtà dista da noi 16530 a.l. [WEBDA]. Tale grande distanza lo rende però un ammasso galattico di difficile osservazione nei piccoli strumenti; angolarmente esteso appena 6' richiede strumenti impegnativi con alte risoluzione. S riesce a risolverlo parzialmente con aperture al di sopra dei 25cm. Con strumenti di 30cm e con oculari a lungo fuoco, iniziano a rivelarsi le sue componenti più brillanti che sono di 12^-13^ magnitudine, più una stella di 10.5^ magnitudine in sovrapposizione, ma lo sfondo resta sempre altamente irrisolto e nebuloso. Fotograficamente a questa scala (3,05"/pixel) NGC 2158 appare maestoso (...Continua) A proposito di quanto scrivono Brent A. Archinal & Steven J. Hynes nel loro Star Clusters avrei trovato una incongruenza. Gli autori a pag. 161 del loro libro scrivono la seguente frase: "... Nel catalogo RNGC (The Revised New General Catalogue Of Nonstellar Astronomical Objects di Jack W. Sulentic & William G. Tifft), l'ammasso NGC 2158 viene riportato erroneamente nell'elenco lista dei nomi come un Globulare? Sempre secondo Archinal NGC 2158 non ha nessuna propietà tipica degli ammassi globulai. Non a caso infatti l'ammasso NGC 2158 non è stato incluso nell'elenco degli ammassi globulari pubblico da Djorgovski and Meylan (1993)..." La stranezza della frase risiede nel fatto che, personalmente, pur possedendo il Catalogo RNGC, l'incongruenza non appare! |
|||
IC 2156 - Open (galactic) Cluster in Gemini: [field: 1,4° x 2,1°] - - - Mag. Limite: 18.4^ - 18.9^ (r) - Fonte: USNO A1 - Object Coordinates: RAJ2000.0 06h 04m 51.0s - Dec J2000.0 +24° 09' 30.0" [SIMBAD] - Magnitudine: +9.5 ^ (b); +8.6^ (v), --,-^ (r) - Surface Brightness: --.-^ - Object Size: 6,0' x 6,0' [WIKIPEDIA] - Position Angle: ---° - Object Classification: II 3 r.-Redshift z(~) V (Km/s): ---.- - Spectrum: --- Fotograficamente sembra una copia più diradata dell'ammasso IC 2157 dal quale dista appena 5,5' direzione Sud. La stella più luminosa è di 11.4^ magnitudine. |
|||
IC 2157 - Open (galactic) Cluster in Gemini: [field: 1,4° x 2,1°] - - - Mag. Limite: 18.4^ - 18.9^ (r) - Fonte: USNO A1 - Object Coordinates: RAJ2000.0 06h 05m 00.0s - Dec J2000.0 +24° 00' 00.0" [SIMBAD] - Magnitudine: +8.4 ^ (b); +8.5^ (v), --,-^ (r) - Surface Brightness: --.-^ - Object Size: 7,0' x 7,0' [WIKIPEDIA] - Position Angle: ---° - Object Classification: II 1p.-Redshift z(~) V (Km/s):---.- - Spectrum: --- Questo poco conosciuto ammasso galattico si distingue come una debole macchia rotonda diffusa già in un telescopio da 6cm di diametro nel quale si vedono tre stelle sovrapposte. Con un riflettore da 25cm di diametro invece appare come un ammasso indistinto in cui le stelle più deboli sono sparse in un'area di 4' - 5'. Mentre in un telescopio da 30cm di diametro si vedono tre stelle di 11^ magnitudine spiccare sull'ammasso che appare di 4.5' di diametro. Ad ingrandimenti sostenuti si possono contare 15 stelle su di una debole macchia confusa e più chiara del fondo cielo. Fotograficamente con un focale di 500mm non appare particolarmente caratteristico se non che le stelle più luminose sembrano formare una "V" il cui vertice è orientato in direzione Est. La stella più luminosa è di 11.0^ magnitudine. |
|||
(Continua...) |
|||
Stelle variabili: | |||
History of Observation and description of the M35: | |||
Discovered by Philippe Loys de Chéseaux 1745-46. Independently discovered by John Bevis before 1750. |
|||
Charles Messier:August 30, 1764. 35. 5h 54m 41s (88d 40' 09") +24d 33' 30" Cluster of very small stars, near the left foot of Castor, at a little distance from the stars Mu & Eta of that constellation [Gemini]. M. Messier has reported its position on the chart of the comet of 1770, Mem. Acad. 1771, pl. VII. Reported in the English Atlas. (diam. 20') [Mem. Acad. for 1771, p. 449 (first Messier catalog)] |
|||
De Chéseaux: De Ch. No. 12: [with No. 13 = M71] Two others of which I didn't yet determine the positions, one above the northern feet of Gemini, and the other above and very near to Sagitta. | |||
Johan Elert Bode:A nebula between small stars. |
|||
Frederick William Herschel: [PT 1818, p. 443. Repirnted in: Scientific Papers, Vol. 2, p. 598] The 35th of the Connoissance. [M 35 = NGC 2168] "1794, It is visible to the naked eye as a very small cloudiness." "1783, 1784, 1801, 1813, 7 feet telescope. It is a rich cluster of stars of various sizes." "1806, 10 feet telescope. There is no central condensation to denote a globular form." "1784, 1786, 20 feet telescope. A cluster of pretty compressed large stars." The profundity of this cluster does probably not exceed the 144th order. It is in the milky way. |
|||
John Frederick William Herschel:: (1833) h 377. h 377 = M35. |
|||
William Henry Smyth: CCXXXVI [236]. M35. AR 5h 59m 01s, Dec N 24d 21'.3 Mean Epoch of Observation: 1836.80 [September 1836] A cluster, near Castor's right foot, in the Galaxy [Milky Way], discovered and registered by Messier in 1764. It presents a gorgeous field of stars from the 9th to the 16th magnitudes, but with the centre of mass less rich than the rest. From the small [faint]stars being inclined to form curves of three, four, and often with a large [bright] one at the root of the curve, it somewhat reminds one of the bursting of a sky-rocket. Under favorable circumstances this cluster can be distinguished by the naked eye; it therefore may be comparatively near us. It must be sought on the line between Castor and Zeta on the tip of the Bull's southern horn, at exactly one-quarter of the distance from the latter: or a line led from Alpha Leporis through Betelgeuze, and extended 18deg beyond, will strike upon it. This object being so handy to the point assumed by Hipparchus, as the north extreme of the ecliptic,I swept for anything which might be on the actual spot, under the necessary corrections, in AR 6h, and Dec N 23d 27'. After some search, I found a star of 12th magnitude, but too small [faint] for having its place differentiated for any permanent purpose. |
|||
John Herschel, General Catalogue: GC 1360 - GC 1157 = h 357 = M1. GC 1360 = h 377 = M35. RA 6h 0m 12.5s, NPD 65d 39' 16.9" (1860.0) [Right Ascension and North Polar Distance] Cl; vL; cRi; pC; st 9...16 8 observations by W. & J. Herschel. Cluster; very large; considerably rich; pretty compressed; stars from 9th to 16th magnitude. |
|||
John Louis Emil Dreyer: NGC 2168 NGC 2168 = GC 1360 = h 377; M 35. |
|||
Camille Flammarion: |
|||