Al di la della Luna; Beyond the Moon; Astrophotography; Astrofotografia; Danilo Pivato | ||
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The Analysis of Frame
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M 1 - Supernova Remnant: in Taurus - NGC 1952; Crab Nebula; Taurus A; 3C 144; LBN 833; Sh2-244; h 357; GN 05.31.5; GC 1157; LBN 184.62-05.65; Mills 05+2A; SNR G184.6-05.8; PKS 0531+21.0 - [field: 0,34° x 0,68°] - - - Mag. Limite Image: 19.7^ - 20.1^ (r) - Fonte: NOMAD - Object Coordinates: RAJ2000.0 05h 34m 31.94s - Dec J2000.0 +22° 00' 52.2" [SIMBAD] - Magnitudine: 8.4^ (b); --.-^ (v), --,-^ (r); ; Surface Brightness: --.-^ - Object Size: 7,0' x 5,0' [SIMBAD] - Position Angle: ---° - Object Classification: 2;3:3 Redshift z(~) V (Km/s): --- - Spectrum: --- Al momento questa, eseguita con il Takahashi BRC-250, è l'ultima immagine realizzata al famoso residuo di supernova, in attesa di fotografarla anche con il Takahashi Mewlon 300, il primo oggetto del Catalogo di Messier pubblicato da C. Messier nel 1774. La storia della scoperta è alquanto articolata. Alcune cronache riportano che la sera del 28 agosto del 1758 [curiosità personale: questa data anticipa esattamente di due secoli la mia data nascita (!)], Messier cercava di puntare con il suo telescopio la cometa che egli stesso aveva scoperto un paio di settimane prima. Stava osservando dalla sua postazione all'Hotel de Cluny, a Parigi, quando nel campo dell'oculare gli apparve, per puro caso, un oggetto insolito, strano, che descrive in questo modo: "...Quando la cometa del 1758 si trovava fra le corna del Toro, scoprii nei pressi del corno meridionale, ad una breve distanza dalla stella z, Tauri, una pallida luce biancastra, a guisa di una fiammella di candela e priva di stelle nel suo interno. Questa luce somigliava a quella della cometa da me osservata, sebbene mi sembrasse troppo lucente, biancastra e allungata per essere una cometa, le quali prima di allora. mi erano sempre apparse rotondeggianti..." Dopo aver scritto questo appunto Messier ne annotò con cura la posizione. Robert Burnham, Jr nella sua magistrale opera: "Burnham's Celestial Handbook" Vol. 3 (dedica ben 18 pagine al residuo di supernovas M1), attribuendo la scoperta della nebulosa a John Bevis nel 1731, ma aggiunge poi che dopo 27 anni, quindi nel 1758, fu scoperta indipendentemente anche da Messier. La nebulosa M1 possiede una lunga serie di sigle e nomi alternativi; quelli sopra riportati ne sono una minima parte, ma da molti studiosi viene identificata quasi sempre con il nome di Crab Nebula. Tale nome le venne attribuito per la prima volta da Sir William Parsons - Terzo Conte di Rosse - attorno alla metà del 1800. Lord Rosse infatti la osservò con il suo Leviatano, telescopio personale da 1,80m di diametro, rilevando oltre al colore biancastro ed alla sua forma nettamente allungata, anche un certo numero di filamenti irregolari che gli suggerirono il nome. Più in basso sono riportate in lingua originale le note storiche annotate dagli antichi astronomi che osservarono per primi la nebulosa M1.
Nel 1892 venne eseguita la prima fotografia alla Crab Nebula tramite un telescopio riflettore da 20-inch, ma le prime curiosità di carattere scientifico risalgono al 1921, quando l'astronomo Knut Emil Lundmark si rese conto che l'oggetto M1, ripreso a distanza di anni in due fotografie diverse, appariva dotato di un moto di espansione; le sue dimensioni apparenti erano infatti variate di una quantità non trascurabile. Lo stesso Lundmark notò che tale oggetto aveva proprio la posizione occupata dalla "Supernova" descritta nelle cronache cinesi e arabe risalenti al 1054. Negli anni successivi si sono poi accumulate e raccolte diverse conferme storiche da parte di altre antiche osservazioni, ma anche procedendo con appositi software eseguiti al computer si ricostruì nell'arco temporale delle osservazioni la velocità di espansione della nebulosa. Risalendo a ritroso nel tempo, si trovò che l'espansione della nebulosa del granchio era iniziata proprio intorno al 1054, definendo una volta per tutte l'evento della Supernova del 1054. Come se non bastasse studiando le stelle pulsar si trovò poi che la lunghezza del periodo di rotazione cresce con il tempo. Questa scoperta fu importante perchè fornì un metodo per stabilire da quanto tempo esisteva la pulsar, cioè quanti anni fa era esplosa la supernova dalla quale si era formata. I più lunghi periodi noti superano i 3 secondi e corrispondono a età dell'ordine di un miliardo di anni, mentre il più corto è risultato quello della pulsar della Crab Nebula. Nonostante siano trascorsi 964 anni dall'esplosione, il residuo di supernova della Crab Nebula è talmente così potente da emettere ancora copiosamente nelle frequenze dei raggi gamma. Ma a noi queste informazioni interessano relativamente in quanto essendo astrofili ci occupiamo maggiormente di tutto ciò che è accessibile dalle frequenze del visibile e quindi più a portata di ... telescopio ottico. Analizzando la Crab Nebula dalle frequenze del visibile sappiamo che essa è formata dal materiale espulso nell'esplosione della supernova e che si è diffuso su un volume di circa 10 anni-luce di diametro che ancora si espande all'altissima velocità di circa 1.600 km/sec. Emette luce dovuta a 2 componenti principali: una rossastra che forma una caotica ragnatela di filamenti brillanti, con righe d'emissione nello spettro simili a quello delle nebulose gassose diffuse (o planetarie), ed uno sfondo bluastro diffuso di radiazione di sincrotrone altamente polarizzata emessa da elettroni relativistici (cioé elettroni aventi alta energia e velocità vicina alla velocità della luce), che si muovono in un forte campo magnetico. La radiazione di sincrotrone è caratteristica anche di altri fenomeni "esplosivi" che si verificano nel cosmo, per esempio nel nucleo attivo della galassia irregolare M82 e il getto di materia della galassia ellittica gigante M87. Nella fotografia in H-Alpha qui sopra riprodotta la Crab Nebula appare allungarsi con direzione NW-SE, con dimensioni apparenti di 4'x6'. Con questa scala-immagine, equivalente a 1,11"/pixel, ottenuta con il Takahashi BRC-250 in H-Alpha dalla postazione metropolitana, in M1 si distinguono i filamenti irregolari, ben più evidenti rispetto alla fotografia in H-Alpha eseguita con la Flat Field Camera della Lichtenknecker Optics, presente nelle precedenti pagine della Tabula. Questi filamenti sembrano allontanarsi dal centro fisico della Crab Nebula quasi in modo radiale, proprio dalla posizione centrale occupata dalla Pulsar CM Tau. Buona parte di questi filamenti sono stati catalogati come: ISM, Interstellar Matter (Mezzo Interstellare) e quindi per buona parte riportati sulla mappa sovrastante (v. mappa) In questa immagine in H-Alpha di M1 ottenuta con il Takahashi BRC-250 vista la buona risoluzione si è, fra l'altro, fatta indagine su questa struttura d'idrogeno molecolare consultando un articolo a firma di: Loh E.D. , Baldwin J.A., Curtis Z.K., Ferland G.J., O'Dell C.R., Fabian A.C., Salome P. pubblicato su: Astrophys. J., Suppl. Ser., 194, 30 (2011) dal titolo: "A survey of molecular hydrogen in the Crab Nebula" in cui gli autori hanno catalogato e poi identificato 55 nodi che emettono fortemente nella riga spettrale H2 dell'idrogeno. Riprendendo dunque parte di questo lavoro, sulla mappa sono stati riportati alcuni di questi nodi impigando la stessa nomenclatura del catalogo (LBC2011) seguito da un numero progressivo che nel database SIMBAD vengono classificati come ISM (Intestellar matter).
La nebulosa M1 mostra diverse strutture su piccola scala, tra cui diversi "wisps" luminosi situati vicino alla Pulsar che cambiano aspetto e luminosità nell'arco di poche settimane (Scargle 1969, Van den Bergh & Pritchet 1989). Le principali caratteristiche su scala più grande invece includono alcune grandi rientranze o "bays" (baie), lungo il perimetro esterno della nebulosa. Le due più importanti di queste baie si trovano approssimativamente ad est e ovest e sono state classificate come: The Synchotron Bays. Difficile da riprendere all'interno della Synchotron Bay East una Dark Strip, una nebulosa oscura all'interno della Bay. |
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Curioso infine come tutta l'area intorno alla Crab Nebula sia quasi del tutto priva di oggetti Deep-Sky appariscenti. Anche nell'inquadratuira dell'immagine in H-Alpha si trovano infatti soltanto alcune deboli galassie appartenenti al catalogo PGC (Principal Galaxies Catalogue), o riclassificate secondo il catalogo LEDA (Lyon-Meudon Extragalactic Database), la più interessante delle quali è PGC 1664818 di magnitudine 16,3^ (r) è situata in alto a destra dell'inquadratura. Anche con il BRC250 non emergono dettagli significativi, se non altro, nelle sue immediate vicinanze, ci sono diverse stelle deboli, la più luminosa delle quali è di 15,7^ (r) magnitudine. | |||||||||
Stelle con moto proprio misurabile presenti nell'inquadratura: | |||||||||
G 100 - 20 -- Hight proper-motion Star - Object Coordinates: RAJ2000.0: 05h 34m 14.8407s - Dec J2000.0: +22° 05' 25.368" [SIMBAD] - Magnitudine: 12,75^ (b); +11,55^ (v), 11,0^ (r); Surface Brightness: --.-^ - Object Size: -,-' x -,-' - Position Angle: ---° - Object Classification: Hight proper-motion Star [SIMBAD] - Redshift z(~) V (Km/s): --- - Spectrum: K3 D - Proper Motions arcsec/yr: 0.33". Fu studiata da Giglas (1971) nel suo catalogo di stelle dotate di moto proprio misurabile (I/79/north), quindi relativamente vicine, è una stella di tipo spettrale avanzato K, la cui atmosfera è sede di una particolare attività, tale da consentire l'emissione di raggi X, rilevati recentemente dai satelliti ROSAT e XMM-Newton. La magnitudine della stella in oggetto è 11,55^ (v) quindi alla portata degli strumenti amatoriali più piccoli, è una stella che sottolineo merita particolare attenzione in quanto possiede un moto proprio annuo pari a 0,33" d'arco (!). Figura anche nei cataloghi LP di Luyten (LP 361-3) ed LSPM di Lepine e Shara (LSPM J0534+2205). Questa stella, data la sua bassa temperatura fotosferica, risulta ampiamente rilevata anche nella Survey infrarossa 2MASS. | |||||||||
G 100 - 25 -- Hight proper-motion Star - Object Coordinates: RAJ2000.0: 05h 35m 50.78s - Dec J2000.0: +21° 58' 33.8" [SIMBAD] - Magnitudine: 16,5^ (b); +--,-^ (v), 14,3^ (r); Surface Brightness: --.-^ - Object Size: -,-' x -,-' - Position Angle: ---° - Object Classification: Hight proper-motion Star [SIMBAD] - Redshift z(~) V (Km/s): --- - Spectrum: --- - Proper Motions arcsec/yr: 0.27". Altra stella interessante nel campo vicino alla Crab Nebula (il decentramento di M1 nell'inquadratura eseguita con il Takahashi BRC-250 è stato volutamente cercato proprio per poter includere nell'inquadratura anche quest'altra stella particolare), anch'essa appartiene al catalogo di Giclas (vedi sopra), risulta molto più debole della precedente (mag. 15,49^), si presenta di colore più rossastro, dato che appartiene alla classe spettrale M. Il suo moto proprio annuo è pari a 0,27". E' catalogata anche nel catalogo New Luyten, Two Tenths con la sigla NLTT 15323 ed LSPM J0535+2158 di Lepine S. , Shara M.M. Essendo così rossa e fredda è stata agevolmente rilevata dalla 2MASS.. | |||||||||
Stelle variabili presenti nell'inquadratura: Nonostante la massiccia presenza stellare, in campo non si conosce alcuna stella definitivamente catalogata come variabile nel GCVS (General Catalogue of Variable Stars) se escludiamo la sola CM Tau, che altri non è che la pulsar centrale di M1. Per contro vi sono parecchie stelle variabili sospette delle quali è stata effettuata una cernita | |||||||||
V* CM Tau - Pulsar NP 0532; NOVA Tau 1054; SN 1054A; PULS NP 0532; Integral 3; 1CG 185-05; GeV J0534+2159; Tau X-1; PLX 1266; Object Coordinates: RAJ2000.0: 05h 34m 31.3830s - Dec J2000.0 +22° 00' 52.1758" [SIMBAD] - Magnitudine: --,-^ (b); +16,5^ (v), --,-^ (r); ; Surface Brightness: --.-^ - Object Size: -,-' x -,-' [SIMBAD] - Position Angle: ---° - Object Classification: Type SN+PSR [AAVSO] - Redshift z(~) V (Km/s): --- - Spectrum: Cont - In questa immagine realizzata con la Flat Field Camera della Lichtenknecker Optics si inizia a ben individuare la posizione della famosa stella pulsar (V* CM Tau - Pulsar NP 0532), una stella di neutroni di 28-30 km di diametro la quale ruota su se stessa ad una velocità di 30,2 volte al secondo; emette impulsi di radiazioni che vanno dai raggi gamma fino alle onde radio e vanta anche il fatto che sia una delle pochissime supernove della Via Lattea osservate nella storia. Questa Pulsar in ogni caso, ad oggi è dato per certo, sia la responsabile della formazione della nebulosa M1. La storia osservativa della Pulsar della Crab Nebula ha origine con i primi tentativi di identificazione nel visibile dell'astro centrale della Nebulosa del Granchio, che portarono all'identificazione, nei pressi del suo centro, di due stelle, note nella letteratura scientifica dell'epoca come North following star (stella che segue a nord) e South preceding star (stella che segue a sud). Nel settembre del 1942 Walter Baade escluse come probabile stella centrale l'astro settentrionale, pur considerando inconcludenti le prove a supporto della stella meridionale [W. Baade, The Crab Nebula, in Astrophysical Journal, vol. 96, 1942, p. 188]. In contemporane Rudolf Minkowski, sostenuto invece da prove di tipo spettrale, ha invece confermato la possibilità che la South preceding star fosse effettivamente la stella centrale della nebulosa, sebbene con un certo grado di incertezza. | |||||||||
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Il 12 novembre 2017 ho formulato un sondaggio sui forum italiani per sapere quanti, tra gli osservatori visuali dotati di grandi strumenti, sono stati effettivamente in grado di osservare visualmente la Pulsar della Crab Nebula. Sono curioso di sapere l'esito. Comunque documentandomi adeguatamente in rete ho scovato che diversi osservatori esperti ritengono la Pulsar della Nebulosa del Granchio sia "impossibile" con riflettori da 16"; mentre attraverso strumenti da 20" è visibile soltanto quando le condizioni atmosferiche sono ottimali. Con un 27" la Pulsar diventa un compito abbastanza facile. | |||||||||
V* HD 245010 - NSV 2192; BD+21 0894; CSV 100527; GSC 01309-01519; Zinn 0392; GSC 01309-01519 - Object Coordinates: RAJ2000.0 05h 34m 54.55s - Dec J2000.0 +21° 56' 44.8" [AAVSO] - Magnitudine range: 10.2^ (v); --.-^ (b), --,-^ (r); ; Surface Brightness: --.-^ - Object Size: -,-' x -,-' [---] - Position Angle: ---° - Object Classification: --- Redshift z(~) V (Km/s): --- - Spectral type: A2 --- Period: 230 d. - La stella BD +21 0894 venne rilevata come sospetta variabile da J.F.J. Schmidt fin dal 1865 (Astronomische Nachrichten 64, 10). Julius F.J. Schmidt (1825-1884) fu un astronomo tedesco famoso soprattutto per essere stato uno dei più abili “selenografi” (cartografi della Luna). Nel 1884, a soli 19 anni, sospettò la variabilità della stella Z Geminorum e tre anni dopo, mentre era studente presso la Bonn University quale allievo del grande F. Argelander, confermò la variabilità di quella stella. A seguito delle osservazioni di Schmidt, la BD +21 0894 ricevette la denominazione CSV 100527 (nell’allora vigente Catalogue of Suspected Variables), ma ben pochi studi le sono stati dedicati in seguito. La stella, che porta anche la sigla Zinn 0392, è stata in seguito inserita nel New Suspected Catalogue con la sigla NSV 2192. Sulle sue variazioni si sa ben poco, ma sembra oscillare attorno alla magnitudine 10,20^. L’oggetto è anche una sorgente x ed infrarossa, rispettivamente rilevata dal ROSAT, dall’XMM-Newton e dalla 2MASS. | |||||||||
History of Observation and description of the M1: | |||||||||
Discovered 1731 by British amateur astronomer John Bevis. | |||||||||
The Supernova was noted on July 4, 1054 A.D. by Chinese astronomers as a new or "guest star," and was about four times brighter than Venus, or about mag -6. According to the records, it was visible in daylight for 23 days, and 653 days to the naked eye in the night sky. It was probably also recorded by Anasazi Indian artists (in present-day Arizona and New Mexico), as findings in Navaho Canyon and White Mesa (both Arizona) as well as in the Chaco Canyon National Park (New Mexico) indicate; there's a review of the research on the Chaco Canyon Anasazi art online. In addition, Ralph R. Robbins of the University of Texas has found Mimbres Indian art from New Mexico, possibly depicting the supernova. The Supernova 1054 was also assigned the variable star designation CM Tauri. It is one of few historically observed supernovae in our Milky Way Galaxy. |
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Charles Messier: 1758 September 12. 1. 5h 20m 02s (80d 00' 33") +21d 45' 27"
Nebula above the southern horn of Taurus, it doesn't contain any star; it is a whitish light, elongated in the shape of a flame of a candle, discovered while observing the comet of 1758. See the chart of that comet, Mem. Acad. of the year 1759, page 188; observed by Dr. Bevis in about 1731. It is reported on the English Celestial Atlas. [A note in Messier's handwriting added in the margin of his copy of the Connoissance des Temps for 1783 reads:] [In the Mem. Acad. for 1959, the discovery announce for this nebula is described in the memoir by Delisle on the comet of 1758, Comet De la Nux: Report of M1's discovery by Messier, from: Joseph Nicholas Delisle, 1759. Mémoire sur la comète de 1758 (Memoir on the comet of 1758). Mém. Acad. 1759, p. 154-188] [p. 165. Discovery of a new nebula.] [On August 28, 1758,] M. Messier discovered there a light almost resembling that of the Comet, but which was even more vivid, whiter & a bit more elongated than the Comet he observed at that time: That comet had appeared to him always almost round in its coma, without an appearance of either a tail or a beard. When the discovery of this new light or nebulous star didn't come to an end of the observations of that morning session, before the sky covered, M. Messier didn't have the time to determine its exact situation with respect to the neighboring stars of the southern horn of Taurus: there will be reported the details of observations, & there will be marked the precise position of that new nebula, its magnitude & the degree of its light compared to that of the Comet of 1758, [..] |
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Johan Elert Bode: A nebula without stars. Taurus 292 [From: Vorstellung der Gestirne auf XXXIV Kupfertafeln (Introduction to the Stars on 34 Copper Plates), 1782. Here p. 18, plate 14] |
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Frederick William Herschel: [1784. PT Vol. LXXIV=74 (1784), p. 437-451, here p. 440]
".. To these may added the 1st [M1], 3d, 27, 33, 57, 79, 81, 82, 101 [of Messier's catalog], which in my 7, 10, and 20-feet reflectors shewed a mottled kind of nebulosity, which I shall call resolvable; so that I expect my present telescope will, perhaps, render the stars visible of which I suppose them to be composed. .." [1814. PT 1814 (vol. 104), p. 248-284, here p. 260] [1818. PT 1818 (vol. 108), 429-470, here p. 345. Reprinted in: Scientific papers, Vol. II, p. 595] |
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John Frederick William Herschel: h 357 = M1. Sweep 59 (February 24, 1827). RA 5h 24m 15.7s, NPD 68d 6' 36" (1830.0) [Right Ascension and North Polar Distance] vL; E; vglbM; r; 4'l, 3'br; pos of longer axis n p to s f. A fine object. See fig. 81. Very large; extended; very gradually brightening a little toward the middle; mottled; 4' long, 3' broad; position angle of longer axis north preceding to south following. A fine object. See figure 81. Plate XVI, Fig. 81. [p. 503] |
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William Henry Smyth: CCXII [212]. M1.CCXII. 1 M. Tauri. AR 5h 24m 51s, Dec N 21d 54'.2 Mean Epoch of Observation: 1836.99 [Dec 1836] [with drawing] A large nebula, pearly white, about a degree north-west of the star Zeta on the tip of the Bull's southern horn, and on the outskirts of the galaxy. It is of an oval form, with its axis-major trending np to sf, and the brightest portion toward the south. Sir John Herschel registers this in his Catalogue of 1833, as a "barely resolvable cluster;" and figures it with a fair elliptical boundary. He applied his 7, 10, and 20-foot reflectors, and endeavoured to ascertain its relative distance by a modification of their space-penetrating capacities. "As all the observations," he concluded, "of the large telescopes agree to call this object resolvable, it is probably a cluster of stars at no very great distance beyond their gauging powers; its profundity may therefore be of about the 980th order." All this shows the difficulty of what, to my view, is rather a milky nebulosity than a cluster. Thhe powerful telescope constructed by Lord Rosse, however, not only displays the component stars distinctly, but also shows several fringy appendages around, and a deep bifurcation to the south. So do siderial wonders increase with our means of optical practice! This fine nebula is remarkable as having been discovered by M. Messier - the comet-ferret of Louis XV. - while observing Zeta Tauri and a comet in 1758, when he cought up a "a whitish light, elongated like the flame of a taper." This accident induced him to form his wellknown and useful Catalogue of nebulae and clusters, from the observations of himself, La Caille, and Méchain, in order to prevent astronomers from mistaking any of those for comets; and the List of 103 which he furnished to the public, was considered to have scraped them all together, as far as climate permitted. Whence D'Alembert, speaking of Messier, observed, "on ne peut s'empêcher de regretter qu'un Observateur si exact et si plein de zèle, n'ait pat été placé dans un climate plus heureux." But the progress of astronomy has not depended on climate, as the names Tycho, Römer, Flamsteed, Bradley, Hevelius, Huygens, Schroeter, Olbers, and others of the Iera Phalanx [written in Greek], abundantly testify. Indeed, in the department before us, within twenty years of Messier's publication, the illustrious Sir William Herschel increased the 103 by 2500 new members, in the decried climate of England, thus affording a strong instance how moral causes can control the physical. Piazzi, whose observatory in the Conca d'Oro was to the eye most charmingly situated, was so troubled with a peculiar flickery hot aerial refraction, that one night he exclaimed to me, "Ah, Greenwich is the paradise for an observer!" It is rather curious, on recollecting that this nebula was the first caught up in seeking the comet of 1759, that it was also a mare's nest to more than one astronomical tyro in August, 1835, when on the look-out for the return of Halley's comet, in the very month in which it had first been seen seventy-five years before: and Zeta Tauri was also the star which served as "pointer", on that interesting advent. |
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Thomas William Webb: Oblong; pale; 1 deg np [North Preceding, NW of] Zeta [Tauri]. Espin: Winlock, gaseous spectrum. |
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John Herschel, General Catalogue: GC 1157 - GC 1157 = h 357 = M1. RA 05h 26m 3.9s, NPD 68d 5' 10.5" (1860.0) [Right Ascension and North Polar Distance] vB; vL; E135deg +/-; vglbM, r. 12 observations by W. & J. Herschel. Very bright, very large, extended along position angle approximately 135 deg; very gradually brightening a little toward the middle, mottled. Remark: Figures in P.T. 33 [JH 1833], plate viii, Fig. 81; P.T. 44 [Lord Rosse, 1844], plate xix, Fig. 81; R. di. (The woodcut diagrams in Lord Rosse's paper, PT 1861); d'Arr. (D'Arrest's Inaugural dissertation and description of the Copenhagen Equatorial, 1861), plate ii, Fig. 4; Lass. (Lassell's Memoirs in vol xxiii of the Transactions of the Royal Astronomical Society), plate ii, Fig. 1. |
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Padre Pietro Angelo Secchi: [Descrizione del nuovo osservatorio del Collegio Romano, 1856] [Drawing on Plate IV, Fig. 8] |
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William Lassell: [Memoirs of the Royal Astronomical Society, Vol. XXXVI (36)] [Drawing on Plate II, Fig. 6] |
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John Louis Emil Dreyer: (1877) - GC 1157. The "Crab Nebula." No published drawing is satisfactory: The one in Phil. Trans. 1844 (Rosse 1844) is not at all like the object. The diagram in Phil. Trans. 1861 (Rosse 1861) gives a very fair general idea of its form, the dark lanes, &c. |
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John Louis Emil Dreyer: NGC 1952 NGC 1952 = GC 1157 = h 357; Bevis 1731, M 1. |
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John Ellard Gore: [The Observatory, Vol. 25, pp. 264-269, here pp. 264-265.] Messier 1. R.A. 5h 28m.5, N. 21d 57'. - The famous "crab nebula" in Taurus. It lies about 1 degree north preceding the star Zeta Tauri. It was first seen by Bevis in 1731. It was again seen by Messier in 1758 while observing the comet of that year, and its rediscovery induced him to form his catalogue of nebulae, to help observers in distinguishing these objects from comets. Sir John Herschel thought it was a cluster of stars at a distance "of about the 980th order," that is 980 times the distance of Capella or Vega. Lord Rosse's telescope is said to have resolved it into stars, but photographs taken by Dr. Roberts in 1892 and 1896 show a very nebulous appearance, and with but little of the "crab-like" form depicted in Lord Rosse's drawing. |
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Camille Flammarion: [L'Astronomie. Revue de la Societé Astronomique de France, pp. 385-400 (November 1917), here pp. 396-397. With a photo and a drawing] M.1. Taurus. Nebula with stars. Messier's Description: "Nebula above the southern horn of Taurus, it doesn't contain any star; it is a whitish light, elongated in the shape of a flame of a candle, discovered while observing the comet of 1758." Messier has added, in the margin, a writing which is still very readable: "This nebula is reported in the great english atlas. Seen by the doctor Bévis, in 1731, according to a letter to me from him, of June 10, 1771." Seen on August 28, and the position determined on September 12 (1758). It is on lurking on the return of the comet of Halley, of which we have talked more extensively, that Messier did this first discovery, near the star Zeta Tauri. Observed by John Herschel, Admiral Smyth, d'Arrest, Lord Rosse, Schoenfeld, Lassell, Secchi, Dreyer, Webb, etc., it has received by Lord Rosse the name Crab Nebula. At most, it offers a little resemblance with the crabs which one finds at the shore of the English Channel, irregularly round, and much more like the elongated figure which I have published in Les Étoiles [The Stars], after Lord Rosse. The diverse drawings which have been made of it differ enormously. This nebula has been photographed often enough at Juvisy since 1902. We have reobserved it in September and October 1917. The photograph reproduced here has been taken by M. Quénisset, on October 18 with a Voigtlender lens (exposed 1h 30m), and the drawing has been made by him on October 15. Its shape is oval, almost quadrangular, measures 5' 1/2 in length and 3' 1/2 in width. Partly resolvable in more powerful instruments. |
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Heber Doust Curtis: [Descriptions of 762 Nebulae and Clusters photographed with the Crossley Reflector. Publ. Lick Obs., No. 13, Part I, p. 9-42]
NGC 1952, RA= 5:28.5, Dec=+21:57. The ``Crab'' Nebula in Taurus; [Publ. Lick Obs.] Vol. VIII, Plate 9. Planetary ? 0 s.n. [The Planetary Nebulae. Publ. Lick Obs., No. 13, Part III, p. 55-74] |
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